L'oggetto del desiderio
Le oche continuano a essere un desiderio mai sopito dei cacciatori italiani di uccelli acquatici. Basti pensare a quanta parte rivestano nel mondo a volte dibattuto e controverso, ma sempre amato, del turismo venatorio. Paesi come Scozia e Irlanda furono pionieri nell’organizzazione di viaggi venatori dedicati alla caccia a questi robusti anseriformi, ma con essi ormai da anni gareggiano con successo altre mete più orientali, come l’Ungheria, la Bulgaria e la Romania, per tacere di Russia e Bielorussia e, più recentemente, delle Repubbliche baltiche. Non che in Italia le oche non vi siano, anzi: da circa un ventennio l’oca selvatica (Anser anser) è in continuo incremento soprattutto nel Nord-Est del nostro Paese anche con popolazioni sedentarie e nidificanti, che si osservano con facilità nelle valli venete, friulane ed emiliano-romagnole, mentre in certe zone costiere pugliesi e sul versante tirrenico della Maremma la specie si mostra più facilmente in inverno. Cacciare in botte sull’alto Adriatico significa essere sovente accerchiati o sorvolati da stormi vocianti di questi uccelli, che mettono alla prova la disciplina del cacciatore, ma che contemporaneamente sollecitano serie riflessioni sull’inadeguatezza e vetustà che non di rado le norme rivelano rispetto alla realtà quotidiana cui si applicano. Nessuna specie di oca è cacciabile per la nostra legislazione statale, nemmeno l’oca selvatica che invece, oggi, potrebbe assolutamente sopportare un regime di prelievo venatorio senza rischi per la sua conservazione; ma la modifica in senso ampliativo dell’elenco delle specie cacciabili di cui all’articolo 18 della legge 157 non è una procedura rapida, né lineare, né soprattutto limitata a scrivanie nazionali, bensì vincolata in primis a passaggi su quelle comunitarie. D’altro canto, parrebbe che nei Paesi Bassi anche quest’anno le autorità governative procederanno a sterminare parecchie decine di migliaia di oche selvatiche e di oche del genere Branta utilizzando il gas, allo scopo di impedire o limitare i danni ingenti che queste specie arrecano alle colture cerealicole e foraggere. Una scelta gestionale pesantemente contestata dalla Fnc (Fédération Nationale des Chasseurs) francese, che ritiene paradossale come non si riesca in Francia a cacciare l’oca selvatica nel mese di febbraio, nonostante poco più a nord la medesima specie subisca impatti da sterminio di massa. Quindi, ricapitolando: Anser anser in Francia si caccia fino a fine gennaio, nei Paesi Bassi è oggetto di gassificazione, in Italia non è cacciabile né oggetto di controllo, mentre in Romania la sottospecie orientale Anser a. rubrirostris è cacciabile fino al 15 febbraio. Un bel puzzle! E ci fermiamo a una sola specie.