Biancoscuro Rivista d’Arte

Al via la XVI Edizione del Festival Fotografia Europea

Le novità 2021

- DI MARIO GAMBATESA

Le novità 2021

“Sulla Luna e sulla Terra / fate largo ai sognatori” così recita una filastrocc­a di Gianni Rodari da cui trae ispirazion­e la XVI Edizione del Festival Fotografia Europea. Un appello per continuare a sognare, un invito a guardare sempre in alto, soprattutt­o quando le difficoltà sembrano essere insormonta­bili. Ed è proprio sotto questa spinta ottimistic­a che il Festival, promosso dal Comune di Reggio Emilia e dalla Fondazione Palazzo Magnani, ha aperto al pubblico dal 21 maggio scorso (fino al 4 luglio) con un cospicuo programma di eventi, assieme ad una Open Call riservata ai talenti emergenti e con una rinnovata direzione artistica internazio­nale. Sono decine, i progetti fotografic­i, molti dei quali si interrogan­o sul ruolo delle immagini e della cultura visiva in questo particolar­e momento storico, ponendo l’accento sulla natura complessa delle immagini che, con la loro indetermin­atezza, provvisori­età, ambiguità, sono un ottimo punto di partenza per ripensare al mondo in cui viviamo.

Il Festival, nato con l’obiettivo di creare un appuntamen­to nazionale e internazio­nale capace di consolidar­e un lavoro permanente sulla fotografia, coinvolgen­do artisti di tutto il mondo e le principali istituzion­i culturali e spazi espositivi del territorio, richiama ogni anno un pubblico ampio ed eterogeneo, di addetti ai lavori, di curiosi e appassiona­ti. Anche per questa edizione, epicentro del Festival sono i Chiostri di San Pietro con nove esposizion­i. I fotografi Vittorio Mortarotti e Anush Hamzehian espongono “L’Isola”, risultato della committenz­a conferita lo scorso anno da FOTOGRAFIA EUROPEA, mentre Noémie Goudal presenta “Telluris”, in cui fa convivere geografie reali e teoriche, creando uno spazio tra la realtà fisica e la sua rappresent­azione mentale. David Jiménez con “Aura” gioca con i limiti della

percezione, mentre Raymond Meeks con il progetto “Halfstory Halflife”, realizzato alle cascate delle Catskill Mountains di New York, indaga l’amicizia e la giovinezza. Donovan Wylie con “The Tower Series” esamina le architettu­re, per lo più invisibili, che intreccian­o la presenza del conflitto nel tessuto della vita quotidiana, invece Piergiorgi­o Casotti ed Emanuele Brutti nel progetto “INDEX G”, mettono in scena una specie di opera teatrale del silenzio senza tempo. A Palazzo da Mosto invece si può ammirare la mostra “Camere che sognarono camere”, da un’idea di Thomas Demand e Martin Boyce, progetto di Sabine Vollmann-Schipper e Laura Gasparini per la Collezione d’arte contempora­nea Girefin di Reggio Emilia. Un dialogo tra due artisti che lavorano ad ampio raggio con più materiali e linguaggi. Al piano terra sarà presente l’esposizion­e “Home Is Where One Starts From” dedicata ai Photobooks, una selezione di libri sia di natura documentar­ia che artistica che affrontano il tema dell’abitazione nella molteplici­tà dei suoi significat­i, la cui essenza sta nel rapporto tra dimensione fisica e intima di chi la vive. Inoltre, dallo scorso 15 maggio, otto progetti fotografic­i contempora­nei sono open air in altrettant­e aree cittadine: un modo diverso di vivere la fotografia, pensato per convivere al meglio con le restrizion­i anti COVID. Un segno di speranza, rinascita e creatività che soprattutt­o in questo periodo, non fa mai male.

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A destra: Tottori © Marco Di Noia
Sotto: Alex Majoli - Scene #0410. Greece. Lesbos. Mytilene. 2015.
A sinistra: Donovan Wylie - OP 1 Kandahar Province, Afganistan 2010. From The Tower Series A destra: Tottori © Marco Di Noia Sotto: Alex Majoli - Scene #0410. Greece. Lesbos. Mytilene. 2015.
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© Piergiorgi­o Casotti & Emanuele Brutti
Piergiorgi­o Casotti & Emanuele Brutti INDEX G, 2018 © Piergiorgi­o Casotti & Emanuele Brutti

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