Cicli Pagliai Corsa 1940
Un piccolo tesoro nascosto di artigianalità italiana
Lando Landi e Fabio Grifoni li abbiamo già incontrati quando abbiamo presentato la Bianchi Folgore vincitrice del Concorso d'Eleganza di Gaiole in Chianti su BE64. Torniamo a coinvolgerli per presentare questa bicicletta da corsa realizzata da un artigiano fiorentino, Alessandro Pagliai, iscritta recentemente al Registro delle Biciclette Eroiche. Si tratta della bicicletta personale di Lando Landi, con la quale provò a iniziare a correre negli Anni '40, e che oggi fa parte della collezione di Fabio. A differenza della Folgore, che di strada vera ne ha vista pochissima, questa Cicli Pagliai da corsa invece di chilometri ne ha fatti parecchi, avendo subito nel corso degli anni ben due riverniciature: la prima negli Anni '50, di color mattone, e la seconda negli Anni '80, con il rosso attuale sul quale sono state applicate le decal originali provenienti dal negozio di Pagliai, chiuso poco prima della scomparsa del proprietario alla fine degli Anni '70.
Alessandro Pagliai faceva parte di quella pressoché infinita galassia di piccoli artigiani e rivenditori locali che ha invaso l'Italia fino all'avvento di auto e motorini. Il classico “ciclista di paese” che oltre ad aggiustare biciclette di ogni tipo proponeva spesso anche delle piccole produzioni personali, con vari livelli qualitativi. Nel caso di Pagliai, presso il suo negozio in via Petrarca a Firenze, prima della Seconda Guerra Mondiale, si potevano acquistare o far realizzare su misura biciclette di eccellente fattura e con le migliori dotazioni tecniche dell'epoca, come il modello corsa rappresentato in queste pagine. Pagliai seguiva anche delle squadre ciclistiche, ma dopo la guerra decise di cambiare target concentrandosi su settori più redditizi, ovvero la vendita e manutenzione di biciclette più ordinarie, per cui questo modello corsa rappresenta davvero un pezzo quasi unico.
Riverniciatura a parte - che comunque ha una storia documentata - questa Pagliai da corsa non ha niente da invidiare a biciclette coeve più blasonate, come si può evincere dalla scheda tecnica, che propone in sostanza il meglio dell'epoca con delle chicche rarissime, come il manubrio Cinelli Arrigo, un modello molto ricercato dai collezionisti. Proprio Landi chiese a Pagliai di allargarlo per avere un assetto più comodo in sella. Questi eseguì semplicemente sdraiando la bici e allargandolo, un lato per volta, mettendo il piede sulla piega e tirando con forza. Risultato perfetto, a testimonianza della grande manualità che avevano molti piccoli artigiani dell'epoca.