Caccia alla croule, no grazie!
La caccia alla croule viene ancora oggi praticata in Russia (lì è considerata una caccia tradizionale) e consente il prelievo di beccacce in pieno periodo riproduttivo (da inizio aprile). In tanti insorgono (giustamente) contro tale pratica, ma è opportuno fare alcune considerazioni in merito. Ogni anno in Russia vengono prelevate alla croule circa 250.000 beccacce (F. Gossmann, 2020); in autunno-inverno si stima siano prelevati circa 50.000 individui. Se la pratica della caccia alla croule è davvero scioccante per la maggior parte dei cacciatori dell’europa occidentale, poiché considerata come fortemente impattante sulla specie, i beccacciai dovrebbero anche chiedere immediatamente ai dirigenti degli uffici Caccia dei loro rispettivi Paesi di fissare una quota stagionale di 300.000 beccacce, uguale, cioè, al totale degli abbattimenti effettuati in Russia ogni anno. Così facendo, riducendo drasticamente il numero di abbattimenti consentiti a stagione, si contribuirebbe con più efficacia alla conservazione della specie. Questo considerando che attualmente il numero di abbattimenti di beccacce in Francia, Italia, Grecia e Spagna è in ciascuno di questi Paesi nettamente più alto di quello calcolato annualmente in Russia, comprensivo delle beccacce abbattute alla croule.