La modernità avanza
di spiacevoli incontri con l’uccello marrone e tutto ciò che ne consegue. Perché non c’è niente da scherzare!
Voi non sapete come mi sono sentito io quel giorno che incontrai sul mio percorso, lo scorso dicembre, in una meravigliosa e sconfinata cerreta ad alto fusto con sottobosco a eriche, luogo solitario e affascinante, una coppia di giovani colleghi accompagnati dai loro quattro cani; o meglio, quattro cani accompagnati dai loro due giovani cacciatori. Dunque, vi racconterò.
Premessa per le mie girate a beccacce è la certezza di non incontrare nessuno e la possibilità di poter praticare un intenso giro di almeno mezza giornata senza dover tornare all’auto. Pertanto, sostanzialmente, ero giunto a quel momento senza che mai avessi avuto dimostrazione concreta di cosa significasse la moderna caccia alla beccaccia. Stavo dicendo… Quel giorno, giunto in una grande area piena di fascino, luogo dove sapevo che una beccaccia avrebbe potuto albergare, ebbi una vaga, forse subliminale sensazione che in lontananza vi fosse qualcuno. Pur tendendo l’orecchio non percepii altro e proseguii sereno verso la zona di interesse. In effetti il mio cane iniziò ad avvertire una pastura e con sollecitudine si apprestò a individuare il luogo, più o meno prossimo, dove la beccaccia si era celata. D’un tratto alcuni cani silenziosissimi, avidi e rapidissimi, in tipico stile e con una determinazione invidiabile, con la compostezza di un branco di lupi, senza fare una piega superarono me e il mio cane, proprio nella direzione promettente. Dopo un po’ arrivarono i due cacciatori che, pur passandomi vicini come prima i loro cani, mi oltrepassarono senza degnarmi di uno sguardo, impegnati com’erano a consultare i loro dispositivi. Essi proseguirono e si fermarono a occhio e croce circa cento metri oltre, dandosi la voce per piazzarsi, mentre io ero rimasto a bocca aperta. Una breve attesa e quindi una scarica di colpi. Un attimo dopo vidi volare altissima la beccaccia indenne, saettante come un colombaccio, tanto che proseguì fino e oltre l’orizzonte; altro che ribattuta!
Ma si sa, signori miei… le beccacce di oggi sono diverse da quelle del passato. Insomma mi ero trovato dentro uno “Sturm und Drang”, dove superuomini, supercani e superbeccacce avevano sovvertito il mio piccolo, antico ordine costituito, un’esperienza davvero esaltante e rivoluzionaria! Ma io mi ritrovai annichilito.
A caccia senza corredo tecnologico
A questo punto sconsiglio caldamente tutti i lettori giovani e intelligenti, aperti alle novità e colmi di curiosità, di proseguire la lettura di questo articolo in quanto fazioso portatore di vizi cinofilo-venatori inconfessabili, quanto imperdonabili. Ma dato che adesso devo proprio raccontare la caccia col cane nudo (ossia senza che sia corredato di moderne attrezzature tecnologiche) vi metterò in guardia dalle controindicazioni.
Primo, dovrete procurarvi un cucciolo equilibrato, intelligente e di spiccata venaticità, proveniente da una genealogia di soggetti equilibrati,
intelligenti e venatici. Facile, vero? Secondo, con progressività e pazienza procederete alla sua educazione di base, fase fondamentale per costituire il giusto rapporto cane-cacciatore, lavoro lungo e costante, senza scorciatoie: richiamo, dietro, vai, seduto, fermo. Senza questo passaggio non si va da nessuna parte.
Dopodiché, fate come vorrete e potrete secondo le norme, portatelo sulla selvaggina solo selvatica, sulle varie specie disponibili a seconda del periodo. Tutta la selvaggina, badate bene, non solo beccacce. Sì, perché il vostro giovane avrà così modo di apprendere i molteplici comportamenti dei selvatici, che siano quelli di una quaglia nella medica, di un fagiano in un gerbido, della starna e delle altre pernici nei prati e nelle stoppie di collina e montagna, del beccaccino nelle risaie e nei prati umidi e via dicendo. Il vostro allievo sarà così preparato ad affrontare tanto la beccaccia di arrivo tranquilla e confidente, quanto la beccaccia svernante, leggera e pedinatrice, quel selvatico, cioè, dai mille comportamenti.
Inoltre, già dalla tenera età fate capire al vostro allievo che caprioli, cervi, daini, cinghiali, istrici, scoiattoli eccetera, ossia il 99% della selvaggina dei boschi, non sono di vostro interesse e che non deve fare stupidaggini e mettersi nei guai; è il vostro cane che ha bisogno di voi e quindi non è lui che caccia per sé. Per fare ciò, il cane deve essere nudo anche in addestramento.
Il vostro cane dovrà comprendere la necessità di variare la sua ampiezza di cerca per adattarla al tipo di terreno, estesa in ambienti aperti tipo la faggeta, contenuta nei boschi sempreverdi. In pratica, deve apprendere che il fucile lo avete voi. Imparerà a fare rientri regolari o a farsi vedere in modo ritmato, scandendo il tempo della cerca. In caso di prolungamento del tempo di rientro o di qualsiasi altro dubbio, un solo colpo di fischietto dovrà essere sufficiente a dirimere la situazione: se il cane rientra sarà solo un nulla di fatto, altrimenti lestamente ci porremo in cerca del cane utilizzando le ultime utili informazioni (direzione di cerca) incrociando le dita. 3. Nel bosco sarà faticoso tenere altissima l’attenzione dei sensi, con nessun calo di concentrazione sul cane, perché altrimenti perderete il contatto e non potrete reperirlo in caso di ferma. Si dovrà, cioè, sviluppare un sesto senso che ci farà intuire, come in una nostra mappa mentale, il percorso del nostro ausiliare
4. Se volete cacciare con il cane nudo, dovete essere dei tipi tranquilli e fiduciosi che il vostro cane se la sappia cavare da sé
appassionati, oggetto di mille distinguo e discettazioni filosofiche, ma la cui declinazione concreta nel profondo dei boschi è ovviamente trascurata a favore della distanza della cerca.
Per quanto mi riguarda, la mia modalità di caccia ottimale è quella minimale: un cacciatore e un cane. La motivazione è prettamente di convenienza, nel senso che già sarà difficile avere sotto controllo la situazione così, figuratevi dover avere sotto osservazione un ulteriore cane e pure un compagno di caccia. Tenete conto che sarà faticoso tenere altissima l’attenzione dei sensi, con nessun calo di concentrazione sul cane, perché altrimenti perderete il contatto e non potrete reperirlo in caso di ferma. Si dovrà, cioè, sviluppare un sesto senso che ci farà intuire, come in una nostra mappa mentale, il percorso del nostro ausiliare; ma sappiatelo, state più che certi che sarà proprio quando il solito importuno vi chiamerà al telefono per la consueta sciocchezza che il vostro cane nudo fermerà chissà dove. Quindi andate a caccia rigorosamente dove il cellulare non prende.
Dovete anche essere dei tipi tranquilli e fiduciosi che il vostro cane se la sappia cavare da sé. Non cominciate a pensare subito che, se non rientra dopo un minuto, sia successo che: se lo siano mangiato i lupi, che i cinghiali lo abbiano straziato, che la vipera lo abbia pizzicato, che sia annegato nel vicino ruscello, che si sia perso dietro ai caprioli, che sia finito in un pozzetto di scolo, che abbia trovato una femmina in calore, che si sia andato a cercare un altro cacciatore perché voi gli avete padellato le ultime dieci beccacce, che gli sia stata sbarrata la strada del rientro da una invasione di cavallette. Nel caso di queste preoccupazioni, portatevi una confezione di tranquillanti o lasciate perdere il cane nudo.
Infine, la più certa delle controindicazioni sarà che comunque, pur con tutte le accortezze, qualche beccaccia vi fregherà perché non avrete trovato il vostro cane o perché avrete impiegato troppo tempo a reperirlo.
Qualche concessione
Cane nudo sì, ma qualche aiuto me lo concedo. In situazioni particolari faccio indossare al cane il mitico campano, del quale si è già parlato in modo competente e approfondito sulle pagine della nostra rivista. E “vesto” il cane con la pettorina di colore brillante, ausilio che per me che caccio con soggetti di roano-marrone risulta indispensabile. Non amo particolarmente il campano, tanto che lo uso saltuariamente nei luoghi tipo il forteto sempreverde. Questo perché, in primo luogo, mi pare che il suono emesso disturbi il cane; in secondo luogo perché mi pare
5. Cane nudo sì, ma qualche aiuto l’autore se lo concede. In situazioni particolari fa indossare al cane il campano e “veste” il cane con la pettorina di colore brillante, ausilio che per lui che caccia con soggetti roano-marroni gli risulta indispensabile
6. Il vostro cane dovrà comprendere la necessità di variare la sua ampiezza di cerca per adattarla al tipo di terreno, estesa in ambienti aperti tipo la faggeta, contenuta nei boschi sempreverdi. In pratica, deve apprendere che il fucile lo avete voi. Imparerà a fare rientri regolari o a farsi vedere in modo ritmato, scandendo il tempo della cerca che ostacoli la capacità del nostro ausiliare di utilizzare il suo udito per ritrovarci o seguirci mentre compie le sue esplorazioni, dato che sono solito fare attenzione a mantenere il massimo silenzio. In effetti quando uso il campano ho la sensazione di ricorrere di più al fischietto, che altrimenti utilizzo raramente, per offrire al cane un punto di riferimento. Prediligo un campano dal suono grave, eventualmente attutito da qualche giro di nastro isolante per renderlo più sordo. La pettorina, di solito di colore arancione per la sua visibilità anche in condizioni di luce limitata, la ritengo irrinunciabile, sia per me, ma anche per evitare al cane di essere scambiato per un cinghiale e beccarsi una fucilata da parte di qualche cretino che, a tutti è noto, esiste. Tra i modelli disponibili quelli che prediligo sono di produzione artigianale, di giusta tonalità, leggeri, traspiranti, robusti e resistenti, con un taglio perfettamente adattabile al cane, semplicissimi da applicare.
Finché posso, mi limito alla sola pettorina, ma il campano è sempre nel tascone, pronto all’uso.
Nudo anche il cacciatore
E se il cane sarà nudo, sarà nudo anche il cacciatore, che avrà solo i suoi feticci agé: solitario con la fidata doppietta, qualche cartuccia di cartone, un buon fischietto in corno o bosso, la vecchia cacciatora e gli scarponi in vacchetta. Tutto quanto è necessario per trascorrere splendide giornate col nostro cane e qualche beccaccia, qua e là per il mondo, forse un po’ fuori dal mondo. A questo punto, per me è quanto, mi pare di avervi sufficientemente ragguagliato circa tutte le controindicazioni alla caccia della beccaccia col cane nudo, sperando di aver mostrato la retta via a color che son dubbiosi. Vantaggi di sicuro non ce ne sono. Datemi quindi ascolto, resistete al nostalgico canto delle sirene che invocano una caccia che non ritornerà.