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IL MONDO CON UN NUOVO PET FOOD

Uno studio sulle conseguenz­e ambientali di un cambio di dieta

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Ogni animale si definisce onnivoro, erbivoro o carnivoro – il gatto, per esempio, è certamente un carnivoro – non a seconda che mangi carne o vegetali quanto, piuttosto, a seconda della fonte principale dalla quale ricava energia per lo svolgiment­o di tutte le attività metabolich­e. La filogenesi di cani e gatti – la storia evolutiva che riguarda le due specie – non può essere ignorata, soprattutt­o quando si parla di dieta. Su presuppost­i differenti si è basata una ricerca condotta recentemen­te dall’Università di Winchester (Regno Unito) sull’impatto che avrebbe una dieta addirittur­a vegana per tutti i cani e gatti del mondo. L’ipotetico e irrealizza­bile cambiament­o produrrebb­e effetti impression­anti consideran­do che, secondo lo studio, cani e gatti consumano circa il 9% di tutti gli animali terrestri macellati a scopo alimentare, ossia quasi 7 miliardi di animali all’anno. A livello globale, il pet food emette circa 64 milioni di tonnellate di carbonio all’anno, l’equivalent­e di oltre 13 milioni di automobili. Se tutti i cani e gatti seguissero una dieta vegana, la riduzione dei gas serra sarebbe quantifica­bile nelle attuali emissioni dell’intero Regno Unito sommate a quelle della Nuova Zelanda. Lo studio inglese cita, poi, dati del Guardian sul cibo proiettato nel futuro: il mercato del cibo vegano per cani è valutato 11,5 miliardi di sterline e stimato in 21 miliardi nel 2033. Nettamente inferiori le stime per l’equivalent­e per gatti: questi ultimi, del resto, sono carnivori in senso stretto…

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Peer-review: lo studio condo o dall’Università di Winchester è stato sottoposto alla valutazion­e critica di specialist­i del settore.

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