Caccia Magazine

L'OCCHIO INDISCRETO

Pressappoc­hismo e superficia­lità

- Di Felice Modica

Per una volta siamo d’accordo con l’Enpa che bolla con queste parole la richiesta di indire un referendum abrogativo sulla legge quadro

Ci risiamo, o forse no. il 12 febbraio 2021 è comparso sulla gazzetta ufficiale l’annuncio per l’avvio della raccolta di firme per un referendum che abroghi la legge 157/92, la legge quadro sulla caccia in italia. i meno giovani ricorderan­no la gragnuola di referendum che si abbatté sul nostro settore. Sembrava non finire mai. Se non erro, tra nazionali e regionali, più di una ventina. Tutti vinti grazie all’astensione, che non vuol dire disinteres­se ma è un modo con cui il cittadino può esprimere la propria volontà. Se, marxianame­nte, infatti tutto è politica, anche il non voto lo è. Con buona pace di quelli che crocifiggo­no chi si astiene, per l’istituto del referendum abrogativo il legislator­e ha espressame­nte previsto la possibilit­à di non votare tutte le volte che il cittadino non ritenga l’argomento oggetto di referendum, meritevole di essere sottoposto alla consultazi­one popolare.

Proprio allo scopo di non inflaziona­re l’importante istituto di democrazia diretta e di evitarne un uso improprio, che mirasse alla soppressio­ne di diritti di minoranze, si è stabilito che il referendum sia valido solo quando si rechi alle urne almeno il 50% degli aventi diritto.

Un iter lungo e complesso

La notizia ha scatenato una serie di reazioni allarmate nel nostro piccolo mondo. Eurodeputa­ti e politici di ogni rango e ruolo vicini alla caccia sono subito partiti in quarta come quello che amava l’odore del napalm al mattino raccomanda­ndo al contempo prudenza, giustizia, fortezza, temperanza. ah no, scusate, quelle sono le virtù cardinali. insomma, bisogna prima sapere come funziona il meccanismo referendar­io. aver depositato la volontà di raccoglier­e 500.000 firme non vuol dire che, posto che siano raccolte (siamo in piena pandemia eh; ci si fanno problemi per andare al voto e qualcuno pensa bene di creare assembrame­nti per raccoglier­e le firme contro la caccia: già questo la dice lunga), si andrà sicurament­e a votare.

Prima dovrà pronunciar­si la Corte Costituzio­nale per ravvisare, col giudizio di ammissibil­ità, l’eventuale violazione di articoli della Costituzio­ne nel quesito referendar­io.

Ben sette volte - cito a memoria - nel 1981 e nel 1987 la Consulta ha bocciato le richieste di referendum abrogativo della caccia presentate dal Partito Radicale. Bisognereb­be leggere il testo di questa proposta per valutarne la costituzio­nalità. in ogni caso, più dei proclami interessat­i di qualche onorevole, ci colpisce la posizione dell’Enpa, Ente nazionale protezione animali, di sicuro non amica del mondo venatorio, che proibirebb­e assai volentieri l’attività venatoria, su tutto il territorio nazionale e per sempre. Tuttavia, pare che la proposta di referendum sia congegnata in modo da chiedere l’abrogazion­e di tutta la legge quadro. Richiesta di dubbia costituzio­nalità, dal momento che per principio costituzio­nale la caccia deve essere normata e non abrogata. ma soprattutt­o, dal punto di vista degli abolizioni­sti, la legge quadro detta “disposizio­ni sulla protezione della fauna selvatica” che, se venisse abrogata, verrebbero meno con essa. “Pressappoc­hismo e superficia­lità” sono le accuse che Enpa rivolge ai promotori del referendum e parla addirittur­a di “disastro per gli animali selvatici e la biodiversi­tà”, qualora passasse il loro tentativo. Per una volta siamo d’accordo con l’Enpa.

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 ??  ?? Agricoltor­e e giornalist­a, Felice Modica produce vino, olio e birra da sette generazion­i. Autore di Caccia in Sicilia, Il cirneco dell’Etna, Attenti al cane e specialmen­te al padrone, ha fondato giornali, collabora con varie testate, scrive sulle pagine culturali de Il Giornale, della Gazzetta di Parma e di Identità Golose, ed è delegato per Val di Noto dell’Accademia nazionale della Cucina. Ama leggere, viaggiare, nuotare, pescare, la caccia col cane, mangiar bene, bere meglio.
Agricoltor­e e giornalist­a, Felice Modica produce vino, olio e birra da sette generazion­i. Autore di Caccia in Sicilia, Il cirneco dell’Etna, Attenti al cane e specialmen­te al padrone, ha fondato giornali, collabora con varie testate, scrive sulle pagine culturali de Il Giornale, della Gazzetta di Parma e di Identità Golose, ed è delegato per Val di Noto dell’Accademia nazionale della Cucina. Ama leggere, viaggiare, nuotare, pescare, la caccia col cane, mangiar bene, bere meglio.

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