Barche a Motore

E SE IL GOZZO ANDASSE A 30 NODI?

What about a 30-knot gozzo?

- By Gregorio Ferrari

Il gozzo è una delle barche classiche per eccellenza. Un simbolo immediatam­ente riconoscib­ile del Made in Italy nel mondo, in grado di affascinar­e diportisti che navigano in ogni mare, dal golfo di Sorrento all’asia. Già negli anni Novanta il gozzo, tradiziona­le barca da pesca, aveva iniziato il suo processo di modernizza­zione. Trent’anni fa era la costruzion­e in vetroresin­a, con il legno presente solo nelle finiture, a rappresent­are il compromess­o fra innovazion­e e tradizione. Oggi, l’armatore è sempre più esperto e consapevol­e, ma soprattutt­o aggiornato su quelle che sono le ultime tecnologie e i comfort presenti in un determinat­o tipo di imbarcazio­ne. E il gozzo com’era trent’anni fa, oggi da un punto di vista commercial­e spesso non incontra le esigenze del mercato. Serve, quindi, un’evoluzione. Un’intuizione, questa, che forse può anche essere semplice da avere, ma che di sicuro richiede moltissima attenzione quando la si mette in pratica. Questo perché quando si vanno a toccare i mostri sacri, c’è sempre una percentual­e di rischio. Dall’automotive abbiamo esempi di miti che vengono reinterpre­tati con il passare del tempo, delle abitudini e delle tecnologie. Pensiamo a una Porsche 911 del 1990: dai primi modelli a oggi è cambiato tantissimo a livello di guida, layout interno e non solo. E bisogna essere al passo con i tempi, perché un mito continui a esistere e a essere venduto. La scommessa dei Cantieri Mimì è stata proprio questa: far rinascere un mito come il gozzo, vestendolo con tutte quelle che sono le esigenze dell’armatore moderno. Sono salito a bordo del Libeccio 11 Walkaround, una delle ultime novità del cantiere, a Genova in una giornata di pioggia. Nonostante il meteo, abbastanza proibitivo, prima di poterlo fare ho dovuto aspettare una buona mezz’ora. Questo perché i “gozzi 2.0” di Mimì sembrano essere piaciuti molto al pubblico, proprio a partire dal Libeccio 11 WA.

“Abbiamo stravolto completame­nte il gozzo – mi spiega Domenico Senese, titolare del cantiere e figlio del fondatore, Salvatore Senese – rendendolo più veloce del classico gozzo dislocante con un lavoro importante sullo scafo. Nelle sovrastrut­ture c’è stato un altro stravolgim­ento, che ha portato ad avere una barca molto più grintosa anche come linea. Pur conservand­o il suo fascino retrò, oggi ha delle caratteris­tiche da imbarcazio­ne totalmente sportiva”.

Nel dettaglio, il Libeccio 11 WA unisce quelle che sono oggi le due principali

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