Lavorare sui conduttori
Il problema più ricorrente non riguarda i cani, ma gli aspiranti conduttori: la formazione specifica per il rilascio delle abilitazioni è ormai deficitaria e insufficiente, i corsi previsti dal protocollo Ispra sono vecchi di oltre 15 anni e si sono rivelati obsoleti e inappropriati. Bisogna lavorarci
Fino a venti-trent’anni fa la traccia e il recupero degli ungulati feriti erano riscontrabili in poche province, prevalentemente alpine. Ma con il passare degli anni, soprattutto per il peso crescente della caccia di selezione agli ungulati, si sono diffusi anche in altre regioni, inizialmente nell’Appennino settentrionale, poi anche nel centro Italia. Oltre agli specialisti segugio annoveriano e segugio bavarese da montagna (Bayerischer Gebirgsschweisshund) e all’Alpenlaendische Dachsbracke, si sono avvicinate alla ricerca anche le razze polivalenti quali drahthaar, bassotto, jagdt, weimaraner, vizsla, bracco tedesco. Il problema più ricorrente riguarda però non i cani, bensì gli aspiranti conduttori: la formazione specifica per il rilascio delle abilitazioni è ormai defici
Dopo una serie d’incontri in Alta Val badia, per i nostri corsi quest’anno ci siamo spostati a montecchio (tr), ospiti dell’agriturismo Poggio della Volara di marco e Gaiva tordi. Li ho conosciuti diversi anni fa in occasione di una prova Open in cui Gaiva presentava la sua tequila, femmina di dachsbracke. Dopo alcune esperienze deludenti, Gaiva pagava lo scotto del noviziato, con la tenacia e il lavoro sono arrivati i primi risultati positivi: nel giro di pochi anni ha ottenuto la qualifica di campione italiano di lavoro su traccia artificiale, raggiunta prima con tequila e poi con malan, giovane maschio della stessa razza. La grande passione per i dachsbracke e per il recupero, che Gaiva pratica con grande abilità da diversi anni, li ha portati ad organizzare un incontro nei verdi boschi umbri, presenti due auditori tra cui un addestratore laureato e sei aspiranti conduttori con i rispettivi cani, quattro dachsbracke, un annoveriano e un bavarese. Abbiamo iniziato con tracce corte e semplici di cinghiale e cervo, per verificare il grado di addestramento dei cani e il rapporto con i rispettivi conduttori. Il bavarese e l’annoveriano avevano già eseguito qualche traccia; una gradita sorpresa è arrivata da Isotta, dachsbracke di quattro mesi, che ha eseguito la traccia di verifica con un ardore e una decisone da cane adulto. Gli altri hanno palesato alcune normali difficoltà, dovute principalmente al fatto che sia cani sia conduttori si avvicinavano per la prima volta al mondo della traccia. Dopo la traccia abbiamo lavorato sul pendel sau, ossia la verifica del comportamento del cane alle prese con un cinghiale impagliato e abilmente manovrato. Alla fine di una breve traccia su cui veniva portati o singolarmente, ogni cane usciva e rientrava ripetutamente dal bosco. Questo esercizio serve per valutare il comportamento del cane (paura, abbaio a fermo, aggressività) nei confronti del cinghiale. L’esercizio serve anche per creare nel cane una grande emozione ed eccitazione, che viene memorizzata e risulta utile per invogliarlo a seguire la traccia con maggior passione e avidità rendendolo consapevole che alla fine avrà una forte gratificazione. Perché lavori al meglio e svolga con passione determinati esercizi, il cane deve sempre essere gratificato. e per un cane da traccia la gratificazione più grande è eseguire la traccia: sta all’abilità del conduttore creare questa condizione. Nei colli adiacenti abbiamo creato tracce di cinghiale diritte, lunghe circa un centinaio di metri, che a metà venivano incrociate da una pista eseguita con zoccolo di cervo. L’esercizio serviva per valutare la fedeltà del cane sulla traccia originale. Poi si è lavorato sull’Anschuss con reperti biologici di cinghiale (pelo, ossa, organi interni): a turno ogni conduttore doveva visionare e riportare le proprie considerazioni su quanto ritrovato al suolo e organizzare un recupero. si è lavorato sul modo in cui insegnare al cane a trovare un Anschuss nascosto, molto utile in un contesto di recupero naturale; si sono poi verificati i soggetti socialmente affidabili (simile al Cae). si è infine passati a tracce artificiali leggermente più lunghe. si sono notati un netto miglioramento dei cani e una maggiore capacità di leggerli da parte del conduttore.
taria e insufficiente, i corsi previsti dal protocollo Ispra sono vecchi di oltre 15 anni e si sono rivelati obsoleti e inappropriati. Altro problema: spesso dopo l’abilitazione il conduttore non viene più seguito e rimane solo con la propria inesperienza. Risulta quindi inutile disporre di cani di assoluta qualità quando non si è in grado di valorizzarli. Spesso si utilizzano metodi di addestramento legati al fai da te o al sentito dire. I corsi di base dovrebbero essere seguiti da incontri formativi e di aggiornamento dedicati alla conoscenza del cane, alla sua psicologia, all’apprendimento e ai metodi di addestramento, che devono essere personalizzati in base al soggetto
con cui abbiamo a che fare. I metodi standard e uguali per tutti non rendono giustizia alle enormi capacità sensoriali dei cani, capacità che sfruttate a dovere si esplicano con grandi risultati sul terreno di lavoro. Per cercare di porre parzialmente rimedio a questo problema, da diversi anni a questa parte con alcuni amici esperti conduttori e addestratori cinofili organizziamo incontri di lavoro del tutto gratuiti per coloro che vogliono iniziare a intraprendere l’attività di recupero.