Il motore della caccia
La buona riuscita del trofeo dei campioni Cct 2021 è un’occasione per interrogarsi sulle possibilità aperte dalla cinofilia venatoria in Italia
Jonas condotto da Arringhieri nella categoria Inglesi; Mir condotto da Aldovardi nella categoria Continentali; Macchiavello condotto da Rota nella categoria Springer spaniel; Daddy condotto da Daddoveri nella categoria Cocker spaniel: sono loro i vincitori del Trofeo dei campioni Cct 2021, l’appuntamento per la cinofilia d’eccellenza in scena a Collacchioni (Ar) alla fine dell’estate. L’evento, prova Enci giunta ormai alla terza edizione, si conferma anche quest’anno come una delle manifestazioni di punta di tutta la cinofilia toscana, forte oggi di uno sponsor come Canicom.
Per presentare la zona di Collacchioni non c’è bisogno di troppe parole. Le sue caratteristiche naturali, il sapiente lavoro di gestione faunistico-ambientale e la vocazione del territorio hanno portato a una presenza consistente di popolazioni autoctone di starna italica. È l’esempio pratico di come la buona gestione porti risultati; laddove ruralità e biodiversità riescono ancora a prevalere sull’industrializzazione agricola, si determinano le condizioni per cui anche specie come la starna italica, quasi del tutto scomparsa dai nostri territori, riescono a prosperare.
Se ci fossero gli strumenti per replicare altrove anche solo in parte ciò che qui viene svolto quotidianamente a favore della selvaggina nobile stanziale, probabilmente in molte realtà si riuscirebbero a ottenere risultati ragguardevoli anche per le specie lepre e fagiano.
Progetti centrali
Le prove di lavoro per tutte le razze da caccia hanno bisogno di due requisiti fondamentali: terreni e strutture di qualità, selvaggina vera. In Toscana e ancor più a livello nazionale si pone la necessità di creare strutture idonee a mantenere alto il livello di selezione delle razze da caccia.
Anche l’Enci dovrà fare la propria parte contribuendo a creare e gestire strutture cinofile e istituti faunistici garantendo risorse e investimenti adeguati.
Riportare in Italia molte delle attività cinofile che si svolgono in altri Paesi europei può rappresentare un’occasione di sviluppo economico nei territori rurali e di valorizzazione degli ambienti. Nella discussione sul nuovo piano faunistico-venatorio questi temi saranno centrali: i cacciatori dovranno presentare proposte forti e autorevoli che poggino su solide basi scientifiche e inquadrino la caccia e la cinofilia all’interno di una stretta collaborazione con il mondo agricolo.
L’evento di Collacchioni serve a ricordare che la cinofilia venatoria è caccia; il comparto cinofilo sportivo può divenire un vero e proprio motore trainante sia per il mondo venatorio sia per la gestione faunistica.
Progetti dedicati come quello Life sulla starna italica nella zona federale di Collacchioni possono servire da esempio per rilanciare concretamente la selvaggina nobile stanziale nel nostro Paese. Occorrono però una progettualità e una voce forti, in grado di dimostrare le ragioni della caccia e della buona gestione. Ciò, come molti altri aspetti che caratterizzano le questioni legate al mondo venatorio, dall’approvazione dei calendari alle battaglie per i tempi e le specie, è possibile solo se la voce del nostro mondo è una, forte di proposte che poggiano su basi scientifiche, e non su reminiscenze di un mondo vecchio che non c’è più.
Il Trofeo dei campioni ci dimostra che tutto ciò è ancora possibile; molto, sia la gestione ambientale sia il futuro della caccia, dipende da noi cacciatori-cinofili. Occorre solo fare le scelte giuste.
Già da tempo la Cct ha apertamente dichiarato la propria volontà di cambiamento che costituisce l’unica prospettiva per il mondo venatorio italiano; auspichiamo vivamente che la nostra realtà regionale possa fungere da trampolino di lancio per qualcosa di più ampio, un rinnovamento vitale che rilanci caccia e cinofilia come veri valori aggiunti della vita frenetica di questo millennio.
Hanno diretto la manifestazione gli esperti giudici Enci Riccardo Acerbi, Marco Carretti, Florindo Aquino, Leonardo Borselli e Massimo Cambi; Luca Giusti ha coordinato l’organizzazione insieme a Domenico Coradeschi e al delegato Enci Paolo Andreini.