Alfabeto dell'Ora Moser
Riviviamo insieme la grande impresa che ha segnato una generazione!
Quarant’anni fa, il 23 gennaio 1984, a Città del Messico, Francesco Moser stabiliva il nuovo Record dell'Ora su pista (anche se adesso non si chiama più così…). Era il compimento di un lungo percorso di preparazione, iniziato quattro mesi prima e conclusosi nel modo più trionfale possibile: 51,151 km. Moser aveva migliorato se stesso che, solo quattro giorni prima, in una seduta di prova programmata per testare la sua condizione atletica e le caratteristiche ambientali del velodromo, aveva deciso di continuare oltre il limite prefissato dei 20 km, ampiamente superato, e di attaccare in quello stesso giorno il primato sull’ora. Lo aveva demolito: i 49,432 km fatti segnare al giro di lancette dodici anni prima dal grande Eddy Merckx erano diventati 50,808 km, abbattendo il muro del 50 km/h, che si pensava invalicabile. Qui di seguito raccontiamo quell’impresa nella forma di un alfabeto: l’Alfabeto dell’Ora Moser.
A COME ALTITUDINE E ACCLIMATAMENTO
Come già era stato per Merckx, quando aveva stabilito il record nell’ottobre del 1972, si optò per Città del Messico che, coi suoi 2240 m sul livello del mare, offriva il vantaggio della rarefazione dell’aria. L’altitudine tuttavia richiedeva un tempo di progressivo acclimatamento. Moser trascorse una prima settimana a Città del Messico a inizio novembre 1983 e poi, dopo un intenso periodo di allenamento in Italia, ripartì per il Messico il
29 dicembre: passarono però ancora tre settimane prima che potesse cimentarsi nel tentativo di record.
B COME BICICLETTA
Ovviamente l’Operazione Record prevedeva l’approntamento di un mezzo tecnologicamente curato nei minimi dettagli. Il telaio, interamente cromato per conferire la robustezza e la rigidità che assorbisse al meglio la potenza espressa dal movimento, era lungo 1,65 m e alto 1,05; aveva una forma molto abbassata e inclinata in avanti che garantiva il miglior coefficiente di penetrazione mai ottenuto su una bicicletta. Il manubrio era a corna di bue, i pedali ridotti al minimo sufficiente per fissarvi direttamente le scarpette mediante quattro viti autofilettanti con doppia tacchetta; pedivelle di 172,5 mm leggermente arrotondate; la moltiplica a disco chiuso con 57 denti – uno in più rispetto a quelli del primo tentativo – e un pignone in lega speciale con 15 denti; la catena aveva una forma strettissima. La vera novità erano le ruote lenticolari (vedi lettera R).
C COME CEMENTO (E RESINA)
La scelta del velodromo cadde sulla pista del Centro Deportivo Olimpico Mexicano (CDOM) e non su quella del Velodromo Olimpico Agustin Melgar, dove aveva corso Merckx, il cui fondo, in listelli di legno, era in cattivo stato di conservazione. La pista del CDOM invece era in cemento e nelle settimane precedenti il tentativo
di record venne ricoperta, nella fascia di circa 90 cm alla corda, da uno strato di resina speciale molto liscia, che garantiva un’ottima aderenza alla bicicletta: l’intervento fu curato dai tecnici della Fabbrica Italiana Resine di Parma.
D COME DIETA
Francesco Moser, durante il periodo di preparazione al record, seguì rigorosamente una dieta preparata da un nutrizionista della Enervit, il dottor Lorenzo Somenzini. Prima colazione: una busta di Agrumina (vitamina C con fruttosio); 2-3 formelle di Weetabix (frumento integrale); 4-5 cucchiai di Alpen (fiocchi di cereali integrali, uvetta, nocciole e malto) ammorbiditi da poco latte freddo; 3-4 fette di pane tostato con marmellata o miele; tè o caffè dolcificati con Fructofin (fruttosio); in alcuni casi un uovo bollito per 2’20’’. A metà mattina, nell’intervallo degli allenamenti: una busta di Enervit Protein (proteine del latte con farina di guar e fruttosio) oppure un frutto. A pranzo: piatto unico di carne e verdure oppure un piatto di pasta o di riso con insalata; oppure 2 buste di Enervit Protein. A metà pomeriggio: una busta di Enervit Protein o un frutto. Prima e durante gli allenamenti: 2-3 buste di Enervit G (zuccheri e Sali al gusto di arancia). A cena: primo piatto asciutto o in brodo; secondo piatto di carne con verdura, condita con poco olio e aceto; uno o due panini; dolce (crostata o gelato alla frutta); un bicchiere di vino; acqua minerale a piacere.
E COME EQUIPE ENERVIT
L’idea di chiedere a Francesco Moser di tentare l’assalto al record nacque in casa Enervit, marchio dell’industria della nutrizione sportiva nato nel 1976 e già al fianco di Sara Simeoni, Maurizio Damilano e di Azzurra, prima imbarcazione italiana ad aver partecipato all'America's Cup. Stimolato da Paolo Sorbini, fondatore di Enervit, e dal figlio Alberto, il dottor Enrico Arcelli, inventore del ruolo del 1 preparatore atletico nel calcio, coordinò il tutto. Con Arcelli, all’Operazione Record collaboravano Francesco Conconi, Antonio Del Monte, Virgilio Ferruccio Ferrario e Aldo Sassi, che lavorò per mesi a stretto contatto con Moser.
F COME FRANCESCO MOSER
Quando decise di farsi coinvolgere nel progetto del record, Francesco Moser aveva trentadue anni e mezzo. Erano passati ormai quasi quattro anni dall’ultima sua vittoria in una classica monumento (il terzo successo consecutivo alla Roubaix, nel 1980) e ormai lui stesso aveva forse capito che non sarebbe stato più competitivo al Giro d’Italia. Ma il trentino, cui non hanno mai fatto difetto il coraggio e la determinazione, accettò la nuova sfida e si applicò in maniera maniacale alla preparazione psicofisica. L’impegno avrebbe dato i suoi frutti e lo avrebbe avviato a un 1984 ricco di soddisfazioni, a partire dalla Milano-Sanremo vinta poche settimane dopo il record, per arrivare al successo al Giro d’Italia, anelato per una decina d’anni.
G COME GANNA, FILIPPO
L’8 ottobre 2022 Filippo Ganna ha messo d’accordo tutti. Prima di lui, l’albo d’oro dei detentori del Record dell'Ora era distinto in due elenchi: quello propriamente dei detentori del record e quello della cosiddetta “miglior prestazione umana sull’ora”. Infatti, l’UCI nel 2000 ha deciso di derubricare a “miglior prestazione umana sull’ora” i primati stabiliti grazie a biciclette speciali, proprio come quella costruita per Francesco Moser nel 1984. Ma la misura di 56,792 km stabilita da Ganna sul velodromo svizzero di Grenchen, ottenuta su una bicicletta tradizionale, per quanto concepita al massimo dell’evoluzione tecnologica dei materiali, è migliore anche dell’ultimo record stabilito dall’inglese Chris Boardman, nel 1996, sulla cosiddetta “lavatrice”.
H COME HAMILTON, WILLIAM
Se Moser ha abbattuto il muro dei 50 km, quello dei 40 era stato superato 84 anni prima dal ciclista statunitense William Hamilton che, sulla pista di Denver, fece segnare al giro dell’ora 40,781 km. Hamilton è il quarto primatista nella storia del Record dell'Ora dopo il belga Oscar Van Den Eynde (Parigi, 30 luglio 1897: 39,240 km), il francese Jules Marie Dubois (Parigi, 31 ottobre 1984: 38,220 km) ed Henri Desgrange, l’altro francese che l’11 maggio 1893 tenne a battesimo la sfida contro il tempo, stabilendo quello che viene riconosciuto come il primo record (35,325 km), ma che deve più la sua celebrità per avere “inventato”, dieci anni dopo, il Tour de France.
I COME ITALIANI
Oltre a Moser corridori italiani che hanno inscritto il loro nome nella storia del Record dell'Ora sono: Giuseppe Olmo (Mi
lano, 31 ottobre 1935: 45,090 km), Fausto Coppi (Milano, 7 novembre 1942: 45,798 km), Ercole Baldini (Milano, 19 settembre 1956: 46,393 km), Filippo Ganna (Grenchen, 8 ottobre 2022: 56,792 km). Tra le donne, Maria Cressari (Città del Messico, 25 novembre 1972: 41,471 km) e Vittoria Bussi, per due volte: Aguascalientes, 13 settembre 2018, con 48,007 km e, sempre ad Aguascalientes, 13 ottobre 2023, con 50,267 km, prima donna a superare i 50 km e record attualmente in vigore. Soltanto una volta in precedenza il Record dell'Ora, maschile e femminile, è stato detenuto da due ciclisti della stessa nazionalità: dal 18 ottobre 1957 al 25 settembre 1958, dai francesi Roger Rivière Renée Vissac.
K COME KM
eSono 21,457 i km “migliorati” dal primo Record dell'Ora, quello di Desgrange nel 1893, all’ultimo di Ganna nel 2022, nell’arco di 129 anni. In campo femminile, la differenza, sia di anni (78) che di distanza è decisamente poco minore: 11,784 km, dal record della sovietica Tamara Novikova,a Irskutsk, il 7 luglio 1955 (38,473 km), a quello della Bussi nel 2023.
L COME LUIGI CASOLA
La vita di Luigi Casola meriterebbe un romanzo. Classe 1921, è stato un ciclista professionista tra gli Anni '40 e '50. Ha vinto quattro tappe al Giro d’Italia e altre corse importanti come la Coppa Bernocchi, la Coppa Agostoni, la Coppa Placci, la Milano-Torino e due volte il Giro del Veneto. Veloce e abile anche in pista, a fine carriera si trasferì in Messico dove in poco tempo divenne un punto di riferimento per la Federazione ciclistica locale, contribuendo all’organizzazione di numerosi tentativi di record del mondo in altura, da quelli di Ritter e Merckx fino a Moser. Casola seguì da vicino la preparazione messicana del campione trentino, guidando personalmente la moto leggera sul velodromo di Città del Messico, durante gli allenamenti dietro-motori.
M COME MESSICO
In Messico, nei velodromi di Città del Messico o di Aguascalientes, grazie ai vantaggi dell’altitudine, sono stati stabiliti quattordici Record dell'Ora (o migliori prestazioni umane sull’ora). In campo maschile, Ole Ritter (1968), Eddy Merckx (1972), Francesco Moser (1984, due volte), Victor Campenaerts (2019); tra le donne, Maria Cressari (1972), Jeannie Longo (1989 e, due volte, 2000), Leontien Van Moorsel (2003), Molly Shaffer Van Houweling (2015), Vittoria Bussi (2018 e 2023).
N COME NUMERI
Moser, durante la prova del Record dell'Ora, ha fatto 6260 pedalate, pari a 104,35 pedalate al minuto. Ha consumato 295 litri di ossigeno, bruciato 1480 chilocalorie, 175 grammi di glicogeno e 70 grammi di grassi.
O COME OSCAR EGG E MARCEL BERTHET
Oscar Egg e Marcel Berthet, tra il 1907 e il 1914, si strapparono reciprocamente per sei volte il Record dell'Ora, e sempre sul leggendario velodromo parigino di Buffalo. Iniziò il francese Berthet, il 20 giugno 1907, fissandolo a 41,520; cinque anni dopo, il 22 agosto 1912, lo svizzero Egg lo migliorò portandolo a 42,122; quindi continuarono a superarsi per altre quattro volte, fino a quando Egg lo fissò, il 18 agosto 1914, quando già era iniziata la Prima Guerra Mondiale, a 44,247. Passarono ben 19 anni prima che il limite venisse superato da Maurice Richard (44,777 nel 1933).
P COME PISTA
Il doppio Record dell'Ora di Città del Messico nel gennaio del 1984 non è stata l’unica impresa su pista di Francesco Moser. Nel 1976 è stato Campione del Mondo di inseguimento individuale e, nella stessa specialità,
è stato campione italiano per cinque volte (1978, 1980, 1981, 1984, 1987). Ha vinto alcune importanti Sei Giorni internazionali (Milano, Grenoble, Vienna, Parigi, Dortmund, Rotterdam). Nel 1987 e nel 1988 ha migliorato per due volte il Record dell'Ora indoor.
Q COME QUETZALCOATL
Quetzalcoatl, ovvero il Serpente Piumato, è una delle più importanti divinità delle civiltà messicane e centroamericane.
Tra le varie rappresentazioni di questa divinità, c’è anche lo “Spirito del Vento”, raffigurato come un uomo vestito di nero, con una maschera rossa simile al becco di un uccello. Francesco Moser che volava sulla pista del CDOM nel gennaio 1984 è stata una delle ultime incarnazioni dello Spirito del Vento.
R COME RUOTE LENTICOLARI
Erano ruote senza raggi, composte da due dischi conici in fibra di carbonio montati sui mozzi grazie a un’intelaiatura speciale. Incidevano moltissimo sul peso della bicicletta (4,6 kg dei complessivi 9,5 kg) ma era un gap ampiamente ripagato dalla loro penetrabilità nell’aria: il loro movimento non creava infatti effetti a vortice. La ruota anteriore aveva un diametro di 26 pollici, quella posteriore di 28 maggiorato. Montavano tubolari
di 16 mm: l’anteriore pesava 105 g, il posteriore 120, gonfiati rispettivamente a 9 e 10 atmosfere. La carcassa del tubolare era in filato di seta pura con una densità di 110 fili per cm2. Le ruote lenticolari per il Record dell'Ora di Moser sono state progettate dalla mente del vulcanico Antonio Del Monte, biomeccanico, fisiologo e pneumologo romano.
S COME SPUMANTE
51,151, il record di Moser di quarant’anni fa, è diventato il nome dello spumante di punta della Cantina della famiglia Moser, in val di Cembra: è una cuvée Brut, prodotta con sole uve Chardonnay, raccolte a mano e affinate in acciaio e, in piccola parte, in legno, con una permanenza di 30 mesi sui lieviti.
T COME TUC LU
Moser nel 1984 correva con la GIS Gelati, azienda di Teramo fondata nel 1978 dall’imprenditore Pietro Scibilia (GIS è l’acronimo di Gruppo Industriale Scibilia). In quella stagione c’era però l’abbinamento con un secondo sponsor: quello dei crackers belgi della Tuc, prodotti dall’azienda francese Lu.
U COME UN’ORA SOLA TI VORREI
"Un’ora sola ti vorrei" è una sorta di evergreen
della canzone italiana. Composta dalla pianista Paola Marchetti e dal paroliere Umberto Bertini, venne incisa per la prima volta nel 1938 da Nuccia Natali e, l’anno seguente, da Fedora Mingarelli, che ne sancì il successo, grazie all’esecuzione dell’Orchestra di Pippo Barzizza. È stata interpretata anche da Ornella Vanoni, Nicola Arigliano, Fausto Leali, Giorgia e Pino Daniele. E, a Città del Messico, mirabilmente da Francesco Moser.
V COME VENTO
La bicicletta del Record dell'Ora di Moser venne testata – prima volta per un velocipede – nella Galleria del vento Pininfarina di Grugliasco.
W COME WARTH, MASO
Sulle colline intorno a Trento, in un’antica residenza vescovile, ha sede la Cantina Moser, in cui si vinificano le uve prodotte dai poderi della famiglia Moser, giunta alla terza generazione di vignaioli.
Z COME ZZZZZZZ…
Il fruscìo dei tubolari di seta della bicicletta di Francesco Moser sul cemento del velodromo CDOM di Mexico City nella tarda mattinata del 23 gennaio 1984.I