Avion Luxury International Airport Magazine
CARS
BENTLEY, BUGATTI E FERRARI. LUSSO SENZA LIMITI. BENTLEY, BUGATTI AND FERRARI. LUXURY KNOWS NO BOND
Tre modelli speciali, molto diversi ma in certi aspetti simili fra loro, fanno sfregare gli occhi come non mai: in lire costerebbero da una buona metà a miliardi interi e sonanti. Cifre notevoli, che hanno una spiegazione
Three special models, very different from one another but with certain similar features, that are sure to turn heads and have truly mind-blowing price tags. Considerable amounts, which have, however, an explanation
Leggendo alcuni numeri assoluti delle hypercar più recenti ed esclusive dell'ultimo anno si nota che il balzo in avanti verso l'infinito sembra aver toccato ampiezze mai raggiunte. Stiamo parlando di prezzi talmente alti da dare un sapore ancora più originale al concetto di esclusività: quello che non deve mancare nelle auto per pochissimi fortunati, che di solito sono collezionisti e in generale “owner” già conosciuti e invitati singolarmente all'acquisto, è quindi una ricercatezza e un prezzo da far invidia per parecchi decenni a venire. Dettagli rari, dettagli preziosi, dettagli pacchiani, dettagli assurdi o meravigliosi, non importa: quello che conta è che il “pezzo” e, assolutamente, pure, il prezzo, sia possibilmente “unico” o almeno così speciale da gratificare l'occhio e l'ego anche di chi non avesse alcuna sensibilità alle auto. A casa Bentley, per esempio, è “bastato” un anniversario, non di poco conto, per evocare pagine di storia importanti. Presa la Continental, già rivisitata molte volte, si è voluto dare un forte segnale richiamando un glorioso passato con la GT N°9 Edition by Mulliner. Chiamando in causa una carrozzeria di tal prestigio, si è voluto dar lustro alla storia dei trasporti in generale: a quel tempo
infatti, si parla esattamente di un secolo fa, le carrozzerie si contavano sulle dita di una mano e un nome come questo vantava il suo prestigio addirittura dal 1700, con un'esperienza maturata sopratutto nella produzione di carrozze di alto livello. Questo modello fa bella mostra del numero 9 per richiamare la Blower di un magnate, Tim Birkin, che la portò a correre a Le Mans nel 1930. Verrà realizzato a mano in 100 pezzi e di quell'esemplare d'epoca nato per la pista riprende dettagli in legno sul sedile del guidatore, la griglia speciale davanti al motore e non si fa mancare dettagli di classe come i pomelli placcati in oro a 18 carati. Pochissimi anche gli esemplari di Monza SP1 e SP2, 20 chili e un posto in più di differenza. La Ferrari Sp1, più bella perché, con il single seater, è quanto di più piacevole si possa ottenere quando si viaggia con la fantasia. Il tributo che il cavallino rosso ha voluto dare all'Autodromo Nazionale conta di una base già incredibile, quella della 812 Superfast, portata a 810 cavalli: un allungo un po'
più esteso per 11 cavalli in più è praticamente niente. Ma quello che conta di quest'auto è l'esperienza di possederla per viverla e mostrarla: si guida “open air”, cosa che non era contemplato da tanto tempo in vetture d'eccellenza. E nonostante un non trascurabile “sacrificio” del pilota, non manca nulla di tutto quello che offre una super car moderna: tecnologia e prestazioni ai massimi livelli ma valorizzando il ruolo di “barchetta” estrema. La SP1 genera spettacolo già da fermi, partendo dai suoi tanti elementi in carbonio come il cofano motore che si solleva in avanti insieme ai parafanghi. E al tocco di classe più evidente: in Ferrari hanno reinvitato un capolino molto minuto ma efficace, grazie alle moderne tecniche di studio dei flussi d'aria con la galleria del vento: il suo nome è virtual wind shield, e si occupa di deviare i flussi d'aria dal pilota e dai comandi. La padrona assoluta di questa rassegna non poteva però essere che La Voiture Noire di Bugatti, che vuole tornare a spiegare al mondo cosa vuol dire essere Bugatti, cioè essere capaci di tracciare un confine ben chiaro fra le auto normali e quelle eccessivamente irraggiungibili. Celebra i 110 anni dalla fondazione, un anniversario che vuole essere onorato con l'auto più costosa al mondo di nuova fabbricazione, che vuole essere un anello di congiunzione fra sportività ed eleganza, perché, sulla carta, promette di essere si una hypercar, ma relativamente spaziosa e comoda. È grande, bellissima e ricchissima e, a proposito del prezzo, difficilmente la sorpasserà qualcuno a breve: supera di molto il doppio della Divo, pur avendo lo stesso 16 cilindri 8 litri quadriturbo da 1.500 cavalli e 1.600 NM. Una cifra che era a sua volta oltre il doppio dei predecessori.
Si parla di oltre 11 milioni di euro più tasse. Una follia, con la promessa di essere però la pima hypercar che coniughi una limousine al fascino di una coupè, anche se resta solo un oggetto per due posti. Il richiamo storico forte in questo caso guarda alle linee della Type 57SC Atlantic, che le rende tributo con una riga che corre lungo tutta la sezione centrale. Chiaramente il retro non poteva essere nuovamente imitato, ma oggi appare ben sinuoso con una linea rossa molto seducente a comporre l'intero gruppo ottico e, vera particolarità distintiva, le enormi sei canne dei terminali di scarico di ampia sezione, giusto lì a far capire che, per quanto lussuosa e originale, si tratta pur sempre di un “razzo” adattato alla circolazione stradale.