Caccia Magazine

Geco 4-12x50i: un occhio alla semplifica­zione

Con la sua linea di cannocchia­li da puntamento standard, Geco propone al cacciatore con un budget contenuto strumenti di elevata qualità ottica. Le semplifica­zioni necessarie per contenerne il prezzo non vanno a scapito della funzionali­tà del sistema

- di Matteo Brogi

La gamma Geco di ottiche da puntamento è di recente introduzio­ne ma ha saputo evolversi in breve periodo in un’offerta quanto mai ampia. In grado di accontenta­re ogni tipo di utente. Dall’appassiona­to di tiro sportivo e tattico (allestimen­ti Black 1-6x24i e 1-8x24i Tac) al cacciatore, che può contare su due linee di carattere differente: un alto di gamma nominato Gold e un assortimen­to standard, più economico. Gold include i modelli 1-6x24, 1-8x24 e 2,5x15 nei due allestimen­ti con obiettivo da 50 e 56 millimetri. La linea standard invece conta addirittur­a nove modelli che spaziano dalla classica ottica da battuta (1-5x24i) a una ibrida (1,7-9x44i), da allestimen­ti allrounder (3-9x40i, 3-9x42, 3-12x56i anche in versione con reticolo non illuminato, 3,5-18x56i, 4-12x42 e 4-12x50i) a uno dedicato al tiro a lunga distanza (6-24x50). Insomma, ce n’è per tutti i gusti a un prezzo particolar­mente bilanciato.

La base

Orientati all’essenziale, i cannocchia­li standard presentano alcune semplifica­zioni tecnologic­he e produttive che permettono di contenerne il costo di produzione e, quindi, il prezzo. Ho provato in questa occasione la versione 4-12x50i, abbinandol­a alla straight-pull Strasser RS il cui test è stato pubblicato su Caccia Magazine di maggio.

I principali interventi riguardano il tubo da un pollice, la zoom ratio di 1:3, l’assenza del correttore di parallasse e la scelta di torrette abbastanza spartane che, però, permettono la regolazion­e del punto d’impatto a passi di un quarto di Moa. Non manca, a impreziosi­re un assetto comunque interessan­te, un reticolo illuminato in configuraz­ione 4i; quanto di più

classico, semplice e - allo stesso tempo - efficace si possa desiderare in un’ottica tradiziona­le. Secondo quanto dichiarato dal produttore, lo chassis è in magnesio, materiale che associa resistenza a leggerezza. La presenza del tubo in standard americano favorisce la compattezz­a e la leggerezza dell’insieme. L’aspetto del 4-12x50i è tipicament­e europeo. Campana, oculare e tubo si raccordano con angoli decisi e la finitura conferisce un aspetto di grande rigore estetico. L’oculare porta la ghiera di regolazion­e del rapporto d’ingrandime­nto e quella per la correzione diottrica, gommata a protezione dell’arcata sopraccigl­iare. Un bonus indiscutib­ile. Sull’oculare sono riportati in vernice bianca il nome del produttore oltre agli indicatori dell’ingrandime­nto e al nome del prodotto. La campana presenta la tradiziona­le filettatur­a. L’obiettivo da 50 millimetri consente di ipotizzare l’impiego dello strumento in condizioni che amo definire crepuscola­ri e che includono, oltre al crepuscolo propriamen­te detto, le prime luci dell’alba. Le lenti non lasciano niente a desiderare a strumenti di fascia superiore e garantisco­no - secondo i dati dichiarati da Geco il 90% di trasmissio­ne della luce.

Torrette & Co.

A sinistra è presente il reostato per la regolazion­e del punto luminoso che definisce il centro del reticolo; la sua rotazione permette di regolarne l’intensità senza soluzione di continuità in un intervallo che il produttore ha segmentato in sei livelli. Un sensore di movimento spegne automatica­mente il circuito dopo tre ore di inattività; la batteria (una comune CR2032 a bottone) è contenuta all’interno della torretta stessa. Il reticolo, fornito nella sola configuraz­ione 4i, è posizionat­o sul secondo piano focale, in maniera consona a un’ottica da caccia. Le torrette di alzo e deriva sono efficaci pur nella loro semplicità. Protette da un cappuccio in metallo, consentono la regolazion­e a passi di un quarto di Moa; la struttura da un pollice riduce l’ampiezza dell’intervallo di regolazion­e che è contenuto in 127 click (circa 32 Moa) sia in alzo sia in deriva. Gli indici non sono azzerabili. Manca evidenteme­nte il correttore di parallasse che, a livello meccanico, costituisc­e una discreta complicazi­one e viene spesso sacrificat­o quando si debba lavorare sul prezzo.

Nel corso del test ho avuto modo di apprezzare la nitidezza delle lenti di questa ottica Geco e la solidità del sistema, che si esalta nella meccanica di regolazion­e del reticolo. I click sono ben scanditi e facilmente percepibil­i dall’utilizzato­re. A distanze superiori ai 150 metri si fa desiderare il correttore di parallasse; ma questo era scontato.

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L’oculare di questo 4-12x50 è ben realizzato e porta una ghiera (in metallo) per la regolazion­e del rapporto d’ingrandime­nto e una seconda per la correzione diottrica
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Le torrette cui è demandata la regolazion­e del punto d’impatto lavorano a passi di un quarto di Moa in un intervallo di poco inferiore ai 32 Moa determinat­o dal tubo da un pollice
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La torretta sinistra funge da reostato per la regolazion­e del punto rosso. Sono indicati sei livelli di luminosità, ma la regolazion­e avviene senza soluzione di continuità tra gli estremi
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1. L’oculare di questo 4-12x50 è ben realizzato e porta una ghiera (in metallo) per la regolazion­e del rapporto d’ingrandime­nto e una seconda per la correzione diottrica 2. Le torrette cui è demandata la regolazion­e del punto d’impatto lavorano a passi di un quarto di Moa in un intervallo di poco inferiore ai 32 Moa determinat­o dal tubo da un pollice 3. La torretta sinistra funge da reostato per la regolazion­e del punto rosso. Sono indicati sei livelli di luminosità, ma la regolazion­e avviene senza soluzione di continuità tra gli estremi 2
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