La Divina Commedia
Intreccio di arti per celebrare Dante
Intreccio di arti per celebrare Dante
In occasione delle celebrazioni dantesche indette a settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, gli spazi di rhinoceros gallery a Roma ospitano un’originale rivisitazione della Divina Commedia che nasce dall’intreccio del progetto fotografico “Ever After di Claudia Rogge” e “DANTE. In a private dream of Raffaele Curi” e della presentazione dell’iniziativa “La parola di Dante fresca di giornata” dell’Accademia della Crusca. La galleria e la Fondazione Alda Fendi - Esperimenti fanno ripartire dunque la loro proposta culturale con un progetto espositivo coinvolgente ed immersivo, visitabile su prenotazione fino al 15 luglio. Le fotografie di grandi dimensioni dell’artista tedesca Rogge, sono state realizzate nel 2011 e rappresentando i tre regni dell’oltretomba dantesco, Inferno, Purgatorio e Paradiso, in un’accezione personale e contemporanea. I visitatori vengono posti di fronte a immagini visionarie che sembrano ispirate alla pittura antica; sono scene complesse e di grande impatto visivo, animate da decine di figure affastellate le une sulle altre, corpi nudi che si contorcono o si elevano. In mostra si possono ammirare anche alcune opere della serie Rapport sempre di Claudia Rogge del 2005: si tratta di ritratti di giovani figure femminili che si moltiplicano all’infinito. I volti delle protagoniste sono quasi sempre celati e anche laddove siano visibili rimangono tuttavia inespressivi, disumanizzati, senza per questo in nessun modo sminuire la bellezza dei corpi contemplati e l’armonia della composizione, anzi esaltando queste
componenti in un’estetizzazione raffinata. L’individuo per Rogge diventa massa, assurgendo a puro valore estetico, senza alcun intento ideologico né didascalico. “DANTE. In a private dream of Raffaele Curi” è una rilettura inedita e originale della selva dei suicidi descritta da Alighieri nel Canto XIII dell’Inferno. È un’opera rock su un Dante radioattivo quella immaginata da Raffaele Curi, che impernia la sua riflessione sulle tematiche ambientali ed ecologiche sempre più care alle nuove generazioni, attente a un uso responsabile e sostenibile delle risorse naturali e a contenere i danni provocati dall’uomo sulla vita del pianeta. Così, dopo aver visto la mostra di Claudia Rogge, si passa all’interno di una stanza buia in cui si snoda un percorso obbligato, non lineare, che i visitatori sono invitati a compiere lasciandosi avvolgere da una grande installazione multimediale di forte impatto emotivo (sconsigliata a chi soffre di claustrofobia).