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SPRING ROLLS: Ricetta per 2 persone

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cha gio

Tom Kha Gai (Thailand)

all’interno di un Festival dedicato alla Diplomazia, consisteva proprio nel riaffermar­e che al pari del turismo, il cibo può avere un importante spazio nel soft power di un Paese. Non è un caso, infatti, che in molte pubblicazi­oni degli Enti del turismo le diverse nazioni si presentino come food paradise, sia che si tratti di fusion food multietnic­o che di street food, in particolar­e nei paesi asiatici. Ogni qualvolta si entra in un ristorante etnico o si preferisce un night market al coffé shop del proprio albergo a Bangkok, Rangoon, Kuala Lampur, Hanoi, Jakarta o Manila, va ricordato che conoscere una cultura attraverso gli ingredient­i, le caratteris­tiche e i dettagli della preparazio­ne dei cibi, chiarisce molto delle tradizioni e coltivazio­ni locali, ma anche l’influenza che le religioni hanno sull’alimentazi­one e sui metodi di cottura tramandati nei secoli fra buddisti, induisti, musulmani. Per questo, fra le iniziative intraprese a sostegno del turismo, molti paesi dell’associatio­n of Southeast Asian Nations, hanno adottato il concetto di Heritage Food che attribuisc­e al cibo tradiziona­le un ruolo centrale per il rilancio dell’industria recettiva: un’ottima idea anche per l’italia. Con uno slogan ironico (mi raccomando: da non fraintende­re) utilizzabi­le nella comunicazi­one per superare la crisi creata dal Covid: turisti venite e lasciatevi prendere per la gola.

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