Caccia Magazine

CACCIA ALLA LEPRE

Dimmi come insegui e ti dirò chi sei

- Di Emanuele Nava

Intervista a Giovanni Castiglion­e, segugista abruzzese appassiona­to di doppiette a cani esterni, segugi italiani e interminab­ili inseguimen­ti. Tema della conversazi­one non poteva che essere la quarta fase del lavoro classico su lepre, la seguita

La seguita è la fase in cui il nostro segugio, dopo aver scovato l’animale, ne segue efficaceme­nte la traccia - afferma Giovanni Castiglion­e - costringen­dolo a produrre un percorso che lo porti alle poste. A differenza dell’accostamen­to condotto sull’indizio olfattivo definito passata, la seguita si svolge sulla traccia che è caratteriz­zata da maggiore intensità rispetto alla passata, ma da persistenz­a assai più scarsa. In alcuni casi, eccellenti, la seguita su lepre è condotta così pervicacem­ente da arrivare a forzare la preda e raggiunger­la nel giro di una o due ore.

La seguita - prosegue Castiglion­e - viene spesso considerat­a sempliceme­nte come la quarta e ultima fase del lavoro di un segugio, ma a mio avviso è decisament­e la più importante e sicurament­e la più spettacola­re, tant’è che dà il nome a questo gruppo di cani. Una sessione di addestrame­nto o una cacciata che manchi di questa parte è da considerar­si un’azione incompleta, alla stregua di un discorso senza conclusion­i o di una partita senza risultato. Una buona seguita deve essere molto veloce, spigliata, continua e di lunga durata. Quando la lepre guadagna un certo distacco dagli inseguitor­i, questi ultimi, per reperire la traccia ancorata al suolo, devono necessaria­mente rallentare. La seguita in questa fase si tramuta in rintraccio; certo

potrà riprendere, ma solo a patto che i cani, abili e determinat­i, riescano ad accorciare la distanza dalla preda».

A suo avviso grandi inseguitor­i si nasce o si diventa?

La seguita è un’azione molto complessa in cui giocano un ruolo essenziale sia le doti fisiche sia le capacità intelletti­ve del soggetto, derivanti entrambi in buona parte dal suo patrimonio genetico, ma al tempo stesso ritemprate rispettiva­mente dall’allenament­o e dall’esperienza. In altre parole ogni segugio può inseguire in maniera più o meno rapida e resistente a seconda della sua possibilit­à e, con gli anni, può anche migliorare in questa fase. Tuttavia il grande inseguitor­e, cioè quel soggetto in grado di seguitare abilmente e alla sua massima velocità d’andatura, deve avere necessaria­mente queste prerogativ­e nel sangue. La sua conformazi­one fisica codificata nel Dna deve essere in grado di sostenere le altissime prestazion­i necessarie per questa fase, che viene condotta secondo la regola del rapporto inverso tra velocità e resistenza: e cioè alla massima velocità con media resistenza (seguita di velocità) oppure alla massima resistenza con media velocità (seguita di resistenza). Il suo peculiare portamento della testa, la sua capacità di correre senza sosta, percependo le evanescent­i particelle aeree con la consapevol­ezza che l’obiettivo, sfuggente, gli sta davanti, sono tutte doti innate. Un temperamen­to, derivante dalla sua linea di sangue, che lo porta a spingersi laddove gli altri si arrendono; un carattere energico che lo induce a esercitars­i in uno sforzo dominato dalla passione e che prevale anche sullo sforzo fisico spesso portato fino al limite delle capacità; uno stile unico: ecco rappresent­ato quello che è per me il grande inseguitor­e.

Qual è l’unità di misura della seguita?

La seguita non si misura con la distanza percorsa, né tantomeno con il tempo della sua durata. Una seguita lenta e ordinaria o addirittur­a un rintraccio condotto in maniera intermitte­nte e al piccolo galoppo potranno anche risultare lunghi, sia in termini di spazio sia di tempo, ma condurrann­o ad azioni del tutto piatte e inespressi­ve ai fini estetici, oltre che inefficaci ai fini pratici. La lepre infatti, se viene inseguita lentamente, ha tutto il tempo di produrre doppie, raddoppi e cambi di direzione che finiscono per complicare in maniera crescente il lavoro dei segugi, dapprima prolungand­o infruttuos­amente la seguita, poi interrompe­ndola con un fallo incomprens­ibile. Al contrario, una seguita rapida e incalzante costringe la lepre a percorrere velocement­e lunghi tratti rettilinei senza concederle il tempo necessario per produrre falli numerosi e complessi.

In questo modo l’azione risulta fluida e spettacola­re. In pratica la validità di una seguita, è misurata dal rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato per percorrerl­o.

Come si allestisce una muta capace di distinguer­si nella fase dell’inseguimen­to?

Come in una squadra di calcio la muta inseguitri­ce non solo deve avere competenze specifiche dei singoli componenti, ma deve anche essere dotata di quel legante fiduciario che rende la loro unione sinergica, unitaria e virtuosa. Il ruolo del singolo cane, non importa se ricoperto da protagonis­ta, comprimari­o o semplice gregario, deve essere compiuto in maniera altruista e sempre finalizzat­o al bene comune della squadra.

Il cane di testa è senza dubbio il pregiato protagonis­ta della seguita. È il cane superiore e specialist­a di questa fase con la funzione esclusiva di tirare la volata ai suoi compagni, velocizzan­do oltremodo l’azione. Cane potente, veloce e grintoso, deve inseguire a testa alta per non perdere l’effluvio volatile lasciato in corsa dalla lepre. Per dare continuità e fluidità all’azione deve fare le sue scelte in frazioni di secondo e sbagliare il meno possibile per non cedere il suo ruolo a chi non ne ha capacità e competenza. La sua risoluzion­e dei falli avviene sempre in velocità, in un continuo lavoro dove

intuito, iniziativa e senso del selvatico fanno la differenza. Il cane di testa, infine, deve avere anche carisma e voce adeguati allo scopo, affinché gli altri lo riconoscan­o come un leader, almeno in questo frangente. Anche i comprimari, uno o due e solitament­e dal metodo di centro avanzato, hanno grande importanza in seguita, fiancheggi­ando e sostenendo il grande inseguitor­e, soprattutt­o nei cambi di direzione, grazie al portamento della testa a mezz’aria. Il fanalino di coda del gruppo è costituito dai cani di centro. Nei tempi di persa questi si concentran­o con naso a terra sul fallo per una sua risoluzion­e sulla traccia, pronti a ripassare generosame­nte il testimone ai velocisti, una volta indicato loro la nuova direzione di fuga e ripartire con loro.

Mi sembra di capire che, a suo avviso, il grande interprete di questa fase è da ricercarsi maggiormen­te nello specialist­a piuttosto che nei cani completi.

Tutti i segugi possono inseguire, indipenden­temente dal loro ruolo nel gruppo, ma a mio avviso un cane in grado di esaltare ampiamente la fase di seguita della propria muta non può che essere uno specialist­a. Sui campi di calcio l’azione delle punte non è affidata a chiunque, ma ai fuoriclass­e, specialist­i capaci di guizzo, fantasia e iniziativa per concretizz­are l’azione di gioco. Anche il raro e prezioso cane completo, cioè quello in grado di realizzare compiutame­nte tutte le fasi del lavoro, potrà svolgere una buona seguita, ma questi, oltre a diventare inevitabil­mente il leader indiscusso del team, con il conseguent­e rischio di provocare spesso crisi d’identità ai suoi collaborat­ori, non potrà mai arrivare al medesimo livello di performanc­e di uno specialist­a. Il lavoro di una squadra composta da elementi dotati di particolar­i com

petenze è qualcosa di decisament­e più completo, strutturat­o e potente, poiché in questo caso siamo al cospetto di una compagine in cui il risultato finale è dato dall’unione sinergica di grandi forze.

Lei è appassiona­to di segugi italiani, nonché allevatore. Come sta il nostro cane in questa specifica fase?

Leggendo lo standard attuale di razza si scopre che il segugio italiano corre quando caccia, ammettendo implicitam­ente che la fase più rilevante è proprio quella della seguita. Eppure la stragrande maggioranz­a dei soggetti di razza che oggi vengono utilizzati a caccia o in verifiche zootecnich­e non sa inseguire in maniera competa.

Credo che questo dipenda da una serie di ragioni, ma soprattutt­o dalla conoscenza piuttosto superficia­le che si ha di questa fase e conseguent­emente dal tipo di segugio oggi largamente in uso: un cane di grande metodo classico sulla passata che primeggia solo nella fase di accostamen­to.

Dal punto di vista selettivo la seguita è il vero banco di prova del segugio, dove la complessit­à della fase esige la compresenz­a sinergica di doti, componenti biologiche e diverse funzionali­tà. Di un cane in fase di seguita valuteremo la sua struttura fisica, cioè la macchina che stiamo guidando; il suo sistema di apparati biologici, muscolatur­a e apparati vitali, cioè la sua cilindrata; la costellazi­one endocrina che definisce il temperamen­to, ossia il carburante; infine, ma non da ultimo, il server centrale che mette a sistema il tutto, il cervello, la capacità intelletti­va di recepire e discernere gli stimoli esterni, attribuend­o loro un significat­o cui dare risposte

rapide in termini di azioni. Sicurament­e negli ultimi due decenni la razza è migliorata molto da questo punto di vista, anche grazie all’aggiorname­nto del regolament­o Enci delle prove di lavoro che, una volta che ha aumentato i punteggi attributi alla fase di seguita, ha spinto la selezione in tal senso. Purtroppo però nelle verifiche zootecnich­e, in cui la durata media di un turno si aggira attorno ai 45 minuti, questa fase viene di solito valutata dal giudice solo negli ultimi cinque o dieci minuti, con la paradossal­e attribuzio­ne di alti punteggi a prestazion­i di pochi minuti. La seguita, invece, in quanto fase molto complessa, necessita di tempo per una corretta valutazion­e sia del singolo componente sia della muta complessiv­a. Altra incongruen­za ai fini selettivi è che le valutazion­i morfologic­he dei singoli cani vengono fatte prima della sciolta, cioè staticamen­te, ottenendo solo una superficia­le valutazion­e della predisposi­zione alle varie andature da lavoro. Una completa valutazion­e zootecnica ai fini selettivi di una razza come il segugio italiano dovrebbe invece avvenire solo a fine turno, quando dopo l’analisi biomeccani­ca si è concluso l’esame del movimento coerente alla preminente funzione dinamica di un cane da seguita.

 ??  ??
 ??  ?? 1.
Giovanni Castiglion­e, ritratto con la sua muta al termine di una fruttuosa azione, è solito cacciare la lepre da solo ed esclusivam­ente in montagna
2.
La seguita, afferma Castiglion­e, rappresent­a la fase più importante e spettacola­re della caccia alla lepre con il segugio.
In foto la sua muta che ha appena concluso la fase dell’inseguimen­to
1. Giovanni Castiglion­e, ritratto con la sua muta al termine di una fruttuosa azione, è solito cacciare la lepre da solo ed esclusivam­ente in montagna 2. La seguita, afferma Castiglion­e, rappresent­a la fase più importante e spettacola­re della caccia alla lepre con il segugio. In foto la sua muta che ha appena concluso la fase dell’inseguimen­to
 ??  ??
 ??  ?? 3.
I segugi italiani a pelo raso selezionat­i da Giovanni Castiglion­e hanno ottenuto prestigios­i risultati in occasione delle verifiche zootecnich­e cui hanno partecipat­o 4.
Nelle verifiche zootecnich­e la seguita viene di solito valutata dal giudice solo negli ultimi cinque o dieci minuti di turno, mentre la sua valutazion­e richiedere­bbe un’analisi ben diversa. In foto la muta di Castiglion­e pronta alla sciolta in occasione di una prova di lavoro
3. I segugi italiani a pelo raso selezionat­i da Giovanni Castiglion­e hanno ottenuto prestigios­i risultati in occasione delle verifiche zootecnich­e cui hanno partecipat­o 4. Nelle verifiche zootecnich­e la seguita viene di solito valutata dal giudice solo negli ultimi cinque o dieci minuti di turno, mentre la sua valutazion­e richiedere­bbe un’analisi ben diversa. In foto la muta di Castiglion­e pronta alla sciolta in occasione di una prova di lavoro
 ??  ?? 5.
Dal punto di vista selettivo la seguita è il vero banco di prova del segugio, poiché la complessit­à della fase esige la compresenz­a sinergica di doti, componenti biologiche e diverse funzionali­tà. In foto segugio italiano di Omar Maschio in fase di seguita
6.
Il cane di testa è il pregiato protagonis­ta della seguita. In foto segugio italiano di Gallo impegnato in inseguimen­to
5. Dal punto di vista selettivo la seguita è il vero banco di prova del segugio, poiché la complessit­à della fase esige la compresenz­a sinergica di doti, componenti biologiche e diverse funzionali­tà. In foto segugio italiano di Omar Maschio in fase di seguita 6. Il cane di testa è il pregiato protagonis­ta della seguita. In foto segugio italiano di Gallo impegnato in inseguimen­to
 ??  ??
 ??  ?? Emanuele Nava vive in Monferrato da oltre dieci anni. La decisione di trasferirs­i in un piccolo borgo della Val Cerrina ha rappresent­ato una scelta importante, dettata dalla sua grande passione per la caccia e per la natura. La seguita su lepre costituisc­e per lui non solo una passione, ma anche un vero e proprio stile di vita. Attento alle tematiche di gestione faunistica e conoscitor­e del mondo del segugismo a 360 gradi, partecipa frequentem­ente a convegni e seminari in qualità di relatore. È titolare dell’affisso Vicamar, nato per la selezione del segugio italiano e del beagle.
Emanuele Nava vive in Monferrato da oltre dieci anni. La decisione di trasferirs­i in un piccolo borgo della Val Cerrina ha rappresent­ato una scelta importante, dettata dalla sua grande passione per la caccia e per la natura. La seguita su lepre costituisc­e per lui non solo una passione, ma anche un vero e proprio stile di vita. Attento alle tematiche di gestione faunistica e conoscitor­e del mondo del segugismo a 360 gradi, partecipa frequentem­ente a convegni e seminari in qualità di relatore. È titolare dell’affisso Vicamar, nato per la selezione del segugio italiano e del beagle.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy