Giovanni da Udine.
L’arte e la scoperta della bellezza
L'arte e la scoperta della bellezza
Raffaello lo volle al suo fianco nella Loggia di Psiche alla Farnesina e nell'impresa delle Logge vaticane. Michelangelo lo teneva in alto conto, Clemente VII si affidò a lui per delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze. Giovanni Ricamatore, o meglio conosciuto come Giovanni da Udine “Furlano”, come si firmò all'interno della Domus Aurea, riuniva in sé l’arte della pittura, del disegno, dell’architettura, dello stucco e del restauro.
Al Castello di Udine sarà visitabile la mostra “Giovanni da
Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561)” a cura di Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan, affiancate da un autorevole comitato scientifico.
Per la prima volta, in questa mostra viene riunito un cospicuo numero di raffinati disegni provenienti da diversi musei europei e da una collezione privata americana, che confermano la sua proverbiale abilità nella rappresentazione del mondo animalistico-vegetale e soprattutto di uccelli.
Sarà proprio salendo la meravigliosa e monumentale scalinata a doppia rampa progetta da Giovanni, stavolta in veste d’architetto, che il pubblico potrà accedere alla magnifica Sala del Parlamento che dal 12 giugno al 12 settembre 2021 accoglie la prima retrospettiva che mai sia stata a lui dedicata. Ciascuno degli ambiti della poliedrica attività di Giovanni da Udine è indagato in mostra attraverso stucchi, incisioni, documenti, lettere, libri e altri materiali. Inoltre le spettacolari sezioni dedicate alle stampe e ai disegni di architettura consentono di visualizzare i principali luoghi e ambienti in cui l'artista ha operato: dalla Farnesina alle Logge vaticane, da Villa Madama alla Sacrestia nuova di San Lorenzo a Firenze.
Nel 1514 Giovanni entrò a Roma nella bottega di Raffaello di cui è considerato uno dei più brillanti allievi e collaboratori. Nel tempo, si specializzò in particolare nelle decorazioni a stucco ed in quelle “a grottesca”, in voga nel primo Cinquecento. Si trattava di uno stile che riprendeva le antiche decorazioni romane, in particolare quelle che gli artisti rinascimentali potevano ammirare
calandosi nelle stanza sotterranee della Domus Aurea.
Vasari, che lo conobbe personalmente, ormai anziano, gli riconosce una particolare maestria nella raffigurazione di elementi naturali, sia vegetali che animali, e di elementi inanimati come: “... Drappi, vasi, instrumenti, casamenti paesi e verdure...”. In particolare ricorda il suo taccuino in cui raffigurava dal vero le varie specie di uccelli con un interesse naturalistico che precorre i tempi. La sua passione per la raffigurazione dal vivo ne fanno un precursore del genere della
“natura morta” per il suo atteggiamento analitico, acutamente descrittivo e quasi scientifico. L'arte di Giovanni da Udine viaggia su dei binari unici, la sua ricerca e la sua curiosità in ciò che lo circonda l’ha condotto verso la scoperta di una nuova bellezza, verso una strada ricca e affascinante aggiungendo un grande baglio culturale sulla strada della pittura.