COME SAREMO
n questi giorni in cui l’italia si è riscoperta, ancora una volta, il paese che meglio sa esprimere la propria solidarietà nei confronti di altri e ancora di più verso se stessa, attendiamo con ansia una data che penso ricorderemo nei libri di storia.
Il 3 maggio 2020, secondo le disposizioni del nostro Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, ci verrà finalmente concessa la tanto agognata libertà dopo quasi due mesi di quarantena forzata.
Facendo zapping tra i vari canali TV di stato e commerciali, non si fa che parlare di come sarà questa ripresa. Scienziati, politici, presidenti di regione, ognuno dice la propria ipotizzando mille scenari nella speranza che almeno uno, il migliore speriamo, si possa effettivamente verificare.
Ovviamente ascoltando i pareri di come sarà la nostra vita nel prossimo futuro, prima che si possa tornare alla “normalità”, io personalmente qualche perplessità e timore lo provo perché dovremo radicalmente cambiare il nostro modo di essere, in un paese che rispetto al resto d’europa, è storicamente conosciuto come il paese dei grandi abbracci, dei baci ad amici e parenti, delle strette di mano e delle pacche sulle spalle. Come sarà possibile snaturarci?
A questa domanda ho dato facilmente una risposta: sarà la paura a guidarci rendendoci purtroppo diffidenti verso il nostro prossimo. In questo momento sono certa che nella testa delle persone sorge una domanda quando si reca al supermercato o in un luogo pubblico ed incontra per caso il proprio vicino o un amico di vecchia data “chi mi assicura che sta bene e che non è entrato in contatto con qualche covid-19”? Già perché ormai ci sono le persone in salute ed i Covid 19 cioè dire gli “infettati”.
Nel profondo del mio cuore spero veramente che gli italiani abbiano la capacità e l’intelligenza di non cadere in questa spirale, di adottare le dovute precauzioni ma di non cambiare la propria essenza che ci distingue dal resto del mondo. Non sono ancora pronta per rinunciare a quella parte di me che mi fa sentire vicina alle persone che amo e che mi completano come essere umano.
Saranno tempi difficili per i nostri figli, che per fortuna guardano il lato positivo di questa situazione, ovvero stare così tanto tempo con mamma e papà, non andare a scuola e sentirsi già in vacanza dal 23 di febbraio.
Saranno tempi difficili per noi adulti che dovremo reinventare il modo di stare tutti insieme e saranno tempi difficili per i “nonni” che hanno pagato il prezzo più alto di questa pandemia e che ahimè dovranno probabilmente permanere a casa ancora qualche tempo.
Quando penso a questo mi rattristo, poi però guardo fuori dalla finestra ed osservo la natura che esplode nei mille colori della primavera e sapere che il nostro sacrificio ha dato l’opportunità al nostro mondo di riprendersi i propri spazi, allora sorrido e mi rassereno e capisco che “tutto accade per una ragione” e sono sicura che da qui in avanti coglieremo tutti gli aspetti positivi di questo maledetto COVID 19.