Caccia Magazine

Il foraggiame­nto attrattivo e l'ispra

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La letteratur­a tecnica distingue il foraggiame­nto attrattivo - teso ad attirare i cinghiali con la somministr­azione giornalier­a di cibo in località specifiche, vicino ad appostamen­ti predispost­i per il prelievo selettivo o il controllo faunistico - da quelli di sostentame­nto (vietato dalla legge) e dissuasivo, che presenta molteplici criticità. Se non praticato secondo un protocollo adeguato, anche il foraggiame­nto attrattivo può influenzar­e in maniera significat­iva la densità e la dinamica delle popolazion­i di cinghiale. Per questo Ispra - in risposta a un quesito posto da Eps - ha proposto un protocollo operativo così da definire quella che si può considerar­e un’offerta trofica attrattiva volta a migliorare l’efficienza del prelievo venatorio, senza interferir­e in maniera sensibile sulla disponibil­ità alimentare complessiv­a e quindi sulla dinamica delle popolazion­i di cinghiale. Il protocollo - per esempio approvato dalla Regione Emilia Romagna con la delibera 1204 del 2017 - prevede:

• non più di un punto di alimentazi­one ogni 50 ettari di superficie dell’unità territoria­le di gestione;

• utilizzo esclusivo di mais in granella o in pannocchie;

• un chilogramm­o di granella di mais somministr­abile giornalmen­te in ciascun punto di somministr­azione;

• sospension­e del foraggiame­nto al termine del periodo del prelievo consentito e nel momento in cui si raggiunge il piano autorizzat­o.

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