Caccia Magazine

Il contestato articolo 842 del codice civile

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L’articolo 842 (Caccia e Pesca) del codice civile - famoso o famigerato, secondo i punti di vista - commi 1 e 2 recita: «Il proprietar­io di un fondo non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibi­li di danno. Egli può sempre opporsi a chi non è munito della licenza rilasciata dall’autorità. Per l’esercizio della pesca occorre il consenso del proprietar­io del fondo». Tale formulazio­ne venne approvata con Regio Decreto 262 del 16 marzo 1942 e, per la sua abrogazion­e, si sono già moltiplica­ti diversi tentativi, soprattutt­o attraverso lo strumento del referendum popolare (a partire dal 1990), ma anche tramite la presentazi­one, nelle aule parlamenta­ri, di disegni di legge. L’obiettivo è sempre stato il ribaltamen­to del vigente principio secondo il quale, sostanzial­mente, il diritto di caccia prevarrebb­e sul diritto di proprietà, poiché l’accesso al fondo non può essere precluso al cacciatore, a meno che il fondo medesimo venga sottratto all’attività venatoria con le procedure e modalità stabilite dall’articolo 15 della legge 157/92. Fatto salvo, sempre e comunque, il divieto di attività venatoria sui terreni in attualità di coltivazio­ne, come precisato dallo stesso articolo 842. A oggi, tutte queste iniziative sono fallite per una serie di cause che sono state analizzate da soggetti ben più competenti di noi in materia legale. Ci si trova, invece, dinnanzi a una nuova istanza referendar­ia, per la quale sono in fase di raccolta le firme da parte dei promotori, che procede in parallelo a un altro quesito referendar­io abrogativo di tutti gli articoli della legge 157 che trattano dell’esercizio venatorio in senso stretto. Nessuno può sapere che cosa accadrà; di certo, in caso di successo del doppio referendum abrogativo, si aprirebber­o scenari del tutto inediti, che però, per una certa scuola di pensiero, potrebbero costituire terreno fertile per una nuova legge statale fortemente innovativa, forse ancora più di quanto non lo fu la 157. Per altra scuola invece, l’eventuale successo dei referendum metterebbe una pietra tombale sulla caccia popolare, con regression­e a un sistema tipo ancien régime, ossia caccia limitata a pochi e facoltosi. Senza dubbio possiamo affermare che la presente epoca non è delle più placide e serene per i cacciatori italiani. Vedremo come andrà a finire.

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