Avion Luxury International Airport Magazine

Maxi a vela. Gioielli su misura con l’anima corsaiola

- Di/ by Alex D’Agosta

Gli armatori di superyacht a vela amano tanto la natura e sanno che pagano un prezzo spesso inferiore agli yacht a motore di pari lunghezza per un mezzo da molti punti di vista più elegante, marino e sicuro con il maltempo anche se meno veloce e spazioso. Niente di nuovo, è sempre stato così lo yachting, ma di certo la tensione per rendere gli armatori a vela più fedeli a un brand lo si è coltivato anche sul piano delle competizio­ni. Alcuni più forti, infatti, puntano su trofei monomarca, mentre in generale le regate dedicate ai maxi restano saldamente gli eventi più glamour del pianeta. E forse non tutti sanno che molti dei nomi più prestigios­i di questo esclusivo club di imbarcazio­ni

I velisti appassiona­ti dei maxi sembrano non abbiano più compromess­i da accettare: fascino e sinuosità delle forme non ostacolano più l’uso croceristi­co né quello agonistico in regata, per consentire agli armatori di sfoggiare i propri grandi gioielli a vela negli appuntamen­ti più prestigios­i del mondo Maxi-yacht sailing enthusiast­s need accept compromise­s no more: attractive, sinuous lines no longer impede their use as leisure craft, nor their competitiv­e use in regattas, allowing owners to show off these sailing treasures at the most prestigiou­s events around the world

hanno forti legami con l’Italia che, al contrario di quanto si creda, non è solo in vetta alla produzioni dei superyacht a esclusiva propulsion­e meccanica. Si parte con Wally, il cantiere monegasco creato da Luca Bassani Antivari, erede della celebre famiglia italiana che ha fondato la BTicino. La produzione a vela di Wally ha raggiunto i 164 piedi, ma la sua specialità sono scafi nell’intorno dei 30 metri. È il caso dell’ultimo nato nel 2016, il “Barong D“, con interni studiati da Luca Bassani Design e gli esterni tradiziona­lmente firmati da German Frers: bei contrasti di colori e un pozzetto super lungo per grande comfort all’aperto. Ma in banchina il più temuto dei vari recenti è il secondo

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