Achille Bonito Oliva
Il critico puntato sul mondo
Il critico puntato sul mondo
Dal 25 giugno scorso al 9 gennaio prossimo, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ha aperto al pubblico la mostra “A.B.O. THEATRON – L'arte o la vita”. Un'esposizione dedicata all'arte e alla vita di una delle figure più importanti della storia dell'arte e della critica contemporanea.
La mostra dedicata ad Achille Bonito Oliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal CRRI ai più autorevoli curatori d'arte contemporanea del XX e XXI secolo. L'esposizione è curata da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell'arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l'attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva.
La mostra raccoglie numerose opere d’arte, documentazione di allestimenti, materiale d’archivio e una grande selezione di materiali televisivi. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d'arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da GUCCI per GucciFest (la casa di moda ha disegnato anche le uniformi degli addetti alla mostra, chiamati ad essere “Angeli custodi” o “jardiniers du théatre”, un accompagnamento creativo che ribalta il tradizionale rapporto tra museo e sponsor).
In occasione della mostra, Achille Bonito Oliva ha donato al CRRI il proprio archivio personale, mettendo a disposizione degli studiosi
nazionali e internazionali il prezioso patrimonio intellettuale da lui costruito da oltre sessant’anni, con i primi scritti adolescenziali fino ai materiali più recenti. L’archivio di Achille Bonito Oliva sarà per la prima volta analizzato, studiato e mostrato al pubblicato in questa occasione. A partire dalla sua formazione e attività nell'ambito della poesia visiva al fianco del critico Filiberto Menna e delle cosiddette “Neo-avanguardie” linguistiche e letterarie della fine degli anni Sessanta. Nei suoi successivi progetti Bonito Oliva ha posto in relazione tra loro alcuni dei più importanti artisti della seconda metà del ventesimo secolo, contribuendo in questo modo a definire linee di ricerca radicali quali, alla fine degli anni Settanta, quelle
Quando io ho cominciato ho creato il “problema”, per così dire, parlando di scrittura espositiva. Perché io sostenevo (mettendolo in pratica) che il critico scrive con le parole i libri e i saggi, e con le opere
scrive nello spazio sociale, sviluppando un'idea, collocando le opere, assistendo il pubblico nell'assetto espositivo e critico.
Quindi ho sentito questa diversità, la necessità di dare protagonismo al critico,
dare un volto al critico, mentre fino ad allora il critico era stato una figura laterale, un servo di scena; era un suggeritore, come a teatro dove il suggeritore non si vede però gli attori lo ascoltano.
Achille Bonito Oliva
afferibili alla Transavanguardia italiana, ponendole in relazione dialettica con le ricerche del decennio precedente, fra cui l'Arte povera e l’Arte concettuale, e sostenendo riletture raffinate ed eterodosse quale quella del Manierismo italiano.
“A.B.O. THEATRON. L'arte o la vita” intende celebrare l’importanza di Bonito Oliva anche per l’affermazione del ruolo del curatore nell’ambito dell’arte contemporanea.
L'eccentrico critico d'arte diviene cacciatore, un elaboratore di idee che si affianca all’artista con funzione creativa, mira a costituire il composito ritratto di una figura di intellettuale propositivo che ha superato le limitazioni delle strutture acca
demiche e ridefinito i campi e gli strumenti d'indagine della curatela nell'ambito della riflessione e produzione artistica contemporanea, divenendo una delle figure cardine della storia dell’arte del XX e XXI secolo.