Per adesso tutto fermo
Sarà il tar a definire la stagione 2021/2022
Niente caccia in Abruzzo almeno fino al 22 settembre: il tar ha infatti sospeso il calendario venatorio fino alla data in cui ha fissato l’udienza di merito. Il presidente del tribunale ritiene che la giunta Marsilio abbia “[reiterato] numerosi provvedimenti già sospesi” in passato e che dunque Wwf, enpa, Lipu, Lav e Lndc abbiano ragione a chiedere un intervento urgente.
La trama del ricorso
tortora, quaglia, avifauna acquatica, caccia alle foci dei fiumi e nelle aree contigue ai parchi: sono cinque i temi su cui si articola il ricorso. Le associazioni ambientaliste chiedono innanzitutto di sospendere la caccia alla tortora, visto che la regione si è allontanata dalle indicazioni del governo “consentendo[la] in modo proditorio”; l’unico strumento per “ridurre il danno derivante dall’impatto venatorio resta la moratoria”.
Finiscono poi sotto accusa la caccia alla quaglia a settembre e a novembre (“incompatibile con la tutela minima”) e l’apertura agli acquatici (alzavola, beccaccino, canapiglia, codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, germano reale, marzaiola, mestolone, porciglione) prima del 2 ottobre.
Col ricorso si chiede infine di ripristinare il divieto di caccia alle foci dei fiumi (500 metri dalla costa, 100 metri a destra e a sinistra degli assi fluviali) su tutto il territorio, non più solo in Sic e Zps; e di portare davanti alla Consulta la legge per cui può cacciare nelle aree contigue ai Parchi anche chi non vi ha la residenza anagrafica.