L'allodola nei detti venatori e popolari
Il gergo venatorio, come quello calcistico e tanti altri che si rifanno a specifiche passioni, utilizza termini e riferimenti tutti suoi, comprensibili solo da parte degli addetti ai lavori. La nostra amica allodola, ovviamente, non sfugge a questa regola. Chissà se i cacciatori più giovani avranno mai udito qualche detto popolare radicato nel gergo venatorio nostrano che la chiama in causa? Uno dei più famosi di ogni tempo è senza dubbio “a Santa teresa, allodole (o lodole) a distesa”, che va letto come allodole dappertutto il 15 ottobre, giorno della ricorrenza di Santa teresa d’Avila, religiosa e mistica spagnola vissuta nel XVI secolo. Un detto popolar-venatorio chiaramente legato al passo autunnale o, per meglio dire, alle furie del passo autunnale della specie nel passato. oggi infatti, pur nel perdurare delle ovvie e inevitabili differenze temporali della migrazione tra le zone del nostro Paese, tra nord, centro e sud, che ci sono sempre state, questo adagio trova riscontro assai più di rado. La migrazione autunnale si sta progressivamente posticipando, o almeno così sembrerebbe, con ogni probabilità a causa del cambiamento climatico in atto su larga scala e, pertanto, risulta posticipato anche il periodo del picco del passo. Stessa cosa per il colombaccio, per il quale il ritardo migratorio è divenuto piuttosto evidente e constatabile, ma anche altre specie, come appunto l’allodola, ne sono coinvolte.
La ricorrenza della Santa veniva peraltro tenuta a riferimento per svariate attività dei campi, come quella, importantissima, della semina dei cereali autunno-vernini.
Altro modo di dire nelle piane tra Firenze e Prato era “per tutti i Santi, acqua ‘n bocca a’ pispolanti”, che significa che, dopo la festa di ognissanti (1° novembre), i fischietti per le allodole (e la pispola, specie che veniva cacciata abbondantemente, anch’essa nelle aree aperte) non servivano più, perché la fine della migrazione era ormai arrivata e pertanto gli uccelli smettevano di credere al richiamo a bocca, essendosi impaesati e divenuti conoscitori dei luoghi e delle loro insidie. ricordiamo, per concludere, un’espressione che è divenuta di uso comune nella lingua italiana, ossia quella dei famosissimi “specchietti per le allodole”, utilizzata per descrivere un’apparenza, una situazione ingannevole; ciò che esattamente capitava con gli specchietti che, ruotando su se stessi e luccicando al sole, fungevano da attrazione irresistibile per le allodole di passaggio, che incuriosite si avvicinavano esponendosi al cacciatore appostato nei pressi. Che è proprio ciò che capita a chi sia caduto in un trabocchetto, cedendo a un falso allettamento (lo specchietto) preparato con cura a tal scopo. Persone come allodole allora? Certamente sì, tutti compagni di viaggio su questo meraviglioso pianeta.