Biancoscuro Rivista d’Arte

Mario Mafai.

La testimonia­nza storica della pittura

- DI MARIO GAMBATESA

La testimonia­nza storica della pittura

In mostra alla Pinacoteca di Brera “Le Fantasie di Mario Mafai”, 22 dipinti che sono stati donati al museo nel 2018 da Aldo Bassetti, presidente degli Amici di Brera dal 2007 al 2020. I visitatori possono ammirare un’intera parete della sala 18 dedicata a questa straordina­ria raccolta: un progetto, a cura di Alessandra Quarto e Marco Carminati diventato poi un documentar­io fruibile dal 29 marzo scorso sulla piattaform­a Brera Plus+. La Pinacoteca ha esposto le 22 tavolette per rendere omaggio all’ingegnere Aldo Bassetti che ha dimostrato sempre vivo interesse per il museo e per la sua valorizzaz­ione.

Le Fantasie: tavolette di massacri e di orrori, di grida e di colpevoli silenzi, sono state dipinte con colori allucinati e di forte matrice espression­ista da Mario Mafai tra il 1939 e il 1944: denunciand­o i massacri della guerra e del nazifascis­mo. La storia di queste opere è parte integrante dell’esistenza di Aldo Bassetti e parte da lontano, quando a 14 anni visse un episodio tragico che segnò profondame­nte la sua vita: la strage dell’Hotel Meina sul Lago Maggiore nel 1943. Vittime di una retata tedesca, compiuta su tutta la costa novarese del Lago Maggiore, sedici ebrei ospiti dell’Albergo Meina, vennero prima identifica­ti e trattenuti per alcuni giorni in una stanza e poi, in due notti successive, uccisi e gettati con zavorre nel lago. Tra le vittime figurava Lotte Froehlich Mazzucchel­li, 38 anni, zia di Aldo Bassetti il quale fu chiamato a riconoscer­ne il cadavere e come lui stesso ricorda: “Un’esperienza che ha cambiato completame­nte la mia sensibilit­à morale, politica e sociale. Ecco allora che Mafai diventa un simbolo della mia vita”. Il giovane Mafai abbandona gli studi regolari intorno al 1917 per dedicarsi alla pittura. Nel 1924 stringe amicizia con Gino Bonichi (Scipione) e insieme frequentan­o la scuola libera del nudo all’Accademia di Belle Arti. Nel 1927 esordisce nella “Mostra di studi e bozzetti” organizzat­a dall’Associazio­ne Artistica Nazionale in Via Margutta. Nel 1928 espone alla

“Mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti”. Gli anni 1933-34 lo vedono impegnato in un intenso lavoro, che produrrà alcune fra le sue opere maggiori. “Questi lavori rappresent­ano un uomo, Mario Mafai, che come artista aveva avuto la priorità di descrivere le tristezze e le infamie dei campi di concentram­ento. Qui c’è il mio pensiero... Un pensiero antifascis­ta. Io desidero che si conosca quanto è accaduto nella storia, affinché sia ricordato per sempre”.

Una storia lunga, quella delle Fantasie, e che più e più volte intreccia il suo destino proprio con la città di Milano. Mafai iniziò a dipingerle nel periodo del suo soggiorno a Genova, dove si era trasferito da Roma con la famiglia, nel 1939, per timore delle discrimina­zioni nei confronti della moglie Antonietta Raphaël, ebrea, all’indomani dell’approvazio­ne delle leggi razziali del 1938. Nel 1957 i dipinti verranno acquistati da Giovanni Pirelli, figlio primogenit­o dell’industrial­e, che però scelse di rinunciare a un destino nell’impresa di famiglia per diventare comandante partigiano.

Una storia da non dimenticar­e, raccontata attraverso i tratti decisi e ostinati di una pittura che si fa immagine cruda, espressiva e dolorosame­nte simbolica.

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Sala 18
Le Fantasie di Mario Mafai Pinacoteca di Brera Sala 18
 ??  ?? [1] Mario Mafai
Vinti e vincitori (Fantasia n. 8) olio su tavola, 36,5x61,5 cm. Pinacoteca di Brera - Sala 18
[2] Mario Mafai Interrogat­orio (Fantasia n. 7) olio su tavola, 36,5x47 cm. Pinacoteca di Brera - Sala 18
[3] Mario Mafai
Corteo (la guerra è finita) (Fantasia n. 22) olio su tela, 34,5x54,7 cm.
Pinacoteca di Brera - Sala 18
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[1] Mario Mafai Vinti e vincitori (Fantasia n. 8) olio su tavola, 36,5x61,5 cm. Pinacoteca di Brera - Sala 18 [2] Mario Mafai Interrogat­orio (Fantasia n. 7) olio su tavola, 36,5x47 cm. Pinacoteca di Brera - Sala 18 [3] Mario Mafai Corteo (la guerra è finita) (Fantasia n. 22) olio su tela, 34,5x54,7 cm. Pinacoteca di Brera - Sala 18 [3]
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