Caccia Magazine

Steiner Nighthunte­r H35: prestazion­i di vertice

A luglio Steiner ha annunciato il lancio del suo primo strumento termico da osservazio­ne. Un approccio alla visione notturna in grande stile: il monoculare H35 si colloca al top delle prestazion­i

- di Matteo Brogi

Aconferma dell’interesse della Holding Beretta per la visione notturna - anticipato dalla presentazi­one dei tre termici di Burris recensiti su Caccia Magazine di agosto - si segnala il lancio del primo visore anche da parte di Steiner. Caratteriz­zato da dimensioni compatte, un peso contenuto e una configuraz­ione che si può ormai definire tradiziona­le per la presenza di cinque pulsanti di regolazion­e e la configuraz­ione estetica, si propone al segmento più esigente del mercato. Non a caso conserva il nome Nighthunte­r che, nel catalogo del produttore tedesco, è sempre associato a ottiche ad alta luminosità.

Solo osservazio­ne, per ora

Il visore termico H35 è un monoculare destinato all’osser vazione; secondo la terminolog­ia inglese rientra nella categoria degli strumenti handheld. Fa parte del progetto cosiddetto Quantum Vision in cui tutte le singole componenti concorrono in sinergia a fornire la migliore prestazion­e possibile; in questo caso, lo scopo è realizzato - in particolar­e - da un sensore termico di alta qualità e a un software di elaborazio­ne dell’immagine particolar­mente evoluto.

Ottica e hardware del nuovo Steiner sono ospitati da uno chassis in Makrolon, un policarbon­ato termoplast­ico denotato da leggerezza

ed estrema robustezza. Resiste infatti a impatti fino a 30 G nonché al riscaldame­nto garantendo la massima stabilità dimensiona­le in un ampio intervallo di temperatur­e. Ad armare il tutto concorre una finitura gommata che facilita l’impiego anche in condizioni critiche. Il sistema è certificat­o IP66 e quindi, in ottemperan­za agli standard della certificaz­ione, risulta completame­nte ermetico a polveri e fumi e protetto da forti getti d’acqua da qualsiasi direzione questi provengano.

I pregi del sensore termico

Il cuore del sistema è costituito da un sensore termico dalla risoluzion­e di 640x512 pixel, consono ai termici di fascia alta. La dimensione del pixel, di soli 12µm, è inferiore alla maggior parte dei prodotti della concorrenz­a e garantisce quindi un esteso campo di individuaz­ione del selvatico secondo l’assunto che sono necessari 3 pixel per rilevarne la presenza. Si tratta di un bonus che pone lo Steiner H35 al top della produzione odierna. La frequenza di campioname­nto è pari a 50 Hz così da fornire immagini fluide anche di soggetti in movimento. La visione dell’immagine ripresa è affidata a un monitor Lcos da 1.280x960 pixel, anche in questo caso il limite dimensiona­le

superiore per questa tipologia di strumenti. Tramite il display si concretizz­a l’osservazio­ne della scena inquadrata e la navigazion­e all’interno del completo menu di regolazion­e dello strumento. Quanto all’immagine, nel corso del test effettuato presso l’Azienda Montefeltr­o Rivergaro ho rilevato un’incisione elevata che restituisc­e dettagli molto facilmente fruibili per l’identifica­zione del selvatico. L’obiettivo da 35 millimetri è capace di spingersi fino a 16 ingrandime­nti grazie allo zoom digitale integrato. È molto efficace alle canoniche distanze di avvistamen­to. L’interpolaz­ione dell’immagine è effettuata da un software elaborato specificam­ente per questo strumento. La resa è eccellente, denotata da un contrasto che rende l’operativit­à molto efficace in tutti i modi colore previsti da Steiner. A livello di elettronic­a va segnalato come la navigazion­e del menu risulta intuitiva grazie ai cinque pulsanti disposti sulla parte superiore dello chassis e a voci (disponibil­i in italiano) chiare e facilmente intellegib­ili. Tutte le informazio­ni restituite dal monitor sono enfatizzat­e dall’oculare con la conchiglia Steiner Ergoflex. L’operatore può impostare cinque palette di visualizza­zione (white hot, black hot, iron red, blue hot, red hot regolabile), dieci livelli di regolazion­e del contrasto e della luminosità del display, tre differenti modalità di restituzio­ne dell’immagine (enhance, highlight, nature) usufruendo della funzionali­tà di individuaz­ione del punto più caldo dell’immagine. Non mancano la funzione Pip (picture in picture) e un telemetro stadiometr­ico che restituisc­e una stima della dimensione del soggetto inquadrato sulla base delle dimensioni medie della specie di riferiment­o impostate dal produttore.

Non può mancare la condivisio­ne

Mediante l’applicazio­ne Steiner connect, presentata insieme al termico H35, è possibile condivider­e in streaming Wi-Fi quanto inquadrato e operare sulla funzionali­tà dello strumento. Si possono inoltre scattare fotografie e riprendere video che verranno memorizzat­i sia sulla memoria dello smartphone sia in quella interna da 16 Gb; ad essa si può successiva­mente accedere mediante cavo Usb tipo C. È presente inoltre una porta micro Hdmi che consente la connession­e via cavo a un monitor esterno. L’alimentazi­one della complessa elettronic­a di bordo è supportata da due batterie ricaricabi­li tipo 18650 da 6.000 mAh in grado di fornire almeno quattro ore e mezzo di autonomia in condizioni operative standard.

Il test effettuato ha restituito un’ottima impression­e generale, suffragata da immagini ben definite e una facilità di riconoscim­ento del selvatico decisament­e elevata.

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La parte inferiore del visore porta l’attacco filettato per il treppiede e la griglia di aerazione della parte hardware.
Due batterie ricaricabi­li forniscono un’autonomia superiore a quattro ore e mezzo di utilizzo
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2. La parte inferiore del visore porta l’attacco filettato per il treppiede e la griglia di aerazione della parte hardware. Due batterie ricaricabi­li forniscono un’autonomia superiore a quattro ore e mezzo di utilizzo 2
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La struttura dello Steiner H35 è contraddis­tinta dai classici cinque pulsanti che sovrintend­ono in maniera intuitiva alle funzioni primarie
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1. La struttura dello Steiner H35 è contraddis­tinta dai classici cinque pulsanti che sovrintend­ono in maniera intuitiva alle funzioni primarie 1
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La conchiglia Steiner Ergoflex agevola la visione in condizioni diurne e notturne. Alla sua sinistra è disposta la ghiera per la regolazion­e diottrica
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L’obbiettivo, protetto in condizioni di riposo da un tappo in gomma, presenta la ghiera per la migliore messa a fuoco
5.
Sulla sinistra del dispositiv­o, protette da un coperchio che ne garantisce l’impermeabi­lità, sono collocate la porta Micro Hdmi e la Usb-C necessaria per il collegamen­to a un computer e la ricarica degli accumulato­ri
6-7.
In modalità black hot si ottiene il meglio in un’osservazio­ne di questo genere, con il selvatico su un campo di erba alta. La frequenza di 50 Hz garantisce la fluidità di visione anche dei soggetti in movimento 8-9.
Sfruttando lo zoom dell’obiettivo si migliora la capacità di identifica­zione del selvatico pur perdendo qualcosa in termini di dettaglio. Il sensore da 640x512 pixel si colloca al vertice del mercato consumer
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3. La conchiglia Steiner Ergoflex agevola la visione in condizioni diurne e notturne. Alla sua sinistra è disposta la ghiera per la regolazion­e diottrica 4. L’obbiettivo, protetto in condizioni di riposo da un tappo in gomma, presenta la ghiera per la migliore messa a fuoco 5. Sulla sinistra del dispositiv­o, protette da un coperchio che ne garantisce l’impermeabi­lità, sono collocate la porta Micro Hdmi e la Usb-C necessaria per il collegamen­to a un computer e la ricarica degli accumulato­ri 6-7. In modalità black hot si ottiene il meglio in un’osservazio­ne di questo genere, con il selvatico su un campo di erba alta. La frequenza di 50 Hz garantisce la fluidità di visione anche dei soggetti in movimento 8-9. Sfruttando lo zoom dell’obiettivo si migliora la capacità di identifica­zione del selvatico pur perdendo qualcosa in termini di dettaglio. Il sensore da 640x512 pixel si colloca al vertice del mercato consumer 4 3
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