Biffoli Spreader Dox: la combinazione giusta
Biffoli Spreader Dox
Biffoli offre agli appassionati due strozzatori paradox che differiscono fra loro per alcuni particolari. Nello specifico, uno presenta rigature
più accentuate e scolpite, l’altro meno evidenti
Gli strozzatori Spreader Dox di Biffoli differiscono fra loro per alcuni particolari. Entrambi sono strozzatori paradox, ma uno presenta rigature più accentuate e scolpite, l’altro meno evidenti. La ragione della diversità risiede - almeno sulla carta - in un utilizzo leggermente differente sul terreno di caccia; laddove si prediliga l’efficacia di apertura alle brevissime distanze sarà da preferire quello con
la scolpitura più marcata, laddove si preferisca una maggiore versatilità di impiego (raggio di azione) sarà da preferire quello con la rigatura meno accentuata. L’idea è apprezzabile: il cacciatore, infatti, dovrebbe conoscere il comportamento dei propri cani, quale tipo di vegetazione vanno ad affrontare nel bosco e anche il comportamento della beccaccia, che è differente nei vari momenti della stagione venatoria.
Preparazione
Gli strozzatori appaiono realizzati con cura; quelli in dotazione per la nostra prova possiedono la filettatura per una canna Benelli, ma su richiesta Biffoli li può realizzare anche con altre filettature. Solo a titolo di esempio, sono disponibili per tutti i fucili del gruppo Beretta, ma anche per i fucili Fair e Marocchi. Sono rivestiti in pvd ( physical vapor deposition), trattamento chimico che li indurisce e che li preserva per un
utilizzo quotidiano, e sono realizzati in acciaio inox Hp ad alte prestazioni. Sono lunghi 7 centimetri e sono del tipo interno a scomparsa. Sono bruniti entrambi. L’altezza della rigatura è di 0,38 millimetri per il paradox con rigatura bassa e di 0,48 millimetri per il paradox con rigatura alta.
In compenso non è facilissimo distinguere a colpo d’occhio quale strozzatore abbiamo in mano perché sono abbastanza simili. Suggeriamo di adottare una sigla per differenziarli meglio. Quello con la rigatura meno accentuata presenta la stessa in una forma un po’ particolare, del tipo tronco-conica che, secondo le intenzioni del costruttore, consente il recupero della selvaggina sino a distanze importanti (anche 3035 metri). Verificheremo, ovviamente. Sempre in riferimento a quanto dichiarato da Biffoli, entrambi gli strozzatori si distinguono da quelli presenti in commercio; la parte bassa dei vuoti appare raggiata anziché piana e questo determina un ulteriore effetto sulla ro
sata. Non è facile, comunque, cogliere queste sottigliezze a un esame visivo. Dopo uno, due colpi sparati, lo strozzatore andrebbe svitato dalla sua filettatura; naturalmente è un’operazione da compiere a fucile completamente scarico, in condizioni di assoluta sicurezza. Quando la carica della cartuccia si avvia verso la volata e prende la filettatura dello strozzatore paradox, questo impegno va a stringere e serrare ulteriormente lo strozzatore nella sua filettatura, con il rischio che dopo qualche colpo sia virtualmente impossibile allentare lo strozzatore stesso, se non mettendo la canna in morsa. È sufficiente, con l’apposita chiave in dotazione e dotata di una lunga manetta allo scopo di possedere una leva dal braccio più lunga ed efficace, svitare e allentare leggermente lo strozzatore dopo uno, due colpi. Ricordatevi poi di serrarlo nuovamente, senza stringere troppo. È una rottura di scatole? Forse, ma ben difficilmente vi troverete a beccacce nelle condizioni di sparare più di un paio di colpi con