L’oriente di Turandot.
Al tempo delle favole: Puccini, Chini e Caramba
Al tempo delle favole
Dal 22 maggio scorso al prossimo 21 novembre, il Museo del Tessuto di Prato ospita la mostra “Turandot e l'oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba”. L'esposizione è un omaggio alla storia del teatro lirico e dell'arte del primo ventennio del Novecento, la cui scena artistica è il frutto di un lungo e accurato lavoro di ricerca compiuto dal Museo sullo straordinario ritrovamento di un nucleo di costumi e gioielli di scena, risalenti alla prima assoluta della Turandot di Puccini e provenienti dal guardaroba privato del grande soprano pratese Iva Pacetti.
Si tratta di una mostra altamente suggestiva, multidisciplinare e di ampio respiro che nasce grazie alla collaborazione di enti e istituzioni pubblici e privati italiani che hanno contribuito a questo ambizioso progetto. Sono riusciti a ricostruire le vicende che hanno portato il grande compositore toscano Giacomo Puccini a scegliere il genio scenografico di Galileo Chini per la realizzazione dell'allestimento e delle scenografie per la Turandot, andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926, diretta da Arturo Toscanini.
Tutto ha avuto inizio nei primi mesi del 2018, quando al Museo venne proposto di acquisire un misterioso baule contenente materiale eterogeneo proveniente dal guardaroba del soprano pratese Iva Pacetti, misteriosamente scomparsa da decenni. Gli studi, condotti dalla conservatrice del Museo Daniela Degl’Innocenti,
hanno permesso di riconoscere in due costumi e in due gioielli di scena quelli disegnati e realizzati dal costumista del Teatro alla Scala Luigi Sapelli (in arte Caramba) per la prima assoluta dell'opera, indossati da Rosa Raisa, il primo soprano della storia a interpretare il ruolo della “Principessa di gelo”. I riscontri iconografici non lasciavano dubbi: non si trattava di generici costumi di epoca Déco, ma di quelli della prima scaligera della Turandot, dati per irrimediabilmente persi ormai da tempo. Nasce così l'idea di creare una mostra che ricostruisca le vicende che hanno portato alla progettazione di questi costumi. Il percorso espositivo della mostra, che occupa circa 1.000 metri quadri, si apre nella Sala dei Tessuti Antichi con una selezione di circa 120 oggetti della collezione Chini. Questa esposizione, rappresenta dunque un'occasione per valorizzare una delle collezioni più preziose e interessanti del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino. Il visitatore potrà ammirare tessuti, costumi e maschere teatrali, porcellane, strumenti musicali, sculture, armi e manufatti d'uso di produzione thailandese e cinese, immergendosi anch'esso nell'Oriente vissuto dal compositore toscano.