Luca Bassani: il coraggio di osare
Luca Bassani: the courage to dare
Prima la vela. Poi è toccato al motore. Come in tutte le cose c’è sempre un “prima” e un “dopo”. Di sicuro, con il suo ingresso sulla scena la nautica non è stata più quella di prima. Luca Bassani non solo ha creato un marchio di successo, Wally, ma è stato tra i pochi in questo settore ad aver portato una nuova visione sul modo di concepire la barca e, di riflesso, sul modo in cui viverla. “In casa Wally il motore nasce dalla vela” racconta Bassani.
“Tutto nacque il giorno in cui un cliente tedesco arrivò da me chiedendomi di realizzare uno scafo a motore, che s’ispirasse al Tiketitan. In realtà – prosegue Bassani – all’epoca un pensierino, in tal senso, lo stavo già facendo, ma quella richiesta mi convinse a rompere gli indugi”. Il resto è storia. Ma, come ha dimostrato anche nella vela, limitare il ragionamento solo al design è riduttivo. La forma per Bassani è sempre al servizio della funzione e mai il contrario. “Guardandomi attorno, avevo notato che sul piano dell’innovazione le barche a motore avevano poco da dire. Tutto ruotava attorno all’idea che aggiungendo più cavalli e potenza si ottenevano prestazioni migliori. Molto poco era stato fatto a livello d’idrodinamica” continua Bassani.
Anche in questo caso la vela ci ha messo lo zampino. L’ispirazione arrivò dalle prue dei Wally. Tutto è iniziato da qui. “All’epoca le imbarcazioni a motore, soprattutto quelle con una vocazione sportiva, presentavano un profilo con una prua molto pronunciata. Se poi si andava a vedere nel dettaglio la sezione, lo scafo era invece piatto. Tradotto vuol dire che, in presenza di mare formato, le carene erano poco efficienti e la prua non era in grado di tagliare le onde” prosegue Bassani. Da qui l’idea di adottare lo stesso tipo di approccio utilizzato per gli scafi a vela Wally, che si distinguevano proprio per il disegno affilato della prua. “La partita più difficile è stata quella di concepire una carena efficiente in tutte le condizioni di mare e con un assetto che non andasse a discapito delle prestazioni” racconta Bassani. Nasce così quella che, a detta di tutti, è stata la barca più rivoluzionaria del Nuovo Millennio. Il 118wallypower è stato un punto di rottura sotto
Con Wally ha rivoluzionato la nautica. Una visione, quella di Bassani, ancora oggi vincente
With Wally, he has revolutionized boating. Bassani’s vision is still winning today
molti punti di vista, a iniziare dalle prestazioni: 65 nodi grazie alla spinta di tre potenti turbine. Ma in tema d’innovazioni il 36 metri ha fatto scuola anche per molte altre scelte, all’epoca considerate rivoluzionarie. Le più eclatanti furono l’impiego di enormi superfici vetrate per la sovrastruttura, in modo da azzerare la distanza visiva tra esterno e interno; la creazione di un secondo pozzetto nella zona di prua, fino ad allora considerata un’area tecnica, e infine l’utilizzo delle impavesate abbattibili, grazie alle quali era possibile aumentare le superfici calpestabili. “Dall’idea al varo ci vollero quattro anni” commenta Bassani. Il 118wallypower toccò l’acqua nel 2003 e da quel momento nulla fu più come prima. In realtà un cambiamento era già in atto. E anche in questo caso sotto il segno di Bassani. “Il Wallypower è stata una straordinaria piattaforma di lavoro, che ci ha permesso di sviluppare una vera e propria gamma di prodotto ancora oggi di grandissimo successo” riflette Bassani. “A ispirarmi fu l’avvocato Agnelli. Alla fine degli Anni ‘80 l’avvocato acquistò il tender del consorzio australiano di Kookaburra. Da tender porta-vele lo trasformò in porta-persone, inventando la barca di servizio al seguito della barca madre. Fino ad allora i grandi yacht a motore imbarcavano tender lunghi al massimo 6 metri. Nel 1998 comprai io stesso una copia del tender dell’avvocato e, dopo averne studiato pregi e difetti, sviluppai l’ormai iconico Wallytender di 45 piedi che varai nel 2001. Ne vendemmo più di cento unità in pochi anni, convincendo il mercato che ogni barca, piccola o grande che fosse, doveva avere al seguito un tender di almeno 40 piedi per migliorare enormemente la vita a bordo. Le barche più piccole durante la crociera potevano rimanere in rada, usando questo tipo di tender per portare a terra e imbarcare gli ospiti e per qualsiasi servizio, perfino per trasportare nei serbatoi duemila litri di carburante per rifornire la barca madre” conclude Bassani. L’arrivo del Wallytender ha originato un vero e proprio segmento di mercato, oggi diventato tra i più prolifici dell’intera industria nautica.
Così come l’ingresso del Wallyace, per altri motivi, ha introdotto un nuovo modo di concepire la vita in barca, anche in questo caso mutuato dalla vela. “L’idea adottata è quella sperimentata a suo tempo con successo a bordo di
I contenuti tecnici e stilistici del 118 wallypower hanno rivoluzionato un intero settore
The technical and stylistic features of 118 Wallypower have revolutionized an entire sector
Tiketitan, ovvero una vera e propria terrazza sul mare che, nel caso del Wallyace, comunica con la cabina armatoriale situata a poppa. Inoltre, a bordo, il salone beneficia di una vista panoramica a 360 gradi”. Per il futuro la rotta di Wally nel motore è tracciata. Le novità più importanti toccano ancora una volta la gamma Wallytender, che dall’ingresso del marchio nel Ferretti Group, avvenuto nel 2019, hanno portato in dote un nuovo 48 piedi declinato anche in una versione con motorizzazione fuoribordo. “Mantenendo la forte identità estetica di Wally – aggiunge Bassani – e le soluzioni pratiche già convalidate nel modello entrobordo, abbiamo creato la barca ideale per chi preferisce l’esperienza del fuoribordo: velocità elevate, alte performance e una tenuta di mare impareggiabile”.
Il filone della gamma dei daycruiser si è poi arricchito quest’anno con l’ingresso del 43wallytender. Ma è solo l’inizio. Il bello deve ancora venire.