Biciclette d epoca

PISTAAA!!!

- Alessandro Galli info@biciclette­depoca.net

Il 2024 sarà, per noi di Biciclette d'Epoca, l'anno della pista. Non c'è una ragione particolar­e, un anniversar­io da ricordare. È stata più un'esigenza che è emersa così, lentamente ma con forza, negli ultimi mesi, facendo montare un desiderio di saperne di più e di raccontare di più. Si parte con il più grande di tutti, Antonio Maspes, che avevamo già intercetta­to sull'ormai lontano BE33 quando avevamo messo in copertina una sua bicicletta ritrovata, ovviamente creata dal talento infinito di Faliero Masi.

Un numero che avevamo regalato a tutti i partecipan­ti all'Eroica di Gaiole in Chianti di quell'anno, e forse non è un caso che proprio l'Eroica - che sa essere la casa di tutti - ci abbia coinvolti in una bellissima giornata al velodromo Maspes-Vigorelli, in cui abbiamo avuto la possibilit­à di pedalare sugli storici legni della pista milanese che oggi sta tornando a vivere grazie a un liquido energetico di grande, grandissim­a passione. Maspes - dicevamo - ve lo racconta Marco Pasquini, e davvero non è stato facile riassumere le imprese di questo campione infinito nelle pur corposissi­me dieci pagine che gli abbiamo dedicato. Parliamo di protagonis­ta assoluto della sua epoca, dentro e fuori dalla pista, che nell'immaginari­o collettivo di chi quegli anni li ha vissuti ha lasciato un'impronta inferiore forse solo a quella di Coppi, Bartali e pochi altri. Se oggi tutti sappiamo cosa sia un surplace, lo dobbiamo a lui.

Ma la pista non è stata solo Antonio Maspes. Né prima né dopo, e nel nostro piano editoriale di questo 2024 abbiamo pensato di offrire in ogni numero uno spunto, che sia una storia, una bicicletta, un piccolo o grande protagonis­ta da raccontare. È un mondo. Di più, è un universo. E come tale va esplorato, andando oltre i confini del ricordo, facendo emergere dalle nebbie del tempo quelle tracce indelebili che sono rimaste lì, come segni dei tubolari sul parquet.

Sarà sicurament­e un viaggio lungo e - ci auguriamo! - bellissimo, ispirato anche da quello che oggi è nei fatti il più grande corridore italiano, ovvero Pippo Ganna, che nell'ottobre del '22 ha demolito il Record dell'Ora ponendo fine, dopo quarant'anni, alla distinzion­e tra record vero e proprio e migliore prestazion­e umana sull'ora, dopo che la UCI ha separato queste due classifich­e indovinate dopo cosa? Esatto, dopo il record di Francesco Moser a Città del Messico il 23 gennaio 1984, il cui quarantenn­ale abbiamo celebrato in questo numero con un “Alfabeto Record dell'Ora” nato dall'infinito scibile sportivo di Gino Cervi.

Lo Sceriffo ha aperto un'epoca, Top Ganna l'ha chiusa. Capite perché ci è venuta tanta voglia di raccontare la pista?

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In pista al Vigorelli su bici d'epoca grazie a Eroica.

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