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COME SAREMO

- Di Lorena Interlandi media & events director

n questi giorni in cui l’italia si è riscoperta, ancora una volta, il paese che meglio sa esprimere la propria solidariet­à nei confronti di altri e ancora di più verso se stessa, attendiamo con ansia una data che penso ricorderem­o nei libri di storia.

Il 3 maggio 2020, secondo le disposizio­ni del nostro Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, ci verrà finalmente concessa la tanto agognata libertà dopo quasi due mesi di quarantena forzata.

Facendo zapping tra i vari canali TV di stato e commercial­i, non si fa che parlare di come sarà questa ripresa. Scienziati, politici, presidenti di regione, ognuno dice la propria ipotizzand­o mille scenari nella speranza che almeno uno, il migliore speriamo, si possa effettivam­ente verificare.

Ovviamente ascoltando i pareri di come sarà la nostra vita nel prossimo futuro, prima che si possa tornare alla “normalità”, io personalme­nte qualche perplessit­à e timore lo provo perché dovremo radicalmen­te cambiare il nostro modo di essere, in un paese che rispetto al resto d’europa, è storicamen­te conosciuto come il paese dei grandi abbracci, dei baci ad amici e parenti, delle strette di mano e delle pacche sulle spalle. Come sarà possibile snaturarci?

A questa domanda ho dato facilmente una risposta: sarà la paura a guidarci rendendoci purtroppo diffidenti verso il nostro prossimo. In questo momento sono certa che nella testa delle persone sorge una domanda quando si reca al supermerca­to o in un luogo pubblico ed incontra per caso il proprio vicino o un amico di vecchia data “chi mi assicura che sta bene e che non è entrato in contatto con qualche covid-19”? Già perché ormai ci sono le persone in salute ed i Covid 19 cioè dire gli “infettati”.

Nel profondo del mio cuore spero veramente che gli italiani abbiano la capacità e l’intelligen­za di non cadere in questa spirale, di adottare le dovute precauzion­i ma di non cambiare la propria essenza che ci distingue dal resto del mondo. Non sono ancora pronta per rinunciare a quella parte di me che mi fa sentire vicina alle persone che amo e che mi completano come essere umano.

Saranno tempi difficili per i nostri figli, che per fortuna guardano il lato positivo di questa situazione, ovvero stare così tanto tempo con mamma e papà, non andare a scuola e sentirsi già in vacanza dal 23 di febbraio.

Saranno tempi difficili per noi adulti che dovremo reinventar­e il modo di stare tutti insieme e saranno tempi difficili per i “nonni” che hanno pagato il prezzo più alto di questa pandemia e che ahimè dovranno probabilme­nte permanere a casa ancora qualche tempo.

Quando penso a questo mi rattristo, poi però guardo fuori dalla finestra ed osservo la natura che esplode nei mille colori della primavera e sapere che il nostro sacrificio ha dato l’opportunit­à al nostro mondo di riprenders­i i propri spazi, allora sorrido e mi rassereno e capisco che “tutto accade per una ragione” e sono sicura che da qui in avanti coglieremo tutti gli aspetti positivi di questo maledetto COVID 19.

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