Caccia Magazine

VITA DI SQUADRA

La braccata in uno scatto

- Di Vincenzo Frascino

Spesso ci capita di scattare decine di fotografie dello stesso soggetto perché nessuna ci convince del tutto. Sarebbe allora più saggio, e certamente più produttivo, ragionare invece che perdere tempo a scattare cinquanta foto: ne otterremo una o due avendo però curato l’inquadratu­ra e l’esposizion­e, scelto la giusta angolazion­e

Smartphone e fotocamere sono oramai alla portata di tutti e, complici i social media, sono sempre più le persone che a ogni età amano scattare e condivider­e foto, anche durante l’attività venatoria. Se ci pensiamo bene però della miriade di fotografie di caccia da cui siamo bombardati o che noi stessi abbiamo scattato poche ci hanno veramente colpito. Una buona parte di esse ci ha perfino infastidit­o, per una macchia d’ombra, una preda ritratta male, qualche sfondo infelice. Una bella foto piace, a chi l’ha scattata e a chi la guarda. Viene riproposta, stampata, condivisa con orgoglio. Ecco qualche accorgimen­to per alzare il livello dei nostri album fotografic­i.

Ragionare e rubare

In generale quando scattiamo una fotografia dobbiamo cercare di evitare tutto quello che non vorremmo vedere: lo sfondo è importanti­ssimo e può rovinare una scena perfetta. È bene quindi far attenzione a che cosa inquadriam­o in secondo piano (un cassonetto, un traliccio o

qualsiasi nota stonata). È fondamenta­le evitare che luce e ombra si alternino sul nostro soggetto: in tal caso facciamolo spostare di qualche metro.

Spesso ci capita di scattare decine di fotografie dello stesso soggetto perché nessuna ci convince del tutto, e questo è comunque indice del fatto che tutti ricerchiam­o il bello e la proporzion­e in una foto, ma non sempre siamo in grado di ritrarre la scena che vogliamo. Sarebbe allora più saggio, e certamente più produttivo, ragionare invece che perdere tempo a scattare cinquanta foto: ne otterremo una o due avendo però curato l’inquadratu­ra e l’esposizion­e, scelto la giusta angolazion­e. L’ideale sarebbe ottenere poche fotografie da conservare gelosament­e piuttosto che intere cartelle di copie che si perderanno nella memoria di qualche pc o smartphone.

Le dinamiche della caccia in braccata la rendono uno scenario interessan­te per scattare fotografie: i cani, gli animali abbattuti, gli amici sono tutti soggetti che generalmen­te entrano nell’obiettivo, ma non sempre in modo da uscirne valorizzat­i. Anzi, talvolta le immagini rischiano di essere davvero brutte e spesso poco condivisib­ili, soprattutt­o per gli aspetti più cruenti in cui si ritraggono spoglie e sangue.

Quando ci si appresta a fotografar­e persone, chi scatta la foto tende a fare tre-quattro passi indietro. La foto tipo di amici e componenti della squadra ritrae le figure intere, dalle scarpe al cappello e spesso molto altro, in cui talvolta è difficile riconoscer­e l’identità dei soggetti ritratti. Di foto così ne avremo milioni; ma poi che cosa ci trasmetton­o del carattere e dell’espression­e delle persone? Quasi nulla, al posto del soggetto potrebbe esserci chiunque. Curiamo invece alcuni aspetti: la persona ritratta deve avere la luce a favore e non dietro di sé - in tal caso avrebbe il volto oscurato e non sarebbe riconoscib­ile; evitiamo inoltre che il soggetto resti per metà in ombra e metà alla luce. L’inquadratu­ra migliore per ritrarre le persone è il mezzobusto, col volto in piena luce e non necessaria­mente in posa: le espression­i più intense sono spesso rubate.

Gli ausiliari sono un soggetto chiave nelle fotografie in braccata, che siano al guinzaglio del conduttore, o su un animale, o nel carrello. Spesso purtroppo

le fotografie dei cani li ritraggono dal punto di vista di chi scatta, cioè dall’alto. Questo è un banale ma grave errore che azzera completame­nte le proporzion­i: un ariegeois e un bassotto tedesco ritratti dall’alto avranno proporzion­i simili e dimensioni non quantifica­bili. Il modo migliore, anzi, l’unico modo per fotografar­e i cani è porsi alla loro altezza. Anche qui, come per le persone, uno scatto ravvicinat­o restituirà l’intensità dello sguardo e la fisicità del cane. Viceversa, uno scatto dall’alto e troppo panoramico sminuirà il soggetto, irrimediab­ilmente. È importante ricordarsi questa accortezza anche quando gli ausiliari vengono ritratti insieme al conduttore: l’inquadratu­ra si fa dal basso, quindi il cacciatore si accuccerà ad altezza dei cani.

L'anima del dettaglio

Nella caccia in braccata può capitare di ritrarre uno o più animali abbattuti da noi, ma soprattutt­o i carnieri di fine battuta. Soprattutt­o nel primo caso, è necessario avere l’accortezza di ritrarre i selvatici nell’ambiente in cui

Le nostre fotografie rappresent­ano il biglietto da visita di noi

cacciatori e gran parte dei sentimenti più o meno ostili che suscitiamo sono veicolati dalle immagini che diffondiam­o

sono stati catturati: cantine, piazzali, garage sono scenari possibilme­nte da evitare. È bene curare la posa dell’animale evitando di esporre laghi di sangue e viscere. Basta girare l’animale dal lato più presentabi­le, spostarlo dal sangue, sistemare le zampe evitando pose scomposte, valorizzar­e il trofeo bloccando la testa con sassi o rami per ottenere un’immagine dignitosa di un animale abbattuto. Per ritrarre il cacciatore con la preda è bene evitare pose irrispetto­se, come mettersi a cavalcioni o con un piede sulla spoglia: queste immagini purtroppo ancora girano e alimentano comprensib­ili sentimenti di disprezzo verso i cacciatori. Si può ottenere una bella scena se ci si inginocchi­a o si siede accanto o dietro all’animale, evitando però un distanziam­ento eccessivo che potrebbe esasperare e rendere finanche ridicolo l’effetto ottico per cui l’animale in primo piano risulta tanto più grande del cacciatore.

I carnieri finali, più o meno nu

merosi, offrono non poche occasioni per scatti infelici: animali affastella­ti, scomposti, sanguinant­i evocano un’immagine orrenda della caccia in braccata, assimiland­ola a una mattanza senza pietà. Nel ritrarre un carniere è invece buone regola allineare gli animali tutti nello stesso verso, comporre le zampe, posizionar­e eventualme­nte quelli più prestigios­i in primo piano con la squadra leggerment­e arretrata per dare risalto ai selvatici.

Gli aspetti conviviali e operativi della squadra prima e dopo la battuta offrono molteplici spunti per fare belle fotografie. Un brindisi, un fuoco, la lavorazion­e delle carni possono essere soggetti interessan­ti, soprattutt­o se si tiene sempre presente l’idea del dettaglio: più una foto ritrae un particolar­e di una scena e più risulta evocativa.

Fotografie panoramich­e risultano disordinat­e e non sempre piacevoli. Fotografar­e l’intera squadra è invece una bella tradizione, anche se non sempre è facile ottenere scatti ottimali. Per queste foto corali è necessario disporre i cacciatori in più file, come una squadra di calcio, evitare i vuoti e compattare la scena il più possibile in modo da non dover arretrare troppo a scapito della riconoscib­ilità dei volti. Nel contrasto col verde l’arancio è sempre piacevole, fa molto braccata; per cui è da incoraggia­re l’utilizzo dei gilet ad alta visibilità anche nelle foto di squadra.

In sintesi, gli accorgimen­ti per ottenere belle fotografie a caccia sono veramente pochi e abbastanza intuitivi. Non servono attrezzatu­re sofisticat­e per ottenere belle foto e oramai anche gli smartphone più a buon mercato sono dotati di strumentaz­ione sufficient­e a scattare fotografie più che dignitose. Come sempre il risultato è nelle nostre mani e nel buon gusto con cui riproducia­mo le scene della nostra passione. Dobbiamo essere consapevol­i che le nostre fotografie rappresent­ano il biglietto da visita di noi cacciatori e che gran parte dei sentimenti più o meno ostili che suscitiamo sono veicolati dalle immagini che diffondiam­o. È con questo spirito che possiamo cercare di scattare le nostre foto scoprendo che questo aspetto potrebbe diventare un ulteriore fattore di divertimen­to a caccia.

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Sono sempre più le persone che a ogni età amano scattare e condivider­e foto anche durante l’attività venatoria
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Le dinamiche della caccia in braccata la rendono uno scenario interessan­te per scattare fotografie
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L’inquadratu­ra migliore per ritrarre le persone è il mezzobusto, col volto in piena luce e non necessaria­mente in posa: le espression­i più intense sono spesso rubate 3.
Il modo migliore per fotografar­e i cani è porsi alla loro altezza. È importante ricordarse­lo anche quando vengono ritratti insieme al conduttore: l’inquadratu­ra si fa dal basso, quindi il cacciatore si accuccerà all’altezza dei cani
1. Le dinamiche della caccia in braccata la rendono uno scenario interessan­te per scattare fotografie 2. L’inquadratu­ra migliore per ritrarre le persone è il mezzobusto, col volto in piena luce e non necessaria­mente in posa: le espression­i più intense sono spesso rubate 3. Il modo migliore per fotografar­e i cani è porsi alla loro altezza. È importante ricordarse­lo anche quando vengono ritratti insieme al conduttore: l’inquadratu­ra si fa dal basso, quindi il cacciatore si accuccerà all’altezza dei cani
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Una bella scena di cacciatore col selvatico si può ottenere se ci si inginocchi­a o ci si siede accanto o dietro all’animale; bisogna assolutame­nte evitare tutte le pose irrispetto­se come mettersi a cavalcioni o con un piede sulla spoglia
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Gli accorgimen­ti per ottenere belle fotografie a caccia sono veramente pochi e abbastanza intuitivi. Non servono attrezzatu­re sofisticat­e, ma come sempre il risultato è nelle nostre mani e nel buongusto con cui riproducia­mo le scene
4. Una bella scena di cacciatore col selvatico si può ottenere se ci si inginocchi­a o ci si siede accanto o dietro all’animale; bisogna assolutame­nte evitare tutte le pose irrispetto­se come mettersi a cavalcioni o con un piede sulla spoglia 5. Gli accorgimen­ti per ottenere belle fotografie a caccia sono veramente pochi e abbastanza intuitivi. Non servono attrezzatu­re sofisticat­e, ma come sempre il risultato è nelle nostre mani e nel buongusto con cui riproducia­mo le scene
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Per la foto di gruppo è necessario disporre i cacciatori in più file, come una squadra di calcio, evitare i vuoti e compattare la scena il più possibile in modo da non dover arretrare troppo a scapito della riconoscib­ilità dei volti
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Aspetti conviviali e operativi della squadra prima e dopo la battuta offrono molteplici spunti per fare belle fotografie
6. Per la foto di gruppo è necessario disporre i cacciatori in più file, come una squadra di calcio, evitare i vuoti e compattare la scena il più possibile in modo da non dover arretrare troppo a scapito della riconoscib­ilità dei volti 7. Aspetti conviviali e operativi della squadra prima e dopo la battuta offrono molteplici spunti per fare belle fotografie
 ??  ?? Nato a Castrovill­ari (CS) nel 1977, da più di vent’anni Vincenzo Frascino lavora a Roma come medico specialist­a in radioterap­ia oncologica. Dopo i primi anni di caccia alla penna, approda alla caccia di selezione, non abbandonan­do però la caccia al cinghiale in braccata. È inoltre appassiona­to di fotografia e con la reflex, che porta sempre nel suo zaino, non perde occasione per immortalar­e le scene più significat­ive delle sue uscite.
Nato a Castrovill­ari (CS) nel 1977, da più di vent’anni Vincenzo Frascino lavora a Roma come medico specialist­a in radioterap­ia oncologica. Dopo i primi anni di caccia alla penna, approda alla caccia di selezione, non abbandonan­do però la caccia al cinghiale in braccata. È inoltre appassiona­to di fotografia e con la reflex, che porta sempre nel suo zaino, non perde occasione per immortalar­e le scene più significat­ive delle sue uscite.

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