La tradizione del bestiario medievale
Col termine bestiario si indica in particolare una tipologia di testo diffusasi soprattutto durante il medioevo, dove vengono descritti e catalogati animali sia reali sia fantastici. I bestiari sono opere di carattere didattico allegorico-morale, in cui sono descritte le proprietà di animali dalle quali ricavare insegnamenti etici e religiosi. tali proprietà, reali o immaginarie che siano, si riferiscono sia all’aspetto fisico della bestia (da cui il termine di bestiario), sia al suo comportamento e alle sue abitudini, nonché ai suoi rapporti con le altre specie, compresa quella umana. I bestiari sono pertanto una specie di tassonomie, le quali mettono insieme osservazioni scientifico-razionali ispirate soprattutto ad Aristotele e a Plinio il Vecchio, con visioni filosofiche, credenze magiche, elementi derivati dalle sacre scritture e dati tratti dall’esperienza diretta o da leggende e racconti popolari.
Una cosa comunque è certa: nel medioevo l’animale è onnipresente, lo si incontra raffigurato e raccontato dappertutto, come mai prima o dopo è avvenuto nel mondo occidentale. Gli animali affollano perfino le chiese e i monasteri, occupando buona parte degli apparati decorativi e delle scene dipinte o scolpite che i sacerdoti, i fedeli e i monaci hanno quotidianamente sotto gli occhi. Particolarmente belle, nei bestiari, sono le illustrazioni, poiché ogni specie trova adeguata rappresentazione nelle relative miniature, di pregevolissima fattura artistica. Val la pena rammentare che, non essendo ancora stata inventata la stampa a caratteri mobili in piombo, i bestiari come ogni altra opera redatta nel medioevo venivano scritti e illustrati interamente a mano.
I bestiari si diffusero particolarmente in Francia e Inghilterra fra il XIII e il XIV secolo; testimonianze successive, seppur esistenti, si rivelano di qualità più scadenti. ma quali animali troviamo in genere nei bestiari? Come dicevamo, si va da specie reali, come il lupo, il leone, la pantera, l’agnello, la scimmia, l’asino, il gatto, il pellicano, l’aquila, il pavone e il castoro, ad altre immaginarie derivanti dalla mitologia o da testi sacri, come il centauro, la fenice, l’unicorno, il drago, la sirena, l’ippogrifo, la chimera. I bestiari furono dunque condensati di miti e di educazione morale e religiosa, che cominceranno a non trovare più ragion d’essere nel momento in cui l’uomo europeo, a partire dalla fine del Quattrocento, inaugurò l’epoca dei viaggi e delle esplorazioni oltre oceano, varcando limiti fino ad allora percepiti come i confini del mondo intero (le colonne d’ercole) e liberandosi progressivamente del timore dell’ignoto.