Lungo la Riviera di Ulisse su un itinerario molto variegato
Su un itinerario molto variegato
Dal punto di vista turistico il Lazio ha sempre subito l’ingombrante presenza di Roma. Paragonabile a una grande chioma che schiaccia fino a oscurarlo il proprio tronco, le cui radici affondano in una storia millenaria. Con il nome originare Latium gli storici identificano un’ampia area geografica costituita dalla parte meridionale dell'attuale regione, che si estendeva a sud del fiume Tevere fino al fiume Garigliano, limitata dalla costa tirrenica e verso l’interno dalle propaggini degli Appennini. Prima ancora dei Romani in questo territorio abitarono, a partire dal II millennio a.c., una serie di popolazioni di lingua indoeuropea, tra cui i Latini, i Capenati e forse gli Ausoni, appartenenti al ramo dei Latino-falisci. In seguito arrivarono in zona altre popolazioni, tra cui i Volsci, gli Equi, e gli Ernici, popolazione Osco-umbra. Furono i latini per pri
mi a insediarsi nello spazio che da loro prese il nome e che i Romani chiamarono successivamente Latium antiquus, che comprendeva i territori lungo la costa tirrenica fino al golfo del Circeo. Quest’ultimo prende il nome dalla maga Circe che Omero, nell'odissea, fa vivere in un palazzo circondato da un bosco, che la tradizione posiziona sul promontorio che si affaccia sul mar tirreno giusto di fronte alle isole pontine. Circe era figlia del dio Sole e di un'altra dea, Perseide, e possedeva il potere di preparare degli infusi con i quali trasformava gli uomini in animali. Ulisse, nel suo viaggio sulle coste italiche, tenta di salvare i suoi compagni da questa terribile fine e su consiglio del dio Ermes, rimane immune all’incantesimo mischiando un’erba magica alla bevanda che Circe gli offre, evitando così di trasformarsi anch’egli in un maiale. Circe riconosce la propria sconfitta e ridà forma umana ai compagni di Ulisse. In memoria di questo episodio mitologico, ancor oggi questa fascia costiera in provincia di Latina, che delimita lo splendido parco nazionale del Circeo e prosegue fino al Tempio di Giove Anxur a Terracina e, più a sud, oltre la grande grotta e la Villa dell’imperatore Tiberio di Sperlonga, la Tomba di Cicerone e il cisternone romano a Formia, fino a terminare sulla cima del monte Orlando a Gaeta, con bella vista sulle spiagge di Serapo e dell’arenauta, è nota come Riviera di Ulisse. Si tratta di circa 80 chilometri di costa che offrono al turista, la possibilità di visitare luoghi immersi nella storia, nell’arte, nella cultura, nella natura di un territorio ricco e variopinto, troppo poco conosciuto ai turisti stranieri che, conquistati dalla bellezza di Roma, difficilmente si spingono fuori città e al massimo lo attraversano distrattamente in treno nel loro viaggio verso Napoli e il sud Italia, ma anche a molti nostri connazionali che soltanto d’estate leggono sui giornali della bellezza delle du
ne di Sabaudia o delle acque limpide e della vita nottura di Ponza e delle altre isole pontine. Vale invece la pena, ora che in tempi di pandemia l’offerta turistica si sta rapidamente adeguando a nuove esigenze alternative, di prendere in considerazione un itinerario da percorrere in macchina attraverso parchi naturali, parchi archeologici, storia, luoghi dello spirito, borghi antichi e spiagge bianche e pulite, il tutto accompagnato da un’offerta alberghiera varia e un’enogastronomia di alta qualità. Punto di riferimento è la via Appia, meno veloce della più frequentata via Pontina, che da Roma attraverso la zona dei Castelli permette di addentrarsi nel cosiddetto basso Lazio. Dopo circa 80 chilometri, si arriva a Sermoneta, splendido bordo sormontato da un castello appartenuto all’importante famiglia dei Caetani, che dette i natali a Papi e Cardinali. A Gelasio Caetani, si deve la costruzione iniziata nel 1921, sull’area di una cittadina medioevale di cui rimangono diversi ruderi, del Giardino di Ninfa, considerato dal New York Times come il più bello al mondo (vedi Area Wellness n.99). In zona, merita una visita l’abbazia di Valvisciolo, come la vicina e im
propaggini del promontorio da cui si gode l’incredibile vista che arriva fino all’isola d’ischia nel golfo di Napoli, si presenta con le sue mura ciclopiche poligonali dell’acropoli, risalenti al V secolo a.c. Sulla cosiddetta punta Rossa, segnaliamo due dei migliori alberghi della costa:.... Da non perdere una breve visita alla Grotta Guattari in cui fu rinvenuto un teschio unmano appartenente all’uomo di Neanderthal. Terracina si trova solo a venti chilometri più a sud, e sorprende la tipicità della città vecchia, più in alto rispetto alla parte balneare, che intorno alla piazza centrale su cui domina la cattedrale di San Cesareo, in stile romanico, ospita ben conservati, l’antico Foro Emiliano, il Teatro Romano e il Capitolium. Omero raccolta che da qui Ulisse osservò da distante il contorno del promontorio che credeva fosse l’isola Eea.imperdibile una visita al Tempio romano di Giove Anxur, costruito sul Monte S. Angelo, su un’imponente basamento del I secolo e da cui si gode uno straordinario e indescrivibile panorama. Nel viaggio verso il sud, uno stop lo merita il celebre borgo marinaro di Sperlonga, che negli anni ‘60 del secolo scorso attraeva star del cinema, poeti e artisti di tutto il mondo, e che oggi accoglie un popolo di vacanzieri interessati, più che dall’esclusività e dalle tradizioni marinare, alla bellezza della costa, delle spiagge bianche e delle acque pulite. Sperlonga ospita uno straordinario Museo Archeologico Nazionale con monumentali gruppi scultorei in marmo dedicati alle imprese di Ulisse. Adiacente si trova la sontuosa Villa, appartenuta nel I secolo d.c. all’imperatore Tiberio, che ospitava impianti termali, riserve d’acqua e acquari. La Grande Grotta naturale in cui l’imperatore trascorreva il suo otium, era decorata con marmi pregiati, mosaici e il triclinio, giusto a fianco della piscina interna collegata a altre piscine esterne. Una splendida e tortuosa strada litoranea che si snoda lungo la costa permette di osservare dall’alto alcune delle più belle spiagge del tirreno, finche in meno di mezzora non si arriva dall’alto a Formia, città marinara da cui partono i collegamenti veloci per le isole di Ponza e Ventotene. Interessante è l’area archeologica del Mausoleo di Cicerone e di sua figlia Tulliola, in centro città uno sguardo al Cisternone romano, opera idraulica monumentale le cui robuste murature sorreggiono le case sovrastanti. Una volta il Castellone mediovale aveva 12 torri ma oggi ne sono rimaste solo due, una delle quali risalente al XIV secolo mostra ancora la sua caratteristica forma ottagonale. Insieme a Terracina, Formia possiede ancora una flotta di pescatori che garantiscono quotidianamente un pescato fresco, mentre la vicina Gaeta è anche più famosa per gli allevamenti di cozze. A dominare l’omonimo golfo, in cui esiste una base militare americana, c’è un edificio che
ha una storia particolare. Costruito dai Borboni, il palazzo è stato fino a qualche decennio fa, sede di un carcere militare e per lungo tempo ha avuto come unico ospite Robert Kappler, colonnello nazista condannato all’ergastolo, che però riuscì rocambolescamente a fuggire nascosto in una valigia dall’ospedale del Celio a Roma. Ora è di proprietà dell’università di Cassino. Ma ciò che rende Gaeta meta di visite da tutto il mondo è la cosiddetta Montagna Spaccata, una fenditura naturale di un costone roccioso calcareo, che giunge fino al mare, e su cui fu costruito nell’xi secolo il Santuario della Santissima Trinità. Posto a strapiombo sul mare, in una posizione che appare quasi impossibile domina la cosiddetta Grotta del Turco, raggiungibile via mare, che secondo una tradizione locale, si venne a formare nello stesso momento della morte di Gesù. Per godere di un ottimo pranzo a base di pesce, per gustare la famosa tiella gaetana, un panzerotto in pasta di pane ripieno di calamari in umido e olive locali, il tutto annaffiato da un tipico moscato bianco di Terracina, il luogo migliore è il borgo marinaro da cui ci si può spostare, se nancora si ha voglia, per una visita alla Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria assunta, che risale al X secolo. Per chi non vuole proprio perderi nulla, rimane ancora una escursione sulla cima di Monte Orlando per visitare il Mausoleo di Lucio Munazio Planca, costruito in blocchi di pietra intorno al 20 a.c. Il tempo necessario per la visita alla Riviera di Ulisse che vi abbiamo proposto può andare da un minimo di tre giorni a una settimana se ci si vuole fermare anche per godere delle tante spiagge attrezzate e libere della costa. Se poi si ha a disposizione più giorni ci si può spostare verso l’interno, da Gaeta verso Cassino, con il suo splendido Monastero, e passando per paesi meno noti ma non meno belli quali Aquino e Arpino, patria di Cicerone e Caio Mario, inoltrarsi in Ciociaria, visitando le mura ciclopiche di Alatri, la città dei Papi di Anagni, Fiuggi con le sue Terme, per ritornare con gli occhi pieni di ricordi e splendide emozioni, verso Roma. Oppure se si è ormai troppo stanchi e ci si vuole abbandonare alle docili onde di uno dei mari più belli e incontaminati del mondo, con un aliscafo veloce, da Formia o Terracina la destinazione immancabile, specie durante la bassa stagione è l’isola di Ventotene, dove la vita scorre lenta e il pesce fresco fa a gara in termini di eccellenza con le lenticchie locali, oppure l’isola di Ponza, che perde la sua patina di mondanità, e torna a essere un luogo semplice e incantevole.