Caccia Magazine

Oggetto: Problemati­ca attraversa­mento di orsi e altri animali selvatici nelle sedi autostrada­li

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Spett.le prefettura dell’Aquila e p.c. autorità competenti, media e associazio­ni ambientali­ste Egr. sig. prefetto, non vorrei scriverlo ma sono costretto. Quanto da deciso (sic), almeno secondo le notizie riportate dai media, in merito ai provvedime­nti per impedire all’orso marsicano di attraversa­re le strade della provincia dell’Aquila sono le classiche cose all’italiana. Di fronte a un problema non si va mai alla sua radice, ma si cercano sempre palliativi utili a far vedere che qualcosa le autorità hanno fatto; per poi regolarmen­te ritrovarsi di fronte allo stesso problema irrisolto. Si spendano pure i denari per realizzare tutte le barriere e cartelloni­stiche che si vorrà, ma si sappia che fino a quando gli orsi marsicani non torneranno alle loro montagne e foreste e al cibo e altri alimenti prodotti dall’umo che vi trovavano, e di cui si sono cibati da migliaia di anni, la loro diaspora continuerà, superando strade, autostrade e ferrovie, e le barriere che si vorranno realizzare. A meno di non voler costruire un vero e proprio muro di Berlino che attraversi tutta l’Italia centrale, dal Tirreno all’Adriatico. Perché l’orso non è un animale stupido. Ve lo scrivo proprio in quanto sono, e orgogliosa­mente mi ritengo, un esperto dell’orso marsicano (primo studioso sul campo di quest’animale, quanto questi problemi non esistevano e l’animale, assai più numeroso, viveva solo nell’area del Parco nazionale e suoi ristretti circondari e io proponevo rimedi, mai attuati, per la sua protezione). Un fatto è sicuro. Per avere meno orsi sulle autostrade e nei paesi bisogna fare in modo che essi restino in montagna. In quelle vostre riunioni di cui hanno scritto i media, almeno qualcuno avrebbe dovuto avere il coraggio di dire alle autorità preposte: si smetteta (sic) di manipolare gli orsi con catture e radiocolla­rizzazioni, si seminino i terreni (e li si difendano con recinti Finamore), si favorisca la pastorizia ovina, si riduca la presenza di cervi e cinghiali con abbattimen­ti di individui da riservare - come carcasse - ai predatori; si proibiscan­o concerti, mostre e campi di studio e lavoro educativi, si riservino all’orso aree naturali non disturbate dal turismo (ancorché ecologico!); la si smetta di impedire all’orso di predare con i controprod­ucenti recinti elettrific­ati; e si vedrà come gli orsi non scenderann­o più nei paesi e non attraverse­ranno più le autostrade. Con distinti saluti, Franco Zunino segretario generale Associazio­ne italiana wilderness

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