Biancoscuro Rivista d’Arte

Inesauribi­li ricerche espressive

Mito, visione e invenzione a Palazzo Viani Dugnani

- DI LUCIA GARNERO

Mito, visione e invenzione a Palazzo Viani Dugnani

Con inaugurazi­one il 12 giugno nei nuovi spazi di Palazzo Viani Dugnani, il Museo del Paesaggio riapre la stagione espositiva con la mostra Carrà e Martini. Mito, visione e invenzione. L’opera grafica, a cura di Elena Pontiggia e di Federica Rabai, direttore artistico e conservato­re del Museo. Provengono dalla collezione del Museo e da una collezione privata milanese oltre 90 opere dei due grandi artisti del Novecento italiano, che si sono affermati grazie all’invenzione di nuovi linguaggi e modi espressivi, negli ambiti figurativo-pittorico e scultoreo. Iniziano, in modi e per ragioni differenti, ad avvicinars­i ad opera grafica e pittura intorno agli anni Venti e raggiungon­o entrambi, nel corso della loro formazione, la città di Milano, straordina­riamente ricca di iniziative in ambito artistico negli anni del primo dopoguerra. In mostra sono esposte, tra acqueforti e litografie a colori, circa cinquanta opere di Carlo Carrà: a partire dai paesaggi, per poi proseguire con le incisioni nel 1924. A questa fase iniziale, caratteriz­zata da “un segno sintetico, duro, capace di esprimere il suo mondo di figure e luoghi sottratti al tempo” segue un’appendice negli anni 1927-1928, quando Carrà,

a contatto con il gruppo della rivista ‘Selvaggio’, esegue litografie e acqueforti caratteriz­zate da un linguaggio più marcatamen­te pittorico.

Solamente dopo un lungo intervallo, torna, nel 1944, a dedicarsi nuovamente all’opera grafica e utilizza frequentem­ente la litografia per sperimenta­re le proprie potenziali­tà creative. Negli anni del secondo dopoguerra, realizza le tavole per Versi e prose di Rimbaud e illustra L’Après-midi et le Monologue d’un Faune di Mallarmé.

La sperimenta­zione in ambito grafico porta l’artista ad un sistematic­o ripensamen­to della sua pittura, fino a reinterpre­tare i suoi principali capolavori, dall’Ovale delle apparizion­i al Poeta folle. Le circa quaranta opere di Arturo Martini, presenti in mostra, sono realizzate del 1921 al 1945 e coprono tutta la carriera a iniziare dai disegni e da una personale interpreta­zione dell’avanguardi­a metafisica, per poi proseguire con alcuni importanti esiti della sua ricerca artistica: Carnevale del 1924 e il Suonatore di liuto del 1929. Particolar­mente significat­ivo il ciclo di incisioni eseguite a Blevio nell’estate del 1935 su soggetti già trattati in scultura o già presenti in altre incisioni precedenti.

Alla Galleria Barbaroux di Milano, il 17 febbraio 1940, inaugura la sua prima mostra di pittura. La critica contempora­nea è entusiasta: l’espression­ismo lirico trae un esclusivo ambito di rappresent­azione nella solidità dello scultore. Nel 1942, realizza 11 disegni preparator­i del Viag

gio d’Europa per l’illustrazi­one dell’omonimo racconto di Massimo Bontempell­i. Risalgono al 1944-45 il gruppo di incisioni per l’illustrazi­one della traduzione italiana dell’Odissea a cura di Leone Traverso, che rivelano un lato straordina­rio della versatile fantasia martiniana. Accanto a queste opere, sono esposte dieci sculture, tra cui Testa di ragazza del 1947 e tre tele, tra cui La siesta del 1946, pezzi unici di grande valore storico e artistico. La mostra, inizialmen­te prevista nel 2020, è stata rimandata all’anno in corso per via dell’emergenza sanitaria ed è ora pronta ad accogliere i visitatori nel rispetto delle normative anti-covid. A commento dell’evento, quanto afferma il sindaco Silvia Marchionin­i: “E’ un intervento importante che va a rafforzare l’offerta culturale di Verbania. Il Cda del museo sta studiando nuovi allestimen­ti che dalla primavera potranno essere ospitati nella sede che, in questo modo, acquisisce nuova funzionali­tà”.

 ??  ?? Carlo Carrà - La Galleria di Milano
1912-1949, litografia su zinco, 36,4x19,2 cm.
Carlo Carrà - La Galleria di Milano 1912-1949, litografia su zinco, 36,4x19,2 cm.
 ??  ??
 ??  ?? In alto a destra: Arturo Martini - Testa di ragazza
1947, terracotta chiara, 35x27x35 cm.
A destra: Arturo Martini Viaggio d’Europa: Appare l’angelo Fenice 1942, matita litografic­a su carta, 28x37 cm.
In alto a destra: Arturo Martini - Testa di ragazza 1947, terracotta chiara, 35x27x35 cm. A destra: Arturo Martini Viaggio d’Europa: Appare l’angelo Fenice 1942, matita litografic­a su carta, 28x37 cm.
 ??  ??
 ??  ?? In alto a sinistra: Carlo Carrà La figlia dell’Ovest o La fanciulla dell’Ovest, 1919-1949, litografia su zinco, 35,9x25,8 cm.
A sinistra: Carlo Carrà - Gli amanti 1927, acquaforte–acquatinta su rame,
24,7x33,9 cm.
In alto a sinistra: Carlo Carrà La figlia dell’Ovest o La fanciulla dell’Ovest, 1919-1949, litografia su zinco, 35,9x25,8 cm. A sinistra: Carlo Carrà - Gli amanti 1927, acquaforte–acquatinta su rame, 24,7x33,9 cm.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy