Gli ambasciatori del segugio
A pochi giorni dall’apertura stagionale della caccia alla lepre, ecco alcune considerazioni sulla gestione del futuro di questa disciplina. Cambiamenti radicali, di sostanza e d’immagine si rendono indispensabili per guardare al futuro con ottimismo; e ogni appassionato può dare il proprio apporto alla causa
Pensare al futuro della nostra caccia significa anche rivolgerci al passato, magari imparando dagli errori che sono stati commessi nei decenni scorsi e cercando di trovare, se possibile, le giuste contromisure per assicurare uno spazio verde al segugismo degli anni a venire. Per difendere il nostro amato mondo dei cani da seguita occorre a mio avviso tutelarne l’immagine e promuoverne una visione corretta, auspicando però che il messaggio che s’intende trasmettere corrisponda fattivamente alla realtà del nostro agire. La comunicazione e l’immagine stanno assumendo una crucialità sempre più rilevante nella moderna società. Queste considerazioni spesso sono spinte principalmente da logiche commerciali, ma si possono applicare bene anche alla caccia, e nel nostro caso più specifico alla caccia con il cane da seguita. In questo senso immagino che il futuro della nostra disciplina sia necessariamen
te affidato alla sua abilità di saper attrarre nuovi praticanti e alla contestuale capacità di saper promuovere un’immagine positiva che eviti inutili contrasti con i sostenitori delle altre forme di attività venatoria e che le consenta, inoltre, di essere quantomeno accettata, se non condivisa, dall’opinione pubblica. Atteso che molto probabilmente la leva della comunicazione è stata sfruttata poco e male in passato, mentre oggi dovrebbe essere utilizzata al meglio per promuovere in modo virtuoso il nostro mondo, dobbiamo anche considerare che una corretta gestione dell’immagine da sola non basterà. Per dare un futuro al segugio occorrono anche una serie di riforme concrete. Solo in questo modo offriremo solide certezze al segugismo, affinché possa continuare a far parlare di sé negli anni a venire.
Comprendere le origini per progettare il futuro
Un antico proverbio africano invita a ricordarsi delle proprie radici quando non si sa dove si sta andando. Ecco dunque che, per proiettare il segugismo nazionale nel futuro, occorre anzitutto analizzare le sue origini. Solo conoscendo le implicazioni e l’ambito storico e sociale in cui si è sviluppato il movimento segugistico italiano possono essere comprese certe logiche che l’hanno giustamente animato in passato, ma che non dovranno essere necessariamente anche le direttrici immutabili che ne ispireranno il futuro. C’è molto da apprendere dal comportamento dei nostri
nonni e occorre saperne farne tesoro. Ciò non toglie che il processo evolutivo che ha investito la caccia negli ultimi decenni ha reso parzialmente anacronistiche alcune delle sue antiche concezioni e ciò vale specialmente per la caccia con il segugio. Una caccia che in Italia ha rappresentato in passato una dignitosissima soluzione quale fonte di approvvigionamento alimentare, soprattutto per i ceti più umili, presso le cui abitazioni si trovavano la maggior parte dei cani da seguita dell’epoca. Oggi però la caccia con il segugio deve sapersi evolvere per sopravvivere a un contesto mutato. La caccia alla lepre non rappresenta più una forma di autosostentamento; questo è un dato di fatto da cui occorre inderogabilmente partire. E da ciò discendono inevitabilmente tutta una serie di considerazioni cinofile, venatorie, gestionali e comunicative.
Proporre un'inversione di rotta e comunicarlo in modo vincente
L’assunto del paragrafo precedente ci deve portare a considerare che il prelievo della lepre a ogni costo e in ogni modo non ha più alcun fondamento. Al contrario i tempi sarebbero maturi per proporre il segugio come soluzione massimizzante, in termini di godimento cinofilo, e giustificare in questo modo la diffusione di una caccia specialistica, dimostrando che solo questo ausiliare è in grado di esaltare le astuzie ordite dalla lepre nella sua strategia difensiva. In tal senso però è opportuno iniziare a fare un po’ di autocritica; occorre infatti accertarsi che la sensibilità e l’etica profusi nell’impiego del segugio giustifichino questa nostra proposta rivoluzionaria. Non saremo credibili nei confronti di quanti praticano altre forme di caccia se continueremo a servirci del segugio come di un semplice strumento necessario al fine di massimizzare il carniere e come tale impiegabile solo se indispensabile e snaturabile, rispetto alle sue espressioni più classiche, per adattarlo ogni volta alle esigenze contingenti. Soltanto ponendo il nostro amato cane al centro della scena e rendendolo fattivamente il protagonista assoluto e indiscusso della cacciata potremo guadagnare definitivamente la credibilità che auspichiamo di meritare. Anche in termini gestionali le associazioni cinofile dovrebbero essere le prime a battersi per una decisa riforma della caccia alla lepre. Questa sarebbe una grande opportunità per tutelare l’elemento imprescindibile per dare futuro alla nostra passione. Appare innegabile come solo la presenza sul territorio di una lepre che rappresenti un selvatico autentico saprà dare futuro al nostro amato inseguitore. I surrogati, al contrario, mortificano le sue peculiarità. Una riforma della caccia proposta direttamente dal mondo cinofilo e venatorio e
basata su criteri scientifici avrebbe anche un impatto dirompente in termini d’immagine. Tutto ciò a patto di far recepire alla massa che, una volta tanto, sarebbe il cinofilo cacciatore a proporre un possibile stravolgimento del modello gestionale faunistico e venatorio, teso a una qualificazione del prelievo, necessario anche ai fini della sua sostenibilità. Rendere noto che tale proposta, invece di cadere dall’alto come una scure sulle teste dei cacciatori, sia frutto di una loro stessa proposta offrirebbe una grande opportunità: quella di dimostrare che i più interessati al futuro della lepre sono proprio coloro i quali qualcuno vorrebbe dipingere come i più motivati al suo eradicamento dal pianeta.
Attrarre giovani diventa vitale
Per dare futuro alla nostra passione occorre invertire la rotta e cercare di avvicinare i giovani al segugio da lepre. Un segugio che oggi inevitabilmente non può che fare rima con una caccia di qualità. Se è vietato denigrare il carniere, è altrettanto fondamentale valorizzarlo al massimo, non tanto nei numeri quanto nel godimento cinofilo. Contestualmente è indispensabile proporre, a fronte di una stagione di caccia abbastanza limitata, un grande ventaglio di opportunità cinofile che impegnino il binomio, segugio e canettiere, per l’intero anno. Oggi però in molte realtà italiane a mancare sono le strutture idonee all’allenamento e allo svolgimento della cinofilia. Non possiamo aspettarci di avere schiere di atleti se non mettiamo a loro disposizione le palestre in cui questi ultimi si possano allenare. Il motivetto più frequente è sempre il solito: «Ottima idea quella del campo di addestramento, a patto però che non venga costituito sui terreni in cui caccio abitualmente». Con queste logiche i primi nemici delle strutture cinofile sono i cacciatori che con atteggiamento miope non comprendono che per salvaguardare un piccolo orticello stanno scavando la fossa alla loro passione. La cinofilia significa anche agonismo, una leva su cui puntare per animare lo spirito competitivo dei più giovani. Diventa cruciale sorvegliare per
fare in modo che il mondo agonistico cui si affacciano sia leale e meritocratico; gli eccessivi favoritismi verso i giovani conduttori rischiano di essere dannosi almeno quanto le eccessive penalizzazioni. Senza mai dimenticarci che in cinofilia a trionfare è sempre e comunque il segugio e non chi lo conduce. Oggi per tutta una serie di fattori la cinofilia maggiormente capace di attrarre giovani appassionati è quella specializzata sul cinghiale. Sarebbe importante analizzare i fattori di successo di questo fenomeno per valutarne la possibile esportazione nel mondo della lepre. La già citata necessità di saper comunicare convenientemente con la massa impone che l’avvento della cinofilia favorisca anche una maggior competenza e preparazione da parte dei canettieri italiani. Essere efficaci a caccia non basta più, occorre conoscere in modo approfondito le dinamiche che animano il nostro mondo. Dimostrarsi attenti al benessere del segugio, proporsi come conoscitori della fauna che il nostro ausiliare caccia e delle sue abitudini sono solo alcuni degli elementi che costituiscono un ottimo biglietto da visita.
Testimonial e influencer
Ecco, proprio in ottica di capacità di sapersi presentare, ogni singolo appassionato della nostra disciplina dovrebbe sempre tenere conto che dietro ogni sua azione cinofila c’è la possibilità di guadagnare o perdere di credibilità verso gli altri colleghi di passione, verso gli appassionati di altre forme di caccia e verso la collettività. Oggi si parla sempre più spesso di influencer e di brand ambassador. Quest’ultima figura altro non è se non una persona scelta da un’azienda per rappresentare un marchio, mettendolo sotto una luce positiva e contribuendo così ad aumentare l’appeal e il grado di riconoscimento che ha un prodotto. Nel nostro caso non si tratterebbe di influenzare le vendite di un paio di scarpe o di rendere più facilmente riconoscibile un capo di abbigliamento, ma si tratterebbe di veicolare un messaggio positivo in merito alla pratica della caccia con il cane da seguita. Non scarterei a priori l’idea di individuare, pertanto, alcuni ambasciatori del segugio, alcuni testimonial capaci di far crescere la considerazione nei confronti del nostro mondo in virtù della loro esperienza e preparazione, e soprattutto in considerazione della loro specchiata moralità, della loro superiore capacità comunicativa e del loro marcato senso di appartenenza ai valori propri del segugismo.
Ciò in ogni caso non basterebbe. Serve infatti l’aiuto di ogni singolo appassionato segugista. E questo è l’invito che rivolgo a tutti i membri del mondo di cui mi onoro di fare parte, quando ormai ci separano una manciata di giorni dall’attesissima apertura stagionale. Rammentate sempre che ciascuno di noi, con il suo comportamento, può essere un ottimo ambasciatore del segugio e contribuire in modo determinante a fare in modo che la caccia magnificata da Senofonte non abbia mai fine e che conosca un futuro ricco di emozioni e partecipazione.