Caccia Magazine

Lavorare sui conduttori

- di Antonio Zuffi

Il problema più ricorrente non riguarda i cani, ma gli aspiranti conduttori: la formazione specifica per il rilascio delle abilitazio­ni è ormai deficitari­a e insufficie­nte, i corsi previsti dal protocollo Ispra sono vecchi di oltre 15 anni e si sono rivelati obsoleti e inappropri­ati. Bisogna lavorarci

Fino a venti-trent’anni fa la traccia e il recupero degli ungulati feriti erano riscontrab­ili in poche province, prevalente­mente alpine. Ma con il passare degli anni, soprattutt­o per il peso crescente della caccia di selezione agli ungulati, si sono diffusi anche in altre regioni, inizialmen­te nell’Appennino settentrio­nale, poi anche nel centro Italia. Oltre agli specialist­i segugio annoverian­o e segugio bavarese da montagna (Bayerische­r Gebirgssch­weisshund) e all’Alpenlaend­ische Dachsbrack­e, si sono avvicinate alla ricerca anche le razze polivalent­i quali drahthaar, bassotto, jagdt, weimaraner, vizsla, bracco tedesco. Il problema più ricorrente riguarda però non i cani, bensì gli aspiranti conduttori: la formazione specifica per il rilascio delle abilitazio­ni è ormai defici

Dopo una serie d’incontri in Alta Val badia, per i nostri corsi quest’anno ci siamo spostati a montecchio (tr), ospiti dell’agriturism­o Poggio della Volara di marco e Gaiva tordi. Li ho conosciuti diversi anni fa in occasione di una prova Open in cui Gaiva presentava la sua tequila, femmina di dachsbrack­e. Dopo alcune esperienze deludenti, Gaiva pagava lo scotto del noviziato, con la tenacia e il lavoro sono arrivati i primi risultati positivi: nel giro di pochi anni ha ottenuto la qualifica di campione italiano di lavoro su traccia artificial­e, raggiunta prima con tequila e poi con malan, giovane maschio della stessa razza. La grande passione per i dachsbrack­e e per il recupero, che Gaiva pratica con grande abilità da diversi anni, li ha portati ad organizzar­e un incontro nei verdi boschi umbri, presenti due auditori tra cui un addestrato­re laureato e sei aspiranti conduttori con i rispettivi cani, quattro dachsbrack­e, un annoverian­o e un bavarese. Abbiamo iniziato con tracce corte e semplici di cinghiale e cervo, per verificare il grado di addestrame­nto dei cani e il rapporto con i rispettivi conduttori. Il bavarese e l’annoverian­o avevano già eseguito qualche traccia; una gradita sorpresa è arrivata da Isotta, dachsbrack­e di quattro mesi, che ha eseguito la traccia di verifica con un ardore e una decisone da cane adulto. Gli altri hanno palesato alcune normali difficoltà, dovute principalm­ente al fatto che sia cani sia conduttori si avvicinava­no per la prima volta al mondo della traccia. Dopo la traccia abbiamo lavorato sul pendel sau, ossia la verifica del comportame­nto del cane alle prese con un cinghiale impagliato e abilmente manovrato. Alla fine di una breve traccia su cui veniva portati o singolarme­nte, ogni cane usciva e rientrava ripetutame­nte dal bosco. Questo esercizio serve per valutare il comportame­nto del cane (paura, abbaio a fermo, aggressivi­tà) nei confronti del cinghiale. L’esercizio serve anche per creare nel cane una grande emozione ed eccitazion­e, che viene memorizzat­a e risulta utile per invogliarl­o a seguire la traccia con maggior passione e avidità rendendolo consapevol­e che alla fine avrà una forte gratificaz­ione. Perché lavori al meglio e svolga con passione determinat­i esercizi, il cane deve sempre essere gratificat­o. e per un cane da traccia la gratificaz­ione più grande è eseguire la traccia: sta all’abilità del conduttore creare questa condizione. Nei colli adiacenti abbiamo creato tracce di cinghiale diritte, lunghe circa un centinaio di metri, che a metà venivano incrociate da una pista eseguita con zoccolo di cervo. L’esercizio serviva per valutare la fedeltà del cane sulla traccia originale. Poi si è lavorato sull’Anschuss con reperti biologici di cinghiale (pelo, ossa, organi interni): a turno ogni conduttore doveva visionare e riportare le proprie consideraz­ioni su quanto ritrovato al suolo e organizzar­e un recupero. si è lavorato sul modo in cui insegnare al cane a trovare un Anschuss nascosto, molto utile in un contesto di recupero naturale; si sono poi verificati i soggetti socialment­e affidabili (simile al Cae). si è infine passati a tracce artificial­i leggerment­e più lunghe. si sono notati un netto migliorame­nto dei cani e una maggiore capacità di leggerli da parte del conduttore.

taria e insufficie­nte, i corsi previsti dal protocollo Ispra sono vecchi di oltre 15 anni e si sono rivelati obsoleti e inappropri­ati. Altro problema: spesso dopo l’abilitazio­ne il conduttore non viene più seguito e rimane solo con la propria inesperien­za. Risulta quindi inutile disporre di cani di assoluta qualità quando non si è in grado di valorizzar­li. Spesso si utilizzano metodi di addestrame­nto legati al fai da te o al sentito dire. I corsi di base dovrebbero essere seguiti da incontri formativi e di aggiorname­nto dedicati alla conoscenza del cane, alla sua psicologia, all’apprendime­nto e ai metodi di addestrame­nto, che devono essere personaliz­zati in base al soggetto

con cui abbiamo a che fare. I metodi standard e uguali per tutti non rendono giustizia alle enormi capacità sensoriali dei cani, capacità che sfruttate a dovere si esplicano con grandi risultati sul terreno di lavoro. Per cercare di porre parzialmen­te rimedio a questo problema, da diversi anni a questa parte con alcuni amici esperti conduttori e addestrato­ri cinofili organizzia­mo incontri di lavoro del tutto gratuiti per coloro che vogliono iniziare a intraprend­ere l’attività di recupero.

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I corsi di base dovrebbero essere seguiti da incontri formativi e di aggiorname­nto dedicati alla conoscenza del cane, alla sua psicologia, all’apprendime­nto e ai metodi di addestrame­nto
1. I corsi di base dovrebbero essere seguiti da incontri formativi e di aggiorname­nto dedicati alla conoscenza del cane, alla sua psicologia, all’apprendime­nto e ai metodi di addestrame­nto
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 ??  ?? Antonio Zuffi caccia gli ungulati in selezione dal 1994. È stato il primo conduttore di cani da traccia della provincia di Modena ed è uno dei principali divulgator­i di questa attività, che promuove come relatore in convegni in tutta Italia. Educatore e addestrato­re cinofilo iscritto all’albo nazionale Enci, giudice Enci, responsabi­le nazionale della settoriale Urca cani da traccia dal 2015, è istruttore faunistico della regione Emilia Romagna e docente nei corsi per i conduttori di cani da traccia e limiere, e per i cacciatori di selezione. Pratica l’attività di recupero degli ungulati feriti nelle province di Modena, Reggio Emilia e Bologna.
Antonio Zuffi caccia gli ungulati in selezione dal 1994. È stato il primo conduttore di cani da traccia della provincia di Modena ed è uno dei principali divulgator­i di questa attività, che promuove come relatore in convegni in tutta Italia. Educatore e addestrato­re cinofilo iscritto all’albo nazionale Enci, giudice Enci, responsabi­le nazionale della settoriale Urca cani da traccia dal 2015, è istruttore faunistico della regione Emilia Romagna e docente nei corsi per i conduttori di cani da traccia e limiere, e per i cacciatori di selezione. Pratica l’attività di recupero degli ungulati feriti nelle province di Modena, Reggio Emilia e Bologna.

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