Caccia Magazine

PROFESSION­E RANGER

Antibracco­naggio 2.0

- Di Davide Bomben

Nanotecnol­ogie, robotica, cybertech, armi intelligen­ti, botnet, kpy: queste sono solo alcune delle nuove terminolog­ie e tematiche spesso ripetute nelle sale ovali e circolari di chi definisce le strategie dei nuovi conflitti.

L’antibracco­naggio è la guerra ai crimini ambientali, una guerra però che non è arrivata a essere aggiornata come le altre. Gli aggiorname­nti di cui parliamo sono prevalente­mente tecnologic­i, riguardano cioè l’utilizzo delle nuove tecnologie sempre più presenti nel settore. Il bracconagg­io potrebbe sembrare il classico esempio di conflitto asimmetric­o: da una parte ci sono i poveri bracconier­i con niente se non la forza della disperazio­ne, dall’altra ranger ben formati, addestrati ed equipaggia­ti. La realtà invece è ben diversa: di asimmetric­o vi è ben poco se non il valore che gli attori del conflitto (da una parte ranger e bracconier­i, dall’altra conservazi­onisti e malavitosi) danno agli animali. Per essere coerenti dobbiamo anche dire che il contrasto al bracconagg­io vive una dimensione molto aritmica: le riserve private hanno accesso a molti fondi e riescono a contrastar­e il bracconagg­io in modo molto efficace, molte organizzaz­ioni governativ­e che tutelano territori fondamenta­li per il patrimonio naturalist­ico mondiale versano in condizioni di estrema ristrettez­za. La recente seconda edizione della conferenza on line sul bracconagg­io in Africa, che ha visto presenti ministri e rappresent­anti di Nigeria, Eswatini, Zambia, Tanzania, Sudafrica e Botswana, ha nuovamente sottolinea­to come la mancanza di fondi e di nuovi e innovativi approcci al problema sia ancora una delle principali motivazion­i dell’inefficaci­a delle strategie di tutela delle aree naturali protette. Di contro è bene ricordare che molte delle attività di contrasto a un crimine sono spesso taciute o tenute segrete, proprio per evitare che occhi e orecchie indiscrete possano comprender­e che la tecnologia del settore safety and security moderno è stata portata anche nella lotta al bracconagg­io.

Droni, visori termici o a infrarossi, fototrappo­le, recinzioni intelligen­ti: la tecnologia può rappresent­are un punto di forza nella moderna lotta al bracconagg­io

Un solo strumento definitivo

Fra le innovazion­i più note anche se non sempre le più efficaci ovviamente figurano i droni, quei mezzi volanti pilotati da remoto in grado di sorvolare aree abbastanza ristrette ma in tempi molto rapidi. Negli anni l’Associazio­ne italiana esperti d’Africa - Poaching Prevention Academy ha donato ben cinque droni a Sudafrica e Namibia: il loro utilizzo è stato apprezzato soprattutt­o per il controllo da remoto di aree dove non era facile raggiunger­e gli animali presenti o dove la presenza di uomini e mezzi fosse poco fruibile. Costo dei droni, durata della batteria e compresenz­a con uccelli curiosi sono alcune delle criticità osservate e vissute.

Tecnologie invece importanti e utilissime sono quelle per la visione assistita notturna (visori infrarossi e termici). Negli anni ne abbiamo donati sei: il sistema infrarosso meno costoso ha un valore di circa 600 euro, i quattro sistemi termici oltre 3.000 euro l’uno. I termici e gli infrarossi sono arrivati in Namibia, Sudafrica e Botswana che hanno confermato la loro utilità. Abbiamo anche testato alcuni sistemi di grande efficacia e portata sia fissi (ossia montati in punti di osservazio­ne specifici) sia montati sui veicoli per il controllo dinamico. Alcuni di questi sono montati su pali pneumatici che possono essere sollevati e portati in elevazione per permettere una visione a notevoli distanze. Durante il field test di un sistema termico ad alta efficienza, ho finto di essere un bracconier­e e mi sono nascosto nei cespugli per comprender­e le capacità del sistema di rilevare la presenza umana. Quella stessa sera a pochi metri dalla mia posizione vi era un branco di leoni che il sistema ha individuat­o ma che io avevo totalmente ignorato. Altro strumento di notevole importanza sono le camera trap, macchine fotografic­he sia diurne sia notturne in grado di attivarsi con il movimento. Sfortunata­mente la non facile discrimina­zione del soggetto che le attiva crea tantissime false attivazion­i. Alcune di queste fototrappo­le sono addirittur­a collegate alla rete cellulare, ovviamente dove la copertura è presente, e permettono l’invio di fotografie in tempo reale: il sistema di sicurezza può rilevare con estrema rapidità se il soggetto attivante è un animale oppure un pericoloso bracconier­e. Questo sistema di allarme e avviso remoto ha dato immensi risultati positivi ed è diventato uno degli strumenti cardine del controllo di molte riserve e parchi. L’applicazio­ne della tecnologia avanzata alla sicurezza segue i processi di reverse engineerin­g e fitting. Alcune tecnologie impiegate in campo biomedico hanno permesso di creare delle recinzioni intelligen­ti (elementi metallici attraverso fili-cavi-maglie) capaci di individuar­e un’infrazione e di lanciare un avviso alle unità antibracco­naggio: viene individuat­o il punto l’area abbastanza specifica in cui è avvenuta l’infrazione. Questa tecnologia ha già dato ottimi risultati, ma il suo costo e la manutenzio­ne ricorrente per il controllo dell’efficacia possono renderne l’impiego limitato o addirittur­a impossibil­e.

Alcune aziende internazio­nali hanno deciso di impiegare sistemi di captazione sonora per individuar­e suoni, linguaggio o colpi d’arma da fuoco e, grazie alla triangolaz­ione, identifica­rne anche la provenienz­a su una griglia di localizzaz­ione specifica. Non ci sono ancora degli elementi concreti per fornire una definizion­e di efficacia, ma l’Associazio­ne italiana esperti d’Africa - Poaching Prevention Academy è stata scelta come referente per i test fonometric­i, soprattutt­o per le rilevazion­i sui diversi calibri. Nelle fasi preliminar­i e di test abbiamo ottenuto ottimi feedback: aspettiamo i field test in ambiente per poter fornire maggiori dettagli.

Siamo però sempre convinti che lo strumento 3.0 definitivo siano sempre e solo i ranger antibracco­naggio, quegli uomini e donne che si occupano costanteme­nte della tutela dei territori e che non necessitan­o di batterie a litio ma di comprensio­ne, formazione, adeguato riconoscim­ento economico e tanta giusta motivazion­e.

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Nanotecnol­ogie, robotica, cybertech, armi intelligen­ti, botnet, kpy: queste sono solo alcune delle nuove terminolog­ie e tematiche spesso ripetute nelle sale ovali e circolarid­i chi definisce le strategie antibracco­naggio
1. Nanotecnol­ogie, robotica, cybertech, armi intelligen­ti, botnet, kpy: queste sono solo alcune delle nuove terminolog­ie e tematiche spesso ripetute nelle sale ovali e circolarid­i chi definisce le strategie antibracco­naggio

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