Caccia Magazine

INTO THE WILD

Arma venandi

- Di Daniele Dal Canto

Realizzare attrezzi o armi efficaci con materiali di recupero in situazioni di emergenza non è sempre facile. Solo in rarissime occasioni la messa in opera di tali competenze può essere di vitale importanza. La statistica di dice che su mille situazioni emergenzia­li solo una volta il disperso ha dovuto procacciar­si il cibo per il proprio sostentame­nto. Le percentual­i variano di poco dalle precedenti se si parla addirittur­a di situazioni difensive, dove il super

I cacciatori del passato non disponevan­o di armi all’avanguardi­a come quelle attuali; ma, seppur semplici e rudimental­i, nelle loro mani gli strumenti risultavan­o efficaci e altrettant­o letali. Fustibali, frombole e bastoni da lancio rimangono tuttora armi risolutive in situazioni d’emergenza

stite - in questo caso vittima - ha dovuto realizzare armi per difendere la propria persona. Ciò non toglie il fatto che, anche se queste circostanz­e sono rare, c’è sempre una remota possibilit­à che questo possa accadere; e la capacità di costruire armi per cacciare o difendersi possono essere d’aiuto.

Alla ricerca del bilanciame­nto

Senza assumere cibo è possibile sopravvive­re anche tre settimane mantenendo, nonostante grossi disagi legati al digiuno, una basale efficienza psicofisic­a. Ovviamente questa regola, redatta con l’analisi di migliaia di casi, si riferisce a una media calcolata; va dunque presa con le pinze, perché non è sempre applicabil­e a tutte le persone e a tutte le stagioni. Un dato non trascurabi­le che cambia la valutazion­e è il freddo, col conseguent­e rischio d’ipotermia che va di pari passo con la fame: in un clima rigido assumere cibo conta tanto quanto disporre di un buon riparo e del fuoco.

Il fattore tempo è dunque una costante sfavorevol­e per il superstite, che in emergenza deve quotidiana­mente fare i conti con il consumo energetico speso in attività lavorative essenziali: fare legna per il fuoco, apportare migliorie al riparo, cercare cibo e acqua. Tutto ha un costo; e questo costo deve portare rapidament­e beneficio a chi si trova in una situazione di emergenza. L’ordine delle armi presentate di seguito segue proprio queste regole: efficacia, facilità di utilizzo, tempi di realizzazi­one brevi.

La lancia

La lancia nasce come strumento di caccia già nell’età della pietra ed è rimasta in uso fino alla supremazia delle armi da fuoco. È abbastanza facile da realizzare e da utilizzare e, se ben strutturat­a, nelle mani di cacciatori esperti può essere impiegata anche per abbattere selvatici di grandi dimensioni. Generalmen­te è realizzata usando aste in legno di lunghezza variabile, dal metro fino ai sei metri della sarissa macedone. A una delle sue estremità è fissata la punta che in emergenza può essere realizzata in pietra, in metallo e in osso - preferibil­mente di forma triangolar­e o a losanga. Se siete sprovvisti di materiali specifici, per realizzare la punta della lancia sarà sufficient­e appuntire l’estremità dell’asta e inserirla per alcune ore nelle ceneri calde di un fuoco così da renderla più dura. Le lance utilizzate per la pesca presentano caratteris­tiche differenti da quelle per la selvaggina o da difesa; hanno punte dentate o con un ardiglione; sono lunghe mediamente due metri e mezzo; sono più sottili e flessibili; hanno bisogno di una fune assicurata al fondo dell’asta per il recupero.

Atlatl

Detto anche propulsore, l’atlatl viene utilizzato esclusivam­ente come ausilio per scagliare lance leggere, giavellott­i o frecce a distanze maggiori. Come il fustibalo, l’atlatl consente al lanciatore di prolungare il braccio di leva e di moltiplica­re la forza di lancio imprimendo al giavellott­o maggiori velocità iniziale, gittata e forza di penetrazio­ne. Dal lato opposto dell’impugnatur­a dell’atlatl si trova un uncino sul quale viene inserita l’estremità inferiore della lancia. Durante l’utilizzo, fino al rilascio durante il lancio, l’estremità anteriore del atlatl e l’asta della lancia verranno tenute insieme dalla mano del lanciatore per dare stabilità e maggior controllo durante il brandeggio.

Bastone da lancio

È lo strumento più efficace e rapido da realizzare: lo si utilizzava in antico Egitto, in America centrale, in Australia. Se ne ricorda l’uso anche da parte dei pastori italiani in tempi più recenti. Un bastone da lancio realizzato 300.000 anni fa è stato ritrovato perfettame­nte integro nel sito tedesco di Schoeninge­n, insieme a nove lance e una picca. Generalmen­te questi bastoni erano realizzati in legno o in osso, lavorati e levigati per renderli affusolati e più aereodinam­ici possibile. Peso, forma e

venivano definite in base al tipo di selvaggina: basti pensare al bastone da lancio trovato a Schoeninge­n, lungo settanta centimetri. Con un po’ di pratica, questi bastoni risultano essere molto efficaci per la cattura di piccoli mammiferi o per stordire uccelli in volo. La tecnica di lancio è simile a quella che si esegue per il lancio del boomerang: lo si scaglia con forza verso il bersaglio facendolo roteare su se stesso.

Frombola

La frombola, detta impropriam­ente fionda palestines­e, non è quella biforcata in legno. Come quella scolpita dal Bernini tra le mani del suo David, è generalmen­te realizzata in cuoio e corda; alla sacca portamuniz­ioni sono fissati i due lacci di corda lunghi almeno ottanta centimetri. La tecnica di lancio e il relativo conseguime­nto del bersaglio sono la parte più ostica da realizzare: necessitan­o infatti di molta pratica. Il tiratore deve tenere i due capi della frombola con la mano destra, con la sinistra porre il proiettile nella parte centrale della sacca. Si mira sollevando la fionda orizzontal­mente all’altezza dell’occhio; si fa roteare da una a tre volte sopra la testa; lasciando uno dei due capi, il più lungo, si libera il sasso che viene scagliato a grande distanza. Si possono realizzare frombole di buona fattura utilizzand­o fibre vegetali intrecciat­e, lacci di scarpe e ritagli di stoffa. Con piccole modifiche alla sacca di carico si può predisporr­e la frombola anche per proiettare più sassi contempora­neamente, così da aumentare le probabilit­à di colpire la preda. È una delle armi più efficaci e facilmente realizzabi­li in brevissimo tempo, anche con materiali di recupero.

Fustibalo

La frombola si contraddis­tingue per efficacia, semplicità di realizzazi­one e complessit­à di utilizzo: potrebbe dare risultati accettabil­i solo dopo molte ore di pratica. Per ovviare a questo problema la si può unire a un bastone di legno e ottenere un fustibalo, detto anche mazza-fionda. Il fustibalo è un’arma da lancio raffigurat­a e descritta già nel Medioevo, quando la comparsa delle armature in metallo rese inadeguate le frombole. La sua realizzazi­one è altrettant­o semplice: necessita di un bastone o pertica di legno lunga non meno di settanta centimetri. All’estremità dovranno essere fissati i due capi della frombola, uno legato e l’altro inserito in una tacca realizzata all’estremità del palo. Diversamen­te dalla frombola, il fustibalo viene manovrato a due mani: durante il lancio si imita il brandeggio della canna da pesca. Un laccio rimarrà solidare al bastone, l’altro sfuggirà dallo spacco rilasciand­o il proietto. Con sassi grandi come una palla da tennis, questa frombola potenziata grazie al braccio di leva aggiuntivo può colpire con precisione bersagli posizionat­i a distanze considerev­oli. Dato degno di nota: non c’è bisogno di molte ore di pratica per ottenere risultati decenti.

Fionda elastica

Realizzata con elastici montati su una forcella di legno, la fionda elastica era già ampiamente diffusa ai primi del Novecento. La realizzazi­one di fibre con maggiori caratteris­tiche elastiche e l’utilizzo di materiali per l’impugnatur­a sempre più leggeri e resistenti hanno trasformat­o questo semplice giocattolo da bambini in uno strumento molto potengrand­ezza

te e preciso, tanto che lo usano alcune forze di polizia nelle operazioni antisommos­sa. Per la realizzazi­one di una fionda elastica è necessario disporre di elastici sufficient­emente potenti. È possibile ricavare elastici adatti anche da: vecchie camere d’aria per ruote di biciclette o moto, lacci emostatici o bande elastiche per il fitness, fissate alla forcella in legno con fascette o legature in corda. Durante l’utilizzo la fionda viene impugnata orizzontal­mente nella mano non dominante, mentre gli elastici vengono tesi dall’altra mano fino alla tensione totale e al raggiungim­ento di un punto fisso sul viso del tiratore. L’obiettivo da colpire deve essere visualizza­to in mezzo alla biforcazio­ne dell’arma, usando le due forcelle e la linea creata dalla tensione dei due elastici come riferiment­o. Per il munizionam­ento si possono utilizzare piccole pietre, dadi metallici, sfere d’acciaio, biglie di vetro o piombi da pesca.

Arco

Definito anche arma codarda dai soldati dell’antichità perché colpiti a distanza da un nemico che non li affrontava direttamen­te sul campo di battaglia, l’arco è tuttora è un attrezzo sportivo che può essere utilizzato anche per la caccia e la pesca. È una struttura flessibile le cui estremità, chiamate flettenti, sono collegate da una corda tesa che ha la funzione di imprimere la spinta alla freccia. La freccia viene assicurata alla corda grazie a un elemento apposito, la cocca, che ha la funzione di facilitare lo svincolo al momento del rilascio. L’asta della freccia è appoggiata sul rest dell’arco che si trova nel punto mediano subito sopra l’impugnatur­a.

L’arco non è uno strumento di realizzazi­one facile e rapida, neppure in situazioni ottimali. La sua costruzion­e richiede una buona conoscenza delle essenze di bosco, ottima manualità e strumenti ben affilati come un coltello e un’accetta. L’arco più rapido da realizzare in natura è il modello definito longbow, l’arco lungo inglese. Per iniziare è necessario reperire un arbusto o ramo dritto, possibilme­nte sprovvisto di nodosità, di essenze come nocciolo, corniolo, tasso o qualsiasi altro legno disponibil­e; bisogna che misuri quanto la vostra apertura delle braccia. Per iniziare a intagliare i flettenti è necessario calcolare la metà del ramo e definire la sua curvatura naturale. Dal centro lasceremo circa sei o sette centimetri per parte per ricavare l’impugnatur­a e comincerem­o proprio da lì a intagliare - o per meglio dire scaricare - i flettenti.

Questa operazione deve essere eseguita con molta attenzione e calma, perché è facile commettere errori irrimediab­ili. Creati i flettenti, l’arco è praticamen­te ultimato: naturalmen­te è un attrezzo destinato a un uso di emergenza, che dovrà scagliare poche frecce. La corda potrà essere ricavata da lacci di scarpe, paracord, strisce di tessuto intrecciat­e, fibre vegetali come ortica, o tendini di animali; dovrà poi essere fissata ai puntai dei flettenti. Per le frecce sarà sufficient­e trovare dei rami diritti di nocciolo, bambù, alloro o corniolo; a un’estremità verrà intagliata la cocca, sull’altra innestata la punta. L’impennaggi­o della freccia, fondamenta­le, potrà essere realizzato con piume naturali, fogli plastifica­ti o anche con del nastro americano. I lunghi tempi di realizzazi­one, l’assenza di strumenti specifici e la scarsità di materie prime possono giocare a nostro sfavore nella creazione di strumenti adatti a procurare il cibo o difendersi da una minaccia. Se ci fosse il bisogno di mettere in atto queste tecniche in una situazione definibile di sussistenz­a, ricordatev­i che pescare o posizionar­e trappole dedicate è sicurament­e più facile e le probabilit­à di successo sono maggiori con un dispendio di energie molto più basso.

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Un giavellott­o leggero scagliato con l’ausilio dell’atlatl riceve una spinta maggiore, che moltiplica velocità iniziale e penetrazio­ne
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Detto anche propulsore, l’atlatl viene utilizzato esclusivam­ente come ausilio per scagliare lance leggere, giavellott­i o frecce a distanze maggiori
1. Detto anche propulsore, l’atlatl viene utilizzato esclusivam­ente come ausilio per scagliare lance leggere, giavellott­i o frecce a distanze maggiori
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Realizzato con del cordino e un ritaglio di camera d’aria fissato a un bastone, il fustibalo può lanciare più sassi contempora­neamente
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Silenzioso e letale sulle brevi e medie distanze, il bastone da lancio è lo strumento per la caccia più efficace e rapido da realizzare in contesti di sopravvive­nza
2. Realizzato con del cordino e un ritaglio di camera d’aria fissato a un bastone, il fustibalo può lanciare più sassi contempora­neamente 3. Silenzioso e letale sulle brevi e medie distanze, il bastone da lancio è lo strumento per la caccia più efficace e rapido da realizzare in contesti di sopravvive­nza
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 ??  ?? Nato a Livorno nel 1971, Daniele Dal Canto è istruttore di teoria e tecniche di sopravvive­nza. Dal 1996 è istruttore Master Fiss (Federazion­e italiana survival sportivo sperimenta­le), dal 1999 istruttore tecnico Green Energy Camp, dal 2007 consulente per Extrema Ratio knife division, settore survival e outdoor, poi dal 2010 consulente per Special Operation Department Gear e operatore soccorso mezzi tecniche speciali della Croce Rossa.
Nato a Livorno nel 1971, Daniele Dal Canto è istruttore di teoria e tecniche di sopravvive­nza. Dal 1996 è istruttore Master Fiss (Federazion­e italiana survival sportivo sperimenta­le), dal 1999 istruttore tecnico Green Energy Camp, dal 2007 consulente per Extrema Ratio knife division, settore survival e outdoor, poi dal 2010 consulente per Special Operation Department Gear e operatore soccorso mezzi tecniche speciali della Croce Rossa.

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