Coco e le prime beccacce
La francesina di Modica al cospetto delle sue prime beccacce. Promette bene, ma la gioia più grande è sempre quella: poter godere, nonostante tutto, di grandi piccoli momenti di felicità in sintonia con il proprio cane. Questi sono i privilegi della cacc
Un anno è trascorso dall’inizio della pandemia e siamo ancora qui a combattere. La nuova “casta” (ricordate quando qualcuno diceva di voler cancellare le caste? Ora, che si è fatto casta lui stesso, non se ne parla più…), parrebbe rappresentata dai vaccinati. Se non fosse che spesso appartengono a categorie giustamente protette. Quando questo numero sarà in edicola, speriamo che, nel frattempo, siano arrivati tutti i vaccini necessari e che si possa conquistare tutti il nostro passaporto sanitario, lasciapassare per la libertà individuale e il rilancio dell’economia.
L’italia si sta indebitando come mai e se l’economia non dovesse ripartire con slancio, alla fine di questa tremenda crisi sanitaria sarà il default per il Paese e si prospetteranno tempi durissimi.
Coco però non lo sa…
… e francamente se ne infischia. Anzi, siccome è francese e lo dice in francese, se ne stracatafotte. Mangia, beve e non è ancora una signorina ma, da adolescente, a poco più di sei mesi, ha già fermato due beccacce. Siccome ferma tutto, le mosche, le lucertole, i cani che avvista da lontano e con cui vorrebbe giocare (perché è una gran civetta), ferma perfino le vacche
( primum, pensare in grande…). Quando l’ho vista immobile all’esterno di una costa di querce e fitta macchia mediterranea, non le ho dato gran peso. Dopo una trentina di secondi c’è stato un gran trambusto tra i lentischi e la beccaccia se n’è andata verso l’alto (ovviamente), facendo la sua comparsa solo oltre le cime degli alberi, fuori dalla portata del mio fucile.
Mi ha guardato - Coco, non la beccaccia - come si dice alla Sorbona, “amminchialuta”, ovvero esterrefatta, chiedendosi: “e questa cos’è?” Poi si è eccitata e ha cominciato a cercarla ovunque, fermando a ogni piè sospinto. Cadeva un caco e lei fermava. Sfrullava un colombaccio e lei fermava, ragliava un somaro in lontananza e lei fermava in direzione.
Aveva ragione perché, pochi minuti dopo si è infilata sotto un grande carrubo e l’ho vista di nuovo immobile. Le sono andato dietro tenendomi pronto. Stavolta, senza il minimo fruscio, un’altra beccacciona è uscita a distanza di sicurezza, risparmiandosi anche la remota possibilità di beccarsi una fucilata. Siccome conosco i miei luoghi (quei pochi che mi hanno lasciato parcomania e recinzioni dei privati), sono andato subito nella giusta direzione. Coco correva gagliarda, ormai meno stupita e più consapevole di quello che cercava.
La sicurezza l’ha fregata…
… questa seconda beccaccia si è alzata in volo prima che la cagna la fermasse, in un piccolo tratto di pulito, offrendosi a un tiro rapido, ma relativamente facile. Purtroppo, però, Coco e la preda, proprio nell’unico momento favorevole, si trovavano sulla stessa linea di tiro e quindi non ho potuto sparare. Svantaggi dell’andare a caccia da solo. Tuttavia, i vantaggi del poter fare tutto quello che mi pare - regolare andatura, cambiare itinerario, fermarmi, accelerare - superano di gran lunga le eventuali penalizzazioni di carniere.
Quello che non va sono la limitatezza del tempo e dello spazio, il depauperamento degli habitat e della fauna, l’imbastardimento dei luoghi il cui abbandono non è wilderness, ma incuria e degrado.
Passerà
Voglio vaccinarmi, perché devo lavorare, ma anche perché voglio partire col mio cane. Perché una Coco così iniziata in Argentina la trasformo in una professoressa in meno di una settimana. Perché in Argentina mi aspettano le copetonas, che nessuno caccia e io voglio conoscere, dopo aver conosciuto la pecho blanco. Dobbiamo prima sconfiggere la variante brasileira, che sembra fatta apposta per tenermi distante dal Sud America.
Ma passerà. Prima di quel che si possa immaginare, ci risveglieremo da questo brutto sogno. Al momento siamo ancora fortunati ad essere vivi. Stringiamo i denti. E anche Coco abbia pazienza se le beccacce saranno per ora molto meno numerose dei conigli che, dietro il meticcio Gelsomino, anche lei non disdegna. Selvaggina sconsigliatissima per una giovane cagna da ferma di buona famiglia. Ma ormai non c’è più mondo…