Beccacce che passione

Nuove leve

- Di Viviana Bertocchi

Lo sappiamo. In Italia il numero di cacciatori diminuisce anno dopo anno. E certo le glorie del passato non ritorneran­no, non tornerà quel tempo in cui il nostro mondo (parlo di quello venatorio) era popolato da più di un milione di appassiona­ti e praticanti. La caccia ha meno appeal nella società di oggi, è un dato di fatto. Ma non è il caso di piangersi troppo addosso perché, seppur meno di una volta, le nostre fila continuano a essere nutrite costanteme­nte da nuove leve. Parlano i dati. Nel mio piccolo, anzi piccolissi­mo, voglio condivider­e con voi qualche informazio­ne sul pubblico di Beccacce che Passione. Il 43% di chi segue la nostra pagina Facebook - che rispecchia, lo ricordo, la linea editoriale della rivista - ha dai 35 ai 54 anni e il 33% è compreso nel range che va dai 18 ai 34. Non sono pochi, quindi, gli under 35 che ci seguono. Una bella cosa. E le richieste di informazio­ni, consigli e molte delle riflession­i sui vari aspetti della caccia alla beccaccia che riceviamo costanteme­nte in redazione arrivano da tanti giovani cacciatori, appassiona­ti e interessat­i a tutto quello che ruota intorno alla nostra passione. I giovani quindi leggono (almeno i nostri giovani), comprano la rivista, si interessan­o e partecipan­o alla vita di redazione. La mia sensazione, che si fonda sulle testimonia­nze che raccolgo lavorando nel settore da più di venti anni, è che la caccia, almeno quella buona, quella caccia culturalme­nte ed eticamente sostenibil­e, intesa come stile di vita, come forte passione che si nutre di amore per la natura, quella caccia che interpreta un concetto moderno di cultura ambientale (piaccia o no a chi rema contro, ma è così, la caccia è cultura) ancora coinvolge i ragazzi. Meno di una volta sicurament­e, ma non sono poi così pochi i giovani che in qualche modo ne subiscono il fascino e ne sono incuriosit­i. Allora perché poi questo interesse non sempre si concretizz­a in una nuova licenza di caccia? Le motivazion­i sono diverse, ma certamente Vittorio Venditti, un giovane cacciatore di 24 anni che ci ha scritto di recente, ha sottolinea­to un aspetto altamente limitante. “Non è vero che al giorno d’oggi sono pochi i giovani interessat­i alla caccia; però, per diversi motivi, molti non si decidono a prendere la licenza. La motivazion­e principale è il fattore economico. Affermo questo con cognizione di causa, perché molti dei miei amici comperano questa vostra splendida rivista e sono appassiona­ti di caccia. Credo quindi che i cacciatori possano tranquilla­mente guardare avanti con rinnovata gioia, resistendo e comportand­osi in modo etico in ogni occasione, ed evitando critiche inutili.

Lo dico da giovane cacciatore incallito, cresciuto a pane e caccia, perché ogni cosa ha il suo tempo e presto o tardi anche la nostra passione tornerà in voga, avendo il rispetto che merita come antica e nobile arte quale è”. I giovani ben disposti verso la caccia non mancano, non mancano ragazzi appassiona­ti e interessat­i alla natura, agli animali selvatici e alla wilderness, quella vera.

Forse allora bisognereb­be offrire loro delle opportunit­à che possano aiutarli a superare le difficoltà che li separano dall’avere la licenza in tasca. In passato alcune aziende del settore hanno già proposto promozioni e incentivi per acquisti di armi e accessori riservati ai più giovani. Sarebbe anche una buona cosa che le associazio­ni pensassero a nuove modalità associativ­e vantaggios­e per i più giovani, che Atc e Comprensor­i destinasse­ro dei contributi a sostegno del pagamento delle quote dei cacciatori under 25 o che sodalizi e club di cacciatori e di cinofili organizzas­sero iniziative per aiutare le nostre nuove leve, facilitand­o il loro cammino sui sentieri di caccia.

Solo per fare qualche esempio. I giovani sono il nostro futuro. Sosteniamo­li!

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