Giovanni Segantini
I suoi ritratti in mostra a St.Moritz
I suoi ritratti in mostra a St.Moritz
Un vero e proprio esploratore del volto umano: così possiamo definire Giovanni Segantini dopo aver visitato la nuova mostra a lui dedicata al Museo Segantini di St. Moritz: “Giovanni Segantini, maestro del ritratto”.
Sotto la cura di Annie-Paule Quinsac (anche autrice del catalogo ragionato) e Mirella Carbone, Direttrice del museo, sarà possibile ammirare le opere esposte fino al 20 ottobre di quest'anno. La mostra, interessante e curata, è accompagnata da un catalogo bilingue, e probabilmente è la prima volta che si indaga questo particolare filone, infatti conosciamo tutti almeno una delle scene di vita contadina o un paesaggio di Segantini (trasferitosi nella Brianza rurale, logicamente concentrò il suo studio sulla vita quotidiana dei contadini e dei pastori), minore è stata la ricerca sull’aspetto ritrattistico, nonostante la sua grande importanza.
L'artista considerava il ritratto come il più nobile dei generi pittorici, tanto da affermare: “… Ha come obiettivo l'esplorazione del volto umano […]. Il ritratto è lo studio che colla maggior semplicità di mezzi racchiude la più efficace parola dell'Arte nell'espressione della forma viva”.
Lungo il percorso espositivo all'interno del Museo, sono esposti sedici dipinti e sei disegni, ritratti ed autoritratti, provenienti da collezioni pubbliche e private
internazionali. Queste opere sono state create tra il 1879 ed il 1899, praticamente dagli esordi milanesi (con opere come il ritratto di Leopoldina Grubicy, giovane vedova con due bambini, del 1880), passando per ritratti molto simbolisti come “Petalo di rosa” del 1890 (l'ultima rappresentazione della compagna Bice Bugatti, ridipinto sopra un'opera dal titolo “Tisi galoppante”, per sostituire il messaggio di malattia e di morte con un simbolo di vita) fino alla prematura scomparsa in Alta Engadina.
Attraverso di loro, i visitatori possono seguire l’evoluzione della ritrattistica segantiniana e la graduale trasformazione del modo in cui l'artista ha inteso questo genere: da una riproduzione fedele dei tratti, fino al ritratto concettuale, mezzo per esprimere un’idea. L'allontanamento dalla pittura realista di genere avvenne in una fase di crisi del realismo in tutta Europa, ma in particolare per lui avvenne dopo il suo trasferimento in montagna, che lo portò a dipingere con una nuova luce, influenzando dunque la sua produzione.
Questa evoluzione artistica è assolutamente rileggibile anche nei suoi autoritratti, ed i sei esposti qui rendono l'idea del percorso di Segantini. Lo possiamo vedere nitidamente giovane in un’opera realista del 1879, ma anche farsi “icona sacra” in una del 1895, nella quale appare con sembianze bizantineggianti da Cristo Pantocratore.