Per ogni esigenza venatoria
te situato in apice dell’astina stessa e zigrinato nel punto di contatto.
Una soluzione minimale e piacevole. Anche in questo caso un miglioramento rispetto alla versione precedente. Bene così.
Ho apprezzato pure il calciolo in gomma piena, da circa 15 millimetri di spessore e in grado di smorzare adeguatamente qualsiasi reazione capricciosa dovesse eventualmente presentarsi. A proposito: se le presenta, ciò è dovuto essenzialmente all’impiego di munizioni dalla grammatura esagerata.
Le canne sono realizzate in acciaio speciale trilegato e sono cromate internamente: la lunghezza di quelle montate sull’esemplare in prova è di 71 centimetri, ma sono disponibili anche da 67 per tutti i calibri. L’accoppiamento è a monobloc e il peso delle canne è di 1.068 grammi. Apprezzabili la finitura complessiva e la tiratura esterna; qualche miglioramento lo si potrebbe ancora ottenere nell’incassatura, peraltro ben curata e piacevole alla vista, visto che si tratta di un prodotto industriale. Le canne sono camerate standard, da 70 millimetri, anche se è presumibile che Rizzini su richiesta le possa proporre anche nella cameratura magnum da 76 millimetri. Detto inter nos: su un fucile di queste dimensioni e con questa piacevolezza al tiro, la cameratura standard va più che bene; altrimenti si corre il rischio di farsi ingolosire da grammature esagerate che snaturerebbero l’essenza del piacere di sparare con un calibro 28. I tubi sono uniti da bindellini laterali pieni; sopra la seconda canna si osserva una bindella ventilata a ponticelli da 6 millimetri, rabescata antiriflesso e munita di un mirino terminale sferico in ottone. La soluzione adottata è classica, ma chi preferisce disporre di un mirino ad alta visibilità non ha che l’imbarazzo della scelta nella sostituzione. A me piace così. Il BR 110 Light Luxe dispone di un set completo di cinque strozzatori intercambiabili: ogni esigenza venatoria è dunque salvaguardata. In metallo e dotata anche di pulisci-filetti, è pratica e ben fatta la chiave per il montaggio e lo smontaggio degli strozzatori; quest’operazione deve essere compiuta soltanto dopo che ci siamo accertati che l’arma sia completamente scarica.
La chiusura non mostra differenze di sorta con quanto abbiamo imparato a conoscere in numerosi fucili della ditta. Siamo davanti alla cosiddetta gardonese: un robusto
tassello basso si impegna su ramponi non passanti il fondo di bascula. È una soluzione ampiamente affidabile la cui efficacia è testimoniata da milioni di armi prodotte che sparano senza problemi.
Gli estrattori sono automatici. Ottima la finitura interna della bascula, specie se si considera la lavorazione industriale; non si vedono tracce di utensili di lavorazione. Sul fondo della bascula si trovano le due slitte brunite per il caricamento dei cani sotto l’azione del dente della croce all’apertura del basculante. Il monobloc di culatta è finito a bastoncino, ma con una specie di squamatura; strano, ma piacevole. La bascula in ergal presenta una piastrina di rinforzo in titanio, nella zona dei percussori, onde evitare qualsiasi problema derivante dai gas della combustione che si generano allo sparo. Il peso di scatto è stato settato a 1,8 e 2 kg rispettivamente per prima e seconda canna.
La sicurezza è come sempre curata, volta a impedire la partenza del colpo se l’arma non si trova nelle condizioni di perfetta chiusura.