E SE IL GOZZO ANDASSE A 30 NODI?
What about a 30-knot gozzo?
Il gozzo è una delle barche classiche per eccellenza. Un simbolo immediatamente riconoscibile del Made in Italy nel mondo, in grado di affascinare diportisti che navigano in ogni mare, dal golfo di Sorrento all’asia. Già negli anni Novanta il gozzo, tradizionale barca da pesca, aveva iniziato il suo processo di modernizzazione. Trent’anni fa era la costruzione in vetroresina, con il legno presente solo nelle finiture, a rappresentare il compromesso fra innovazione e tradizione. Oggi, l’armatore è sempre più esperto e consapevole, ma soprattutto aggiornato su quelle che sono le ultime tecnologie e i comfort presenti in un determinato tipo di imbarcazione. E il gozzo com’era trent’anni fa, oggi da un punto di vista commerciale spesso non incontra le esigenze del mercato. Serve, quindi, un’evoluzione. Un’intuizione, questa, che forse può anche essere semplice da avere, ma che di sicuro richiede moltissima attenzione quando la si mette in pratica. Questo perché quando si vanno a toccare i mostri sacri, c’è sempre una percentuale di rischio. Dall’automotive abbiamo esempi di miti che vengono reinterpretati con il passare del tempo, delle abitudini e delle tecnologie. Pensiamo a una Porsche 911 del 1990: dai primi modelli a oggi è cambiato tantissimo a livello di guida, layout interno e non solo. E bisogna essere al passo con i tempi, perché un mito continui a esistere e a essere venduto. La scommessa dei Cantieri Mimì è stata proprio questa: far rinascere un mito come il gozzo, vestendolo con tutte quelle che sono le esigenze dell’armatore moderno. Sono salito a bordo del Libeccio 11 Walkaround, una delle ultime novità del cantiere, a Genova in una giornata di pioggia. Nonostante il meteo, abbastanza proibitivo, prima di poterlo fare ho dovuto aspettare una buona mezz’ora. Questo perché i “gozzi 2.0” di Mimì sembrano essere piaciuti molto al pubblico, proprio a partire dal Libeccio 11 WA.
“Abbiamo stravolto completamente il gozzo – mi spiega Domenico Senese, titolare del cantiere e figlio del fondatore, Salvatore Senese – rendendolo più veloce del classico gozzo dislocante con un lavoro importante sullo scafo. Nelle sovrastrutture c’è stato un altro stravolgimento, che ha portato ad avere una barca molto più grintosa anche come linea. Pur conservando il suo fascino retrò, oggi ha delle caratteristiche da imbarcazione totalmente sportiva”.
Nel dettaglio, il Libeccio 11 WA unisce quelle che sono oggi le due principali