UNA RIQUALIFICAZIONE VERDE E CONSAPEVOLE
Cosa significa riqualificare un’abitazione in chiave green?
Vuol dire tenere conto di una serie di aspetti che non considerino il solo risparmio energetico, ma anche ad esempio il consumo idrico, la qualità dell’ambiente indoor, la scelta dei materiali, le modalità attraverso le quali gestiamo la nostra abitazione, la vicinanza ai servizi o la connessione con i mezzi di trasporto pubblici. Non si può generalizzare dando una serie di indicazioni tecniche universali, si può invece suggerire un metodo di lavoro che tenga in considerazione non solo l’energia, ma tutto quanto contribuisce a generare l’impatto ambientale creato da un cittadino. A seconda della tipologia di abitazione si devono fare ragionamenti diversi. Ad esempio, non si può non considerare che per un appartamento in città, la sostenibilità deriva anche da una maggiore facilità nell’uso del trasporto pubblico e quindi da una limitazione dei consumi di carburante. Mentre per un’abitazione lontana dai centri urbani, dove la dipendenza dal trasporto privato è più difficile da abbandonare, si ragionerà maggiormente sull’edificio e la sue pertinenze. Si possono quindi incrementare altre buone pratiche quali la raccolta e il riutilizzo delle acque meteoriche o si può puntare sulla maggior facilità ad intervenire fisicamente sull’edificio.
Qual è il primo passo per decidere dove intervenire?
Come diceva l’economista Peter Drucker, “If you can’t measure it, you can’t improve it”. Ovvero per migliorare qualcosa bisogna prima misurarla. Il primo passo è quindi conoscere la propria casa: misurarne i consumi, monitorare i costi e la qualità dell’aria indoor.
Oltre all’ovvia analisi delle bollette, sono oggi disponibili vari strumenti per ottenere queste misurazioni. Ad esempio, ci sono dispositivi che monitorano la qualità dell’aria attraverso parametri come VOC, CO2, Ozono, Formaldeide, umidità e molti altri, restituendo i dati con una semplice app da scaricare sullo smartphone. Vi sono termostati intelligenti che costano cifre ragionevoli (ovvero che si ripagano in poco tempo grazie ai risparmi) e permettono di avere sempre sotto controllo, anche da remoto, la temperatura in casa.
In questo modo la domotica viene in aiuto alla sostenibilità?
Certamente. L’importante però, come in tutte le cose, è distinguere ciò che è utile da ciò che è superfluo. Teoricamente oggi si può automatizzare quasi ogni funzione della casa: dalla regolazione della temperatura alle luci, dall’irrigazione del giardino alle tapparelle. Ma è bene ricordare che ogni automatismo che introduciamo in casa va ad aumentare i consumi energetici e, soprattutto, è una macchina in più che si potrebbe rompere o che richiede manutenzione, solitamente attraverso un tecnico specializzato con un suo costo.
Una volta fatte le dovute misurazioni, è sempre necessario investire molti soldi per interventi efficaci o si può cominciare con piccoli lavori low budget?
Spesso, conti alla mano, risulta più
conveniente ed efficace apportare piccole migliorie invece di lanciarsi in grossi interventi. In un appartamento di città ad esempio si può migliorare la salubrità indoor con un’opportuna scelta di piante da appartamento. Oppure, se si valuta che la qualità dell’aria interna è peggiore di quella esterna, si può installare un impianto di ventilazione meccanica dotato di filtri. Ovviamente si spenderà un po’ di più in elettricità, ma può valerne la pena visto che parliamo dell’aria che respiriamo.
Altri interventi green possono riguardare l’esterno, come le coperture verdi o anche, molto banalmente, la ritinteggiatura di lastrici e facciate con colori chiari, che mitigano il surriscaldamento estivo e contribuiscono a ridurre l’effetto isola di calore nei centri urbani.
Ogni intervento deve essere la conseguenza di un’analisi dedicata che metta in evidenza i benefici, i difetti, il tempo di ritorno dell’investimento e le sinergie che si possono creare. Ad esempio, rifare l’involucro non ha ricadute di sola natura energetica ma anche di rivalutazione dell’immobile.
Quando conviene investire sull’isolamento termico?
Come migliorare i consumi per la climatizzazione e il riscaldamento?
Nel caso in un edificio nuovo o una importante ristrutturazione è obbligatorio rispettare requisiti stringenti in merito all’involucro. Gli edifici che più beneficiano di questo tipo di intervento sono quelli in cui la bolletta energetica (fatta di costi per il riscaldamento ma anche di costi per l’elettricità) è caratterizzata da una predominanza dei costi per il riscaldamento (ad esempio, edifici residenziali in montagna). L’isolamento è un'ottima pratica per contenere i consumi, ma che deve essere valutata con attenzione nei climi caldi dove, invece, sono più indicati interventi volti a contenere l’irraggiamento solare e ad aumentare la massa dell’involucro.
Tra le voci dei consumi, quella a cui si pensa meno è l’acqua, che pure è la più preziosa delle risorse…
Per ora non ci pensiamo, ma nei prossimi dieci anni vedremo una crescita esponenziale del costo delle forniture idriche. Le mutate condizioni climatiche ne ridurranno la disponibilità e sarà quindi sempre più importante tenere sotto controllo i consumi di acqua. Ci sono diverse cose che si possono fare sin da ora. La prima e più importante è l’adozione di comportamenti corretti, come chiudere i rubinetti quando non servono, far partire la lavatrice o la lavastoviglie solo a pieno carico, innaffiare il giardino solo quando è necessario. Poi possiamo passare agli aspetti tecnologici quali ad esempio la rubinetteria: si possono installare frangigetto e riduttori di flusso che riescono a tagliare i consumi idrici anche della metà. Si può intervenire sulla cassetta di risciacquo per il wc, che da sola incide per quasi il 40% dell’acqua potabile domestica; da tempo ne esistono in commercio con volumi ridotti o possibilità di regolazioni. Infine, un intervento interessante per i condomini è il recupero dell’acqua meteorica dalle coperture ai fini del suo utilizzo per l’irrigazione degli spazi verdi comuni.