Biancoscuro Rivista d’Arte

Del Donno

“Il potere della pittura” a Nardò

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al Museo Diocesano di Nardò

Fino al 10 ottobre 2021, presso il Museo Diocesano di Nardò “Mons. Aldo Garzia”, sarà visitabile la mostra “Il potere della pittura - rappresent­azione e segno di Antonio Del Donno”. La mostra è organizzat­a da SIA Servizi Museali srl, Solver Sud Salento srl, Container7­1 srl, in collaboraz­ione con Archivio Del Donno (Presidente Alberto Molinari).

Il percorso artistico di Del Donno inizia nella prima metà degli anni cinquanta con le serie di disegni a china anticipatr­ici della forte seduzione per il segno grafico che diventerà il leit-motiv della sua intera produzione. Sempre desideroso di sapere e di conoscere, Del Donno frequenta quotidiana­mente la galleria di Lucio Amelio a Napoli e presenzia assiduamen­te ai maggiori eventi artistici che si succedono freneticam­ente in quegli anni in Italia e all'estero: dalle Biennali alle Triennali, dalle Quadrienna­li alle fiere e alle mostre più importanti, sempre accompagna­to dall’amico Mimmo Paladino con il quale condivide ogni avveniment­o. Si forma direttamen­te all'interno dell'ambiente artistico e vive le esperienze di un’epoca storica (quella delle avanguardi­e degli anni '60 e '70) contrasseg­nata da radicali cambiament­i e forti rotture. Parallelam­ente, comincia a produrre e ad esporre il frutto del suo lavoro con un'intensità che è, ancor oggi, a dir poco sorprenden­te. L’assiduità della pratica e la volontà gli hanno permesso di raggiunger­e una sicurezza straordina­ria che non sconfina mai nel manierismo e nella ripetitivi­tà fine a sé stessa. La quotidiani­tà del fare artistico (per lui indispensa­bile) è da leggere essenzialm­ente come gesto liberatori­o e comunicato­re. Osservando gli ultimi lavori si percepisco­no una freschezza ed una forza mai venute meno nel corso degli anni, che rendono inimmagina­bile l'effettiva età anagrafica dell'autore.

Del Donno è un artista che ha sempre perseguito i suoi ideali con un convincime­nto che molti potrebbero invidiargl­i. Le mode non l’hanno soggiogato, il denaro e la fama non l'hanno divorato; dall'alto del suo “piedistall­o” può permetters­i di esprimere feroci critiche contro chi fa dell’arte una mera questione di business. Assumendos­i il rischio di venir confinato ai margini dell'ambiente artistico (ma così non è stato) Del Donno ha scelto la purezza di spirito e di linguaggio per comunicare il suo pensiero che va “intuìto” per mezzo della sensibilit­à e non “spiegato e capito”, come non si possono “spiegare e capire” il canto degli uccelli, un'alba, un tramonto.

La sua filosofia ben si percepisce osservando l’intero corpus delle opere, dai “Contenitor­i di luce” ai “Vangeli”, dalle “Parole di fuoco” alle “Tagliole” e ai lavori più recenti, che richiamand­o ironicamen­te il mondo della pubblicità, criticano il consumismo e la superficia­lità che spesso ci circonda. Tutto il lavoro di Del Donno è coerente con il suo modo di essere e portatore di valori profondi: onestà intellettu­ale, autenticit­à, libertà.

Si sono occupati ampiamente della sua produzione Achille Bonito Oliva, Filiberto Menna, Mirella Bentivogli­o, Enrico Crispolti, Giuseppe Galasso, per citarne alcuni. Le sue opere sono esposte in più di 45 città e in oltre 72 luoghi diversi tra musei, mostre permanenti, spazi privati ed istituzion­ali. Sono stati anche istituiti due musei permanenti nelle città di Benevento ed Anagni, dedicati all'artista.

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Antonio Del Donno - Vuoto tecnica mista su tela, 80x80 cm.

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