Eco-Campus a misura di oggi
Riqualificare il patrimonio costruito, avviando la transizione verso una sostenibilità a 360° e la condivisione degli spazi nel rispetto delle normative di “distanziamento sociale”. Un obiettivo possibile, come dimostra il progetto di sviluppo di un quartiere green a Bruxelles firmato dallo studio Vincent Callebaut Architectures. Si tratta della trasformazione della
Gare Maritime – un tempo terminal marittimo – in un eco-campus a uso misto. Le cinque "navi" in ghisa, ferro e vetro del complesso conservano all'esterno l'architettura originaria, ospitando all'interno le nuove strutture. Queste – distaccate dalle pareti degli edifici per garantire la reversibilità del progetto – si basano su principi di costruzione modulari e sono in legno massello e lamellare, così da ridurre l'impronta di carbonio. Distanziati tra loro e collegati da passerelle e da piste ciclabili e pedonali poste a livello del suolo, gli spazi accolgono attività professionali, negozi, servizi pubblici e zone relax. Da sottolineare le cupole geodetiche tra le due navate mediane, con bar e spazi sportivi e ricreativi, e le "serre" distribuite lungo la via principale, con fattorie urbane per l'agricoltura biologica. Oltre a integrare un parco pubblico e un canale, il complesso è reso energeticamente autosufficiente mediante impianti di energia rinnovabile, tra cui fotovoltaici, turbine eoliche e scambiatori di calore terra-aria per la ventilazione naturale. Al contempo, design biofilico e microclima indoor riducono il fabbisogno stesso. Questo progetto si combina con la costruzione di tre "foreste verticali" residenziali e la creazione di un grande stagno delimitato da una piscina biologica.