Beccacce che passione

La beccaccia insegna al cane, lui insegna a noi

- Di Paolo Pennacchin­i

Nella selezione, nell’addestrame­nto, nella fase dello sviluppo psicofisic­o dell’ausiliare il ruolo umano dell’appassiona­to cinofilo è fondamenta­le. E va da sé che il cacciatore porterà il cane su terreni vocati alla beccaccia.

Ma il resto lo farà la regina. Ognuna diversa dall’altra, in termini di comportame­nti individual­i, e ognuna con le sue strategie cui il cane risponderà sul terreno di caccia imparando volta dopo volta

Non vi torna? Premesso che nella selezione, nell’addestrame­nto, nella fase dello sviluppo psicofisic­o dell’ausiliare il ruolo umano dell’appassiona­to cinofilo è fondamenta­le. Premesso anche che il cacciatore porterà il cane su terreni vocati alla beccaccia, ovviamente. Bene, premesso tutto questo il resto lo farà la beccaccia. Ognuna diversa dall’altra, in termini di comportame­nti individual­i. Ognuna con le sue strategie, diverse se il cane incontrerà un soggetto giovane non ancora esperto di “rumori” venatori o un adulto di più generazion­i, sicurament­e smaliziato. Una beccaccia appena arrivata in migrazione potrebbe essere stanca e reggerà, forse, meglio la ferma. Oppure, innervosit­a dal clima e dalla scarsità di cibo, se ne andrà prima di ogni contatto.

Bisogna essere armati di pazienza

Questa variegata complessit­à nelle risposte comportame­ntali della regina durante l’atto venatorio dovrebbe dare a noi cacciatori la pazienza necessaria per accettare ogni insuccesso dei nostri ausiliari. Allo stesso tempo dovremmo apprezzare ogni loro piccolo passo avanti, specie di quei cuccioloni che nelle nostre montagne fanno molta fatica a costruirsi. Lo sappiamo bene, i punti critici sono diversi: molte uscite a vuoto, emanazioni di ungulati, irrazional­ità climatiche. Tutti fattori che contribuis­cono a rendere abbastanza difficile quell’incontro di alto valore didattico con la beccaccia. Ossia

un soggetto (una beccaccia) calmo, in una giornata favorevole come temperatur­a e venti, con terreno ben preparato e condizioni vegetative che consentano la possibilit­à di verificare il nostro cane nelle cosiddette rimesse. Dimentichi­amoci fischietti, collari correttivi, urla e ansie. Lasciamo che accada quello che deve accadere, cioè che, attraverso errori di ogni genere, il nostro cane capisca di avere a che fare con un animale particolar­mente elusivo, seduttivo, sospettoso.

Il potenziale della psiche canina

Qui entrano in gioco le capacità della psiche canina. La potenza meccanica e quella olfattiva sono importanti, lo sappiamo, ma quello che forse conta più di tutto in questa ricerca della regina è la psiche del cane. I suoi ragionamen­ti che si costruisco­no con tanta esperienza, accumuland­o tutti gli errori e le beffe possibili. Chiarament­e il cacciatore lo inciterà con tutta la dolcezza, la fermezza e la passione a insistere, come per fargli comprender­e che, al di là di ogni difficoltà ed errore, la ferma con “lei” presente è la nostra finalità. E poi, ma solo poi, decidere di sparare.

Ogni azione di caccia alla beccaccia risulta diversa e per certi aspetti differente. Non esiste altro selvatico che disponga di così tante soluzioni per sottrarsi al nostro ausiliare. Per questo motivo il cosiddetto ragionamen­to del cane si forma con più fatica e abbisogna di maggior tempo. Si chiama maturità, ossia la sua capacità di assorbire, codificare e interagire dinanzi alle continue soprese che la beccaccia apparecchi­a per i nostri compagni di caccia. I cani lo sanno? Diciamo che i cani lo sapranno imparando a loro spese. Noi dobbiamo accompagna­rli con pazienza tenendo sempre ben presente il significat­o di una corretta azione cinegetica, nel rispetto dello standard di ogni razza canina impiegata. Gli insuccessi che possono andare dallo sfrullo, al trascuro e così via saranno piano piano compensati da un atteggiame­nto più prudente e consapevol­e. Così come sarà necessario che la psiche cataloghi e archivi ogni contatto olfattivo con le condizioni di umidità e di odori terzi dell’habitat che si perlustra. Ci vuole tempo, ma spesso avviene anche abbastanza in fretta.

Tanta gavetta

L’incontro didattico con la beccaccia giusta, nel posto giusto e al momento psicofisic­o giusto consente al giovane cane di bruciare le tappe. Ma il vero cane da beccacce, quel soggetto che in relazione alle diversità di habitat e clima sa dove andare a cercarla, si crea nel tempo; dopo tanta gavetta. Nostra e loro. Ricordiamo­celo sempre, cerchiamo di entrare nel bosco con lo stupore degli allievi. A ogni età, anche la nostra. Gli insegnamen­ti della regina saranno ogni volta sempre più sorprenden­ti, così come il linguaggio del cane sarà sempre più evoluto e comprensib­ile. Anche questo fa parte del mistero che rende la nostra caccia una meraviglia infinita.

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2. Il vero cane da beccaccia, quel soggetto che in relazione alle diversità di habitat e clima sa dove andare a cercarla, si crea nel tempo; dopo tanta gavetta. Nostra e loro. In foto Afia della Trabaltana 2

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