FONDAZIONE UNA
Un grande alleato
Consapevole di dover operare in territori occupati da imprese agricole, il cacciatore è rispettoso dei valori rurali e agisce in armonia e in sinergia con l’agricoltore
Fondazione Una nasce come luogo di incontro e di scambio di idee e di progetti tra i mondi venatorio, ambientalista, agricolo e scientifico-accademico. Attraverso il ruolo d’impulso e coordinamento della Fondazione, queste diverse realtà si propongono come componenti di una filiera ambientale impegnata nella tutela e nella gestione della natura per il benessere dell’intera comunità. In questo ambito, il ruolo del cacciatore acquisisce particolare rilevanza nella filiera agricola, che costituisce una delle quattro principali aree d’azione in cui la Fondazione sviluppa i propri progetti. Tra il mondo agricolo e quello venatorio esiste da anni un dialogo aperto che ha portato
Coldiretti e Confagricoltura a sottoscrivere manifesti e dichiarazioni d’intenti nei quali si evidenzia il contributo comune della caccia e dell’agricoltura allo sviluppo e salvaguardia del territorio, nel rispetto della cultura, della tradizione e dell’innovazione. Consapevole di dover operare in territori occupati da imprese agricole, il cacciatore è rispettoso dei valori rurali e agisce in armonia e in sinergia con l’agricoltore grazie a un’integrazione delle funzioni e a una migliore organizzazione degli Atc e dei Comprensori alpini: così, attraverso la gestione e lo sviluppo del territorio, l’attività venatoria fornisce il proprio supporto alla crescita dell’impresa agricola nel più ampio contesto in cui si implementa la strategia europea e nazionale per la biodiversità.
Manutenzione e conservazione
L’impegno per la tutela della biodiversità è il principio che guida l’azione del cacciatore: ciò significa preservare gli equilibri naturali e intervenire nei confronti della fauna problematica, in esubero o aliena, che con la propria eccessiva presenza arreca danni alle coltivazioni agricole, al reticolo idrico, al patrimonio forestale e in generale alle imprese agricole. In questo contesto l’attività venatoria si pone come alleata di quella agricola, svolgendo un vero e proprio ruolo di manutenzione del territorio. Il cacciatore fornisce a chi lavora nei campi un contributo fondamentale nel limitare i danni provocati dalla fauna selvatica cacciabile; mentre per i danni provocati da quella non cacciabile il cacciatore si mette a disposizione per interventi mirati come deroghe o abbattimenti controllati.
Nell’ultimo anno, la situazione di emergenza sanitaria ha necessariamente impattato anche sull’attività venatoria causandone un fermo intermittente ma ripetuto per diversi mesi e una consistente riduzione delle giornate di caccia previste nella stagione. Le conseguenze sulla preservazione degli equilibri naturali si sono rese da subito evidenti, dimostrando il ruolo essenziale della caccia nella conservazione e manutenzione del territorio. Sono infatti cresciuti il numero di animali selvatici causa di problemi per l’agricoltura e il numero di agricoltori che hanno lamentato le ricadute negative sul raccolto.
Nello specifico gli agricoltori lamentano soprattutto l’esubero di una specie, il cinghiale. Con il fermo alla caccia il numero di questi ungulati, già elevato in tutta la penisola, è cresciuto ancora e ha aggravato una problematica già esistente e già nota alle diverse realtà coinvolte. I danni che possono causare alle coltivazioni agricole hanno spinto gli agricoltori a chiedere a gran voce che l’attività venatoria venisse in qualche modo consentita, così da limitare le ripercussioni economiche sul raccolto. Questo testimonia quanto la caccia sia fondamentale nel mantenere gli equilibri naturali e nel gestire la fauna problematica, sia con la caccia di selezione sia con interventi più mirati nei confronti delle specie non cacciabili. Obiettivo della Fondazione è quindi sensibilizzare agricoltori e cacciatori, in modo da assicurare un futuro a quel delicato equilibrio e all’interconnessione tra i due mondi, che traggono dal territorio la loro fonte di sostentamento e l’appagamento della loro passione. Fondazione Una si impegna quindi a rafforzare ulteriormente il dialogo tra le parti e a promuovere l’adozione di percorsi congiunti, certa che il mondo agricolo condivida con quello venatorio la tutela del patrimonio naturale come sua priorità.