BECCACCE E AMICIZIA
Quello che sto per raccontarvi riguarda la storia di come questa nostra passione possa fare incontrare nel modo più insolito due persone e creare un legame di amicizia molto forte. Questa stagione rimarrà per me difficile da dimenticare, perché segnata dalla prematura e tragica perdita della mia giovane setter Belle per cui, ancora oggi (e chissà per quanto tempo), mi sento l’unico responsabile. A causa di ciò non volevo più saperne di tornare sui monti, anche se con me avevo sempre Giada, un cane di nove anni e mezzo con qualche acciacco ma con cervello, che mi ha sempre regalato grandi emozioni. Se sono quindi veramente riuscito a non mollare, il merito va al mio caro amico Daniele.
Io e lui non ci conosciamo da molto, le nostre strade si sono incontrate una fredda mattina di inizio dicembre del 2017 nell’alta Val di Vara (Sp). Giada aveva appena fermato una beccaccia in una valletta a limite di un pascolo che ero riuscito a bloccare con un bel tiro, ma purtroppo era finita in un fitto roveto e né io, né i cani (compresa Belle alla
sua prima stagione) eravamo riusciti a spingerci fin là. Daniele, che aveva assistito alla scena senza che io me ne accorgessi, vedendomi in difficoltà, si era fatto avanti avvertendomi che la beccaccia smarrita in realtà era volata via e con molta probabilità si era posata nella valle poco sotto di noi. Abbiamo così cacciato insieme per il resto della mattinata, riuscendo peraltro a prendere nuove prede e a fine giornata ci siamo salutati con la promessa di tenerci in contatto. Da quel giorno è nata una splendida e vera amicizia, tanto che negli anni successivi abbiamo continuato a cacciare e ad addestrare i nostri ausiliari unitamente e a condividere esperienze di caccia e di vita. A entrambi a volte sembra di conoscerci da tutta una vita e alcuni amici comuni affermano che siamo come fratelli divisi alla nascita. È quindi grazie a lui e alla sua caparbietà se, dopo una settimana dal terribile fatto, sono riuscito a rimettermi gli scarponi e riprendere la nostra comune passione. Un giovedì pomeriggio, con la scusa, che gli serviva del mangime per i cani mi ha fatto andare da lui e poi mi ha pregato di andare insieme, anche con Giampaolo, a fare un giretto di un paio d’ore, dicendomi che avrebbe fatto bene sia a me sia a Giada. Così, fra mille pensieri, ho deciso di raggiungerli nel luogo prefissato. La giornata era splendida e la zona di crinale, costituita da pascoli e boschetti con alcune sorgive, offriva un luogo ideale di sosta per le prime svernanti.
Ero assorto nei miei pensieri e mi preoccupavo poco dell’azione dei cani. Nella prima ora si erano susseguite due o tre ferme in bianco; molto probabilmente la beccaccia aveva avvertito il sopraggiungere dei cani dal fruscio secco causato dal fogliame, allontanandosi poco prima del nostro arrivo. Avevamo deciso quindi di abbassarci e, sotto un fitto cespuglio spinoso, la sua setter Lea si bloccò in una ferma molto decisa facendo presagire che la beccaccia fosse negli immediati paraggi. Daniele ( l’unico dei due ad avere il fucile) e Giampaolo andarono a servire il cane posizionandosi poco più sotto la sua posizione, mentre io decisi di rimanere leggermente sopra dove si godeva di una maggiore visuale nel caso il volatile si sarebbe spinto lontano. Ma il destino volle che nel fuggire l’arciera venne verso di me: un tiro di stoccata e la vidi cadere. Subito venni preso da un turbinio di emozioni e ricordi dei giorni appena trascorsi. Giada, che era in consenso, eseguì il riporto e, stranamente, consegnò la beccaccia a Daniele, il quale nel ridarmela si congratulò con un filo di commozione. Riprendendo il nostro giro avvertii una maggiore convinzione, come se dentro di me qualcosa si fosse sbloccato. Lungo il percorso non trovammo trovato più nulla, ma in realtà lo scopo dell’uscita era stato quello di rimettersi in gioco. Solo giunti all’auto, ormai al tramonto, una beccaccia volò proprio sopra di noi come a salutarci. “Questa volta ho vinto io” sembrò dirci.
Poco importa, la gioia più grande è stata ritornare a esercitare questa magica e a volte inspiegabile passione della caccia alla beccaccia e averla condivisa con un vero amico.