Visione di quartiere
LA SVOLTA DEL SOCIAL HOUSING? INTERVENTI CHE GUARDANO A UNA CONCEZIONE PIÙ AMPIA DI INCLUSIONE NEL TERRITORIO. NON SOLO PER ABITARE INSIEME, MA PER VIVERE INSIEME ALLA COMUNITÀ DI UN QUARTIERE
Progresso significa evoluzione. Implica un cambiamento nelle abitudini del singolo tanto quanto nel modo di abitare e nella percezione del vivere.
Anche il concetto di Social Housing oggi ha cambiato pelle. Le diverse trasformazioni che lo hanno investito sono andate nella direzione di ampliarne la natura e incrementarne l’aspetto di condivisione e socialità. Non si parla solo più della costruzione o del recupero di case da cedere a canoni agevolati, corredati da aree e servizi comuni (lavanderia, sala feste) per uno stile di vita collaborativo e un mutuo sostegno nei rapporti col vicinato e con l’ente di gestione della struttura. I progetti più recenti (fra quelli finanziati dalla Cassa Depositi e Prestiti e dalle diverse fondazioni bancarie) guardano sempre di più alla realizzazione di riqualificazioni complesse, di intere porzioni di quartieri e comprendono oltre alle unità e ai servizi, luoghi di aggregazione sociale aperti a tutti i cittadini, quali ristoranti, hotel, negozi, spazi verdi. Il caso è concreto. A Ferrara sono in via di sviluppo Le Corti di Medoro, uno dei più significativi interventi di rigenerazione urbana ad alta efficienza energetica a livello nazionale, basato sui nuovi trend nord europei, che unisce il social housing allo smart living. Oltre alle abitazioni (ad uso temporaneo e non), il complesso è dotato di ampi spazi comuni,
un parco con aree relax, fitness, aree gioco e punti commerciali. Il progetto, che si trova nella zona di via Beethoven, è visionario e pone al centro dell’attenzione la qualità della vita degli abitanti, cui sono destinati 500 metri quadrati di servizi integrativi. Un vero e proprio generatore di community, basato sul vivere in armonia con gli altri e con l’ambiente, in 10mila metri quadrati di verde pubblico.
Incontro, nuove opportunità, condivisione, innovazione, tradizione e accoglienza sono le parole chiave anche del progetto di riqualificazione di Cascina Fossata a Torino, da poco inaugurato. La rigenerazione dell’antica Cascina si è posta come obiettivo primario quello di favorire nuove interazioni sociali tra soggetti diversi con esigenze specifiche. Sono previste la realizzazione di una residenza collettiva temporanea, un centro di ospitalità, un ristorante, un market, botteghe di artigianato, un centro servizi per la promozione di attività socio-culturali. Ancora, orti urbani, aule studio, spazi dedicati al coworking, uffici, un parco pubblico, sicuro ed attrezzato per grandi e piccini, una palestra all’aperto.
Il modello pubblico si ripete, poi, anche nei co-housing di matrice privata. L’esempio è la realizzazione in corso del Cohousing Chiaravalle, a Milano, a dieci minuti di metro dal centro e servita da una pista ciclabile. Il progetto prevede il recupero, in chiave green, di una cascina del ‘600 circondata da 25mila metri quadrati di verde - dove sorgeranno orti, frutteti, zone relax - e oltre 300 metri quadrati di spazi comuni coperti.
Tutto - pertanto - con una visione nuova rispetto al passato: per la rinascita di aree urbane dimenticate, per il benessere dell’intera città, per la creazione di una nuova socialità utilizzando in modo intelligente e mirato anche i benefici dell’innovazione.