ARRIVANO GLI INSETTI!
Una scelta sostenibile a basso impatto ambientale
Nel mondo, al di fuori dell’Unione Europea, si mangiano più di 1.900 specie di insetti (dato Fondazione Veronesi). In Europa non c’è consumo diretto di insetti e larve ma le istituzioni comunitarie hanno dato il via libera al consumo di polveri e farine come quelle di grillo (Acheta domesticus),
delle larve del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), delle larve gialle (Tenebrio molitor e Locusta migratoria)…
Gli insetti stanno diventando una vera e propria realtà alimentare e anche l’industria del pet food non sta a guardare. L’adozione di farine di insetti è pragmatica e non bada troppo al palato: la tradizionale catena della produzione alimentare ha ripercussioni enormi su inquinamento, produzione di CO2, consumo delle risorse ambientali mentre quella a base di insetti commestibili è decisamente più sostenibile (oltre che più economica). Basti pensare ai quantitativi inferiori di cibo che servono per alimentare un “esercito” di grilli da allevamento rispetto a bovini, suini, ovini o polli: per ottenere gli stessi risultati finali di quote proteiche, infatti, gli insetti consumano circa 600% in meno di cibo (dati FAO). Ma i vantaggi in termini di sostenibilità non si fermano qui: gli insetti da allevamento emettono meno ammoniaca e meno gas serra (metano, anidride carbonica e diossido di azoto); hanno bisogno di spazi minori (fino a 10 volte meno per ogni kg di proteina prodotto), non incidono sul disboscamento, richiedono trasporti decisamente meno costosi e meno inquinanti; consumano quantitativi di acqua nettamente inferiori.